Mezzosangue!

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Affretto il passo sulla strada per tornare al Castello, dietro a Ron, Hermione, Harry ed...Ernie? Se non sbaglio è questo il suo nome.
-...La Umbridge ha provato a tornare nel suo ufficio la scorsa notte, dopo che lo avevano cercato per tutto il castello e anche nei sotterranei, ma non è riuscita a passare il gargoyle. L'ufficio del Preside si è chiuso ermeticamente contro di lei- finisce di dire, prima di scoppiare in una forte risata. -A quanto pare, è andata su tutte le furie- aggiunge Ernie dopo essersi calmato.
-Oh, penso che si aspettasse sul serio di sedersi là, nell'ufficio del Preside...- fa Hermione divertita con un pizzico di malignità nella voce, quando già siamo sugli scalini per la Sala d'Ingresso.
-Ora, vuoi davvero finire la frase, Granger?- ci sorprende una voce fredda e compiaciuta, appartenente ad un alto e biondo Serpeverde, seguito da altri due compagni di casa.
Per un momento i miei polmoni smettono di contrarsi, e l'aria si prosciuga in fretta nella mia gola, mentre le gambe si bloccano sul posto.
Non ho più scambiato parola con Malfoy e nemmeno ne ho parlato con qualcuno, e tutti hanno evitato di nominarlo in mia presenza. Sono arrabbiata? Certo, ma so bene che anche lui lo è, come so che entrambi abbiamo torti e ragioni, ma questo non lo ammetterò davanti a nessuno.
-Sono dispiaciuto di dover togliere alcuni punti a Grifondoro e Corvonero- dice lentamente, quasi con indifferenza, prima di scoccarmi un'occhiata carica di...ehm...riprovero?
-Solo gli insegnanti possono togliere punti alle case, Malfoy!- interviene Ernie, ignorando lo sguardo cattivo che ci scambiamo.
-Si, siamo Prefetti anche noi, ricordi?-fa Ron, quasi sul punto di urlargli contro.
-So benissimo che i Prefetti non possono togliere punti, Re Weasly- ghigna Malfoy, apostrofandolo con disgusto. -Mal...- cerco di intervenire su quello stupido nomignolo, ma basta una dei suoi sguardi e il suono della sua voce a coprire la mia.
-Ma i membri della Squadra degli Inquisitori...- prosegue con fierezza.
-La cosa?- dice Hermione.
-La Squadra degli Inquisitori, Granger- risponde Malfoy, con una punta di disgusto. -Un gruppo selezionato di studenti che supportano il Ministero della Magia, scelto con cura dalla Professoressa Umbridge...- sorride fiero.
Emetto una breve risata bassa, richiamando la sua attenzione. -Non farmi ridere, Malfoy. Tu che supporti il Ministero, fammi il piacere e rifle...-.
Il suo sguardo si sposta di me, ancora carico di quel disgusto che ha tenuto alto fin ora. -Io faccio ciò che voglio, non mi conosci per niente-.
-Questo lo ho notato- dico con freddezza, facendo alzare i suoi occhi al cielo, mentre li sposta su Hermione, per continuare il suo discorso come se non lo avessi mai interrotto.
-Ad ogni modo, i membri della Squadra degli Inquisitori hanno il potere di togliere punti...così, Granger, ne toglierò cinque a te per esser stata scortese con la nostra nuova Preside. Macmillan, cinque per avermi contraddetto. Cinque perché non mi piaci, Potter. Weasly, la tua maglia è spiegazzata, altri cinque per questo. Oh si, dimenticavo, tu sei una Mezzosangue, Granger, altri dieci per questo- dice con soddisfazzione, trasformando il suo sguardo disgustato in una maschera di saccenza e trionfo.
Questa è la goccia che fa traboccare il vaso.
-Adesso piantala!- urlo, attirando il suo sguardo ancora una volta, prima di compiere un paio di falcate in avanti, sfuggendo al tentativo di Harry di trattenermi, afferro la camicia del Serpeverde. -Mi fai venire voglia di ucciderti, quando fai così!- sputo le parole stringendo i denti. Lui circonda subito i miei polsi con le sue mani, con più forza di quanto immaginassi potesse usare, e invece di retrocedere, i suoi piedi avanzano di qualche passo, mentre i suoi occhi penetrano nei miei con cattiveria.
-Noi due dovremmo proprio fare due chiacchiere, lo sai?- dice serio e freddo.
Con uno strattone libero le braccia dalla sua presa e faccio un passo indietro. -Io non voglio parlarti, e smettila di guardarmi così, abbaimo deciso in due di non parlare di cose più grandi noi- dico io, l'ultima parte in un sussurro, che è probabile abbia sentito solo lui. Ricordo bene quando abbiamo scelto che era meglio per entrambi se non avessimo parlato di cose come i piani l'Ordine o quelli dei Mangiamorte, anche perchè non crediamo di saperne veramente abbastanza.
-Questo non era più grande di te!- dice lui con un'espressione contratta dalla rabbia.
-E tu cosa ne sai, Malfoy?- interviene Hermione avvicinandosi.
-Altri dieci punti, dovresti imparare a farti gli affari tuoi, Mezzosan...- Malfoy non ha il tempo di terminare le sue parole, perchè la mia mano destra parte, diretta al suo volto, colpendolo con forza.
Senza che io abbia il tempo di pensare.
Senza che io me ne accorga.
Senza che lui se ne accorga.
Troppo tardi pensarci ora, quel che è fatto è fatto.
Con un veloce gesto Malfoy ferma i suoi amici, pronti a intervenire, sotto gli occhi spalancati di Hermione.
-Non credevo di dover arrivare a questo punto con te- dice serio, ricomponendosi, non sembra più arrabbiato, e il suo viso non ha la minima traccia di disgusto, o qualsiasi altra emozione. -Per ciò che hai fatto verrano tolti altri cinque punti a Grifondoro, e se preferisci che non ve ne vengano detratti altri, dovremo parlare-.
-Io...- tento di dire, per fermarlo, sono ancora troppo arrabbiata con lui per parlarne.
-Tu sai che dobbiamo parlare- dice freddo a voce leggermente più alta. -Questa sera ho allenamento, conosci i miei orari, spero di vederti- aggiunge prima di allontanarsi senza darmi il tempo di rispondere.
Sento i muscoli irrigidirsi e l'istinto mi chiede di urlargli qualcosa dietro, ma mi limito a borbottare un "insopportabile", abbastanza frorte perchè i quattro dietro a me mi sentano.
-Cosa intendeva, Mary?- domanda Harry dopo qualche istante, rompendo il silenzio.
-Si riferiva al fatto che so quando finisce di allenarsi, e che a quell'ora potremmo parlare senza interruzioni o problemi- mi volto.
-Dove?-.
-Sai dove- dico per evitare di informare Ernie della mia abitudine di andare in camera di Malfoy.
-E ci andrai?- domanda Ron, nella sua voce c'è quanlcosa di molto simile alla preoccupazione.
I miei occhi scorrono nei suoi prima che risponda. -Non lo so, forse...una delle ultime volte che si è ritrovato da solo con me in una stanza, quando ero arrabbiata, gli ho lanciato le scarpe- dico con indifferenza.

Mary Lloyd, la chiave e il volto del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora