Condizioni della resa

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Corro in direzione di Harry o per lo meno della sua voce. Attirata dalle grida raggiungo altre porte, passando in mezzo ad alte file di scaffali colmi delle migliaia di Profezie, con l'orribile sensazione che molto presto potrebbero crollarmi addosso. Attraversata la prima porta le grida si interrompono e il sangue nelle mie vene sembra arrestarsi, diffondendo brividi lungo tutto il mio corpo. Se il fatto che Harry stesse grindando non era un buon segno, il fatto che ora non gridi più, forse, è anche peggio.
Se c'è una cosa che so è che spesso dopo lunghe lamentele un silenzio può voler dire la perdita dei sensi, o la morte della vittima.
Scaccio i pensieri scuotendo lentamente la testa, mentre il mio passo rallenta fino a fermarsi e molti altri risuonano al di là della nuova porta che mi ritrovo davanti. Un raggio di luce mi indica che è accostata, così mi avvicino e lentamente porto la mano sul pomello, tirandolo verso di me il più silenziosamente possibile.
No...
Harry è a terra, con la Profezia ancora stretta al petto, mentre dieci Mangiamorte puntano le loro bacchette su di lui. Tutti, perfino gli uomini in nero, sembrano stanchi e in molti di loro sanguinano, ma nessuno si azzarda anche solo a colpire il ragazzo. Le loro voci risuonano chiare nella grande stanza, che se non fosse per quello strano arco, sarebbe completamente sgombra.
-Potter la tua corsa è finita, ora dammi la Profezia da bravo bambino- dice il volto ghignante di Malfoy, in capo al gruppo.
-La...lasciate andare gli altri e ve la darò...- la voce di mio fratello suona quasi come una supplica.
-Non sei nella posizione ideale per contrattare, Potter- dice l'uomo dai capelli lisci e biondi sopra le risate dei compagni.
I miei piedi scattano in avanti verso il gruppo facendomi uscire allo scoperto, senza che io mi renda veramente conto di impartire loro l'ordine, ma il braccio è più pronto di me e insieme all'ondata di adrenalina alza la mia bacchetta, dotandomi molto più coraggio di quando ne abbia dimostrato poco fa, qualche stanza più in là. -Forse lo è, invece- dico parlando direttamente con l'uomo dai tratti spigolosi, ora privo di maschera. Avvicinandomi dalla parte di Harry attiro su di me molti sguardi e alcune bacchette, ma ormai sono in ballo, non sono di certo venuta per stare a guardare mio fratello che viene torturato e ucciso.
Per cosa poi? Una stupida sfera di vetro.
Lucius Malfoy muove il suo sguardo sul mio corpo, quasi ad esaminarlo in cerca di danni ulteriori a quelli che aveva notato prima, alzando un soppracciglio con fare incuriosito. -Harry ha me- mi costringo a dire, nonostante abbia un suono così ridicolo. Le sopracciglia dell'uomo ora si inarcano, con un'espressione scettica. -Voi volete me, giusto?...Lui vuole me- precedo le parole di Lucius Malfoy. Pronunciare le parole "Lord Voldemort" non farebbero che peggiorare la situazione ora. -Lasciate andare gli altri, lasciate andare Harry ed avrete me e la Profezia, esattamente ciò che vi è stato chiesto...Lasciate andare loro e vi seguirò...non una protesta o un lamento...- prego perchè le mie condizioni vengano accetate, nonostante i "no" che Harry dice sotto la mia voce.
Posso fare questo per quella che ora è la mia famiglia, questo e molto altro. Un'altra chiacchierata con il temuto Lord Voldemort dubito lo convincerà ad uccidermi.
Un ghigno deforma il volto dell'uomo prima che con un piccolo scatto si lasci sfuggire una risatina. -Credo tu abbia frainteso, gli ordini che ci sono stati mossi prevedevano di consegnarti all'Oscuro Signore con il numero di danni più limitato possibile, ma guardati...è probabile che da un momento all'altro le tue gambe cedano- lascia vagare il suo sguardo su di me. -Sei piena di graffi e scommetto che non riesci nemmeno più a fare quella piccola fiammella che probabilmente il tuo ego si ostina a definire un'arma...L'unica ragione per cui non sei a terra esangue è perchè non posso permettere a Bella di ucciderti come vorrebbe fare- ridacchia seguito dai compagni. -Forse, non ti è chiaro che qualsiasi cosa vi inventiate tu verrai con noi, sulle tue gambe o trascinata via- la voce diventa gradualmente più fredda, ma il volto si appaga della confusione nei miei occhi. -Vedete, noi siamo dieci e voi due siete soli...o forse Silente non vi ha insegnato a contare?-.
-Loro non sono soli!- dice la voce impastata di Neville, mentre scende lentamente da alcuni gradini che ancora non avevo notato. -Hanno ancora me!-.
-Neville, no! Torna da Ron...- dice la voce spaventata di Harry. Quindi Ron è lì sopra? Ci sono anche gli altri?
-Stupeficium!- grida il ragazzo, affaticato, prima di essere preso alle spalle da un Mangiamorte. Neville si divincola causando altre risate.
Il suono così fastidioso delle loro risa mi rimpie la testa e mi bastano poche parole, pronunciate da Lucius in tono divertito, a farmi scattare. -È Paciock, vero?-ghigna. -Bene, tua nonna è abituata a perdere membri della famiglia a causa nostra...la tua morte non sarà un grande shock per lei-.
-Lui non c'entra nulla! Lasciatelo...- scatto verso l'uomo, colpendolo con le mani in pieno petto, dimenticando completamente di avere la bacchetta come arma. La mia forza è molto lontana da quella che credevo di avere e prima che me ne accorga la bacchetta è a terra, una delle mani di Lucius è stretta sul mio braccio sinistro e la sua bacchetta punta alla mia gola.
-Stai oltrepassando il limite ragazzina, non ho alcun problema a darti una lezione io stesso, qui ed ora- dice, la voce improvvisamente più fredda.
Un lampo di rabbia balena nella mia mente, come la folle idea che mi raggiunge subito dopo.
Ci serve tempo.

Ecco qua! Sorpresa!
Esami finiti, terrore finito!
Ecco...il nuovo capitolo è un pò corto, ma devo riprendere la marcia ;)
Come vi è sembrato?

Mary Lloyd, la chiave e il volto del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora