Favola della buona notte

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-Vai via- dico stancamente per l'ennesima volta.
Sono seduta con le ginocchia strette al petto e il viso premuto su di loro, al centro di un divano che si trova in un piccolo salottino, qualche metro davanti a me ci sono un piccolo tavolino di legno dalla lavorazione elegante e un caminetto in cui scoppietta annoiato il fuoco.
Fred e George continuano a fare a turno nel disperato tentativo di convincermi che non sono posseduta da Voldemort, ma io non ne sono molto convinta, e non dovrebbero esserlo neanche loro.
-Scordatelo- dice Fred travolgendomi dopo essersi buttato sul divano.
-Fred...-dico io lamentosa mentre cerco di non farmi schiacciare da lui che fa il peso morto tentando di buttarmi giù. -Sto cercando di riflettere...di pensare a...a...- non rienco più a trattenerlo e vengo schiacciata contro il cuscino del divano. -Fred!- quasi strillo.
La risata di George riempie la stanza, dopo il suono di una materializzazione, sempre più vicina a noi e al divano. -Così non respira, Fred- continua a ridacchiare.
Anche la risata del gemello si fa spazio verso le mie orecchie prima che si tiri su, lasciandomi di nuovo la possibilita di sedermi con la schiena contro lo schienale. George si avvicina e come al solito si siede dall'altro lato rispetto al fratello identico a lui.
-Non dovreste starmi così tanto vicino, potrei essere...- cerco di parlare.
-Ma non è così- dice sicuro George.
-Come fai a dirlo? Potrebbe anche essere-.
-No- scuote la testa George. -Sei la stessa identica persona che abbiamo conosciuto a settembre-.
Sbuffo.
-E come all'inizio, mangi pochissimo, non pensare che non ce ne siamo accorti, e non dormi mai un'intera notte tutta di seguito- aggiunge Fred.
Sbuffo di nuovo. -Questi mi sembrano tutti elementi a mio sfavore che prove di non essere...bè avete capito cosa intendo, no?-.
Credo veramente a ciò che dico, forse è per quel motivo che spesso non ho fame, anche se salto più pasti di seguito, forse è perchè sono posseduta che di notte mi alzo e cerco di uscire.
-Io credo che t...- inizia Fred quando la Signora Weasley chiama tutti per la cena.
Mi alzo in fretta e furia dirigendomi verso la cucina, i gemelli mi raggiungono quando già sono sulla porta della stanza da cui esce un fantastico profumo.
-La nostra discussione non finisce qui- sento dire a George.
Cerco di ignorarlo e mi siedo a tavola.
-Quale discussione?- domanda minacciosa la Signora Weasley ai gemelli. -Non starete ancora facendo quegli assurdi esperimenti!?-.
-No! Non potremmo mai!- mentono i gemelli in coro. Mentre la stanza si rempie di tutte le persone presenti in casa, escluso Harry che è chiuso di sopra in camera sua, la signora Weasley bobotta.
Non posso Harry, anzi, forse dovrei imitarlo, ma so già che i gemelli non me lo permetterebbero mai.
La signora Weasley rivolge un ultimo sguardo minaccioso ai due e comincia a servire la cena, forse è vero che, come dice il proverbio, l'appetito vien mangiando. Fino a pochi minuti fa il mio stomaco non mi mandava alcun segnale di appetito, ma adesso, man mano che la signora Weasly mi riempie il piatto non appena arrivo alla fine, fermarsi sembra impossibile.
Verso la fine del pasto la Signora Weasley mi rivolge un grande sorriso. -Non ho mai visto nessuno con il tuo genere di fisico mangiare così tanto- i suoi occhi sono felici e io sento di essere arrosita mentre spero che gli altri non abbiano sentito.
-Ehm...grazie...- sussurro appena.

Sbadiglio il più silenziosamente possibile mantre nel buio della stanza che condivido con Ginny osservo il soffitto bianco. Ho sonno, ma non sono sicura di voler dormire, sono passati parecchi minuti da quando ho dato la buona notte hai gemelli e sono andata a letto, e proprio non riesco a scordare la sensazione che ho provato in quel sogno.
Sento il respiro di Ginny farsi sempre più regolare e quando la sento biasciacare qualcosa e rigirarsi sotto le coperte capisco che si è addormentata, deve essere bello addormentarsi così tutte le sere.
Mi alzo lentamente, spostando prima le coperte e poi scivolando sul pavimento ghiacciato se paragonato al tepore che si sente sotto la trapunta. La poca luce lunare che filtra dalle finestre mi permette di individeare la porta e andare in corridoio, riesco chiaramente a sentire il russare di Ron anche da qui.
Mi avvicino lentamente alla porta della camera dei gemelli, cercando di ridurre al minimo lo scricchiolio del pavimento in legno. Appoggio la testa al legno freddo e sospiro appena, non sento alcun rumore provenire da dentro. Una delle mie dita picchietta sul legno con un rumore impercettibile, probabilmente già dormono.
Mi stacco dall'uscio e sospiro ancora.
Quanto vorrei fossero ancora svegli.
Quanto vorrei non fosse successo nulla di tutto questo.
Sono quasi alla porta della mia stanza quando un leggerissimo scricchiolio mi fa sobbalzare, mi giro e vengo illuminata da una piccola striscia di luce gialla. Il viso di Fred spunta sulla soglia sorpreso prima di sorridermi. -Entra- sossurra. -Veloce-.
Mi affretto a raggiungerlo e ad entrare.
-Tutto bene?- chiede George vedendomi entrare.
-Scusate ragazzi, non volevo svegliarvi...- dico io.
-Non dormivamo- ridacchia Fred. -Facevamo progetti- mi fa l'occhiolino.
-Va bene...- dico io senza indagare, prima di sedermi sul letto matrimoniale. -Letto matrimoniale?- domando divertita.
So che non dovrei essere qui, che dovrei rintanarmi da qualche parte per non rischiare di dare più informazioni di quelle che ho già fornito a Voldemort., ma proprio non ci riesco.
-Lasciamo perdere- dichiara George sedendosi di fianco a me con le mani alzate. -Non riesci a dormire?- si fa serio.
-No- rispondo semplicemente.
-Perchè?-.
-Non lo so- mento.
-Hai paura?-.
-No-.
Non è proprio una bugia, non è paura...una cosa diversa.
Rimaniamo tutti in silenzio per qualche secondo fino a che Fred non si lascia cadere a peso morto sul letto sdraiandocisi.-Vuoi dormire qui?- sussurra sorprendendomi.
Non so cosa rispondere e quindi continuo ad optare per il silenzio.
-Davvero...se ti senti più tranquilla...- comincia a dire George.
-Ma io non ho paura- insisto.
-Non ho detto che hai paura- mi sorride di sbiego.
-Oh...- dico in un soffio. -Giusto-.
-Già- continua a sorridere e mi accarezza i capelli.
-Sicuri che va bene?-.
-Certo- risponde Fred. -Basta che non ci facciamo trovare da mamma, o chissà che potrebbe pensare-.
-Dai, stenditi- dice George. -Sei orrenda, si vede che è da un pò che non dormi-.
Faccio una smorfia ma obbedisco e mi posiziono al centro del letto, loro spengono le luci e mi imitano.
Quando i nostri occhi si sono abituati al buio riesco a distingure i loro volti.
-Chiudi gli occhi- sussura George.
Obbedisco di nuovo, ma non per molto. Dopo alcuni secondi le mie palpebre si spalancano come se fossero guidate da una molla.
Sento Fred avvicinarsi al mio orecchio sinistro. -Se vuoi ti racconto una storia...sarà stupido, ma giuro che funziona-.
Mi limito ad annuire.
-Questa ce la raccontava sempre mamma...si chiama "Il mago e il pentolone salterino"- detto questo comincia a raccontare, ma io sto già scivolando in un'altro mondo. Riesco a cogliere solo l'inizio delle storia in cui un mago anziano muore improvvisamente lasciando ciò che ha di più caro a proprio figlio.
Nessuno mi ha mai raccontanto una storia del genere...veramente nessuno me ne ha mai raccontata una, ma diversi anni fa avevo rubato un piccolo libro di favole e non c'era nulla di simile.

Mary Lloyd, la chiave e il volto del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora