L'ora di pranzo arriva veloce, Harry non c'è e io devo sorbirmi le litigate di Ron ed Hermione.
Farei qualunque cosa per non doverli ascoltare anche perchè chiedono la mia opinione ogni tre minuti, ma purtroppo non c'è traccia dei gemelli, nè di Lee, nè di Ginny, nè di Neville con cui ho parlato una sola volta, ma basterebbe ad avere una conversazione normale.
Sospiro, non posso nemmeno avviciniarmi a Draco.
Sospiro ancora, ma più forte in modo che i due davanti a me mi sentano.
-Tutto bene?- chiede Hermione interessata.
La guardo seria -No- mi alzo afferrando la borsa.-Smettetela di litigare, vi prego!- li sto supplicando.
Ron sembra sorpreso ma poi si mette a ridere, lo fulmino -Non è divertente-.
Subito si ammutolisce arrossendo.
Guardo Hermione e prima che possa controbattere, dico -Andiamo?-.
Mi sorride, annuisce e insieme usciamo dalla Sala Grande, abbandonando un Ron molto contrariato e borbottante al tavolo.
-Facciamo i compiti insieme dopo?- mi chiede lei improvvisamente quando saliamo una scalinata, per arrivare in classe.
-Ehm...certo- rispondo con un sorriso dopo un attimo di indecisione.
Sembra sollevata.
Il pomeriggio vola velocemenete, almeno quanto la mattinata, e le cinque ricordano ad un Harry stanco la punizione con la professoressa di Difesa Contro le Arti Oscure.
Io ed Hermione svolgiamo i compiti con facilità, la biblioteca è silenziosa e ciò che non capisce una può essere più semplice all'altra.
Sono circa le sette quando riesco ad uscire dal castello con la scusa di correre, cosa che in realtà faccio, ma a dirla tutta spero di incontrare qualcun'altro.
Purtroppo trovo i giardini vuoti e freddi, nessuna traccia di Draco.
Faccio l'intero giro del castello prima di crollare ansimante sul prato verde, con sfumature arancioni dovute al tramonto. Sono veloce ma manco di resistenza e la fatica mi rallenta dopo neanche cinquecento metri.
Il vento fresco, che mi scompiglia i capelli facendoli danzare, intona una spece di canto che mi ricorda vagamente l'unico che conosco e mi fa pensare a quel pomeriggio a Diagon Alley, all'uomo da Olivander, alla signora che mi ha cucito i vestiti, al falco pellegrino dai colori scuri.
Sento freddo mentre l'aria mi corre sulla pelle ma non me ne curo.
Rimango lì.
Al freddo, fischio seguendo il ritmo che mi rimbomba nella testa.
Chiudo gli occhi.
Solo un attimo.
Devo uscire più spesso.Mi sento strana mentre le palpebre si aprono, due braccia mi tengono sollevata da terra. Gli occhi che pian piano mettono a fuoco notano subito i colori rosso e oro di una cravatta, e si richiudono leggeri e silenziosi mentre la mano mi si stringe sulla camicia bianca di chi mi porta.
Il calore del fuoco che scoppietta davanti a me è piacevole e gli occhi si muovono in autonomia, inizialmente la stanza mi risulta estranea, ma in un secondo momento il mio cervello riesce a catalogarla: Sala Comune.
Mi stiracchio e sbadiglio mentre mi metto a sedere confusa, come sono arrivata qui?
La domanda ha appena finito di formularsi nella mia testa quando qualcuno, dietro di me, attira la mia attenzione.
-Ti sei svegliata finalmente!-.
-Cosa?- chiedo a Fred che si è appena seduto al mio fianco, poi ci ripenso -Ehm...sì. Ho dormito tanto?-.
-Più o meno un'ora da quando ti abbiamo portata qui- risponde George dall'altro lato.
-Allora non me lo sono sognata- dico rincuorata mentre sbadiglio.
-No, e ora ci devi la vita, sai in che cosa ti saresti cacciata se era Gazza a trovarti?-.
-Le porte erano già chiuse e lui girava per il parco col suo gatto, ma per tua fortuna noi conosciamo tutti i passaggi segreti del castello!-.
-Giuro che salderò il mio debito- dico mettendo la mano sul cuore. -Che ore sono?-.
-Manca un quarto alle dieci- mi risponde George.
-Non è tanto tardi- constato -ma ho saltato la cena...-.
-E i tuoi salvatori hanno pensato anche a questo!- esordisce Fred allegro mentre mi porge un sacchetto di biscotti.
-Devo fidarmi?- chiedo aprendo la confezione.
-Non hai scelta- mi rispondono in coro.
Ridacchio e addento un biscotto, il gusto è dolce e si sente subito il ciccolato. Ne offro ai gemelli, che accettano senza pensarci due volte, ora sono certa che non sono loro creazioni.
-Domani ci sono le selezioni di Quidditch, noi siamo in squadra comunque, ma ti va di venire a vedere?-.
-Sicuro- con un grande sorriso. Ne avevo sentito parlare a Ron ed Harry, lui non può andare per la punizione con la Umbridge.
-Bene- fanno soddisfatti -Tu vuoi provare?-.
-Cosa? Io? No, no, lo dico per la vostra sicurezza! A volare me la cavo, ma con la palla...- mi rabbuio pensando alla professoressa McGranitt e a Madama Bumb.
-Non puoi essere messa tanto male!- dice George ridendo.
-Fidati, la McGranitt e Madama Bumb possono confermare tutto. Hanno provato a insegnarmi le basi del quidditch e sono state quasi centrate da un bolide perchè io lo ho mancato- ora ridono prendendomi in giro.
-Begli amici- scerzo strappando un biscotto dalle mani di Fred.
Lo lascio appena in tempo per evitare il suo morso.
-Cerchi anche di mordermi ora?- scoppio a ridere.
-Sei tu che mi hai rubato il cibo!-.
Continuiamo a ridere e fare gli stupidi per almeno due ore prima di darci una calmata e smettere di infastidire gli studenti che studiano, la maggior parte se ne sono andati e ora la stanza e quasi deserta.
-Altri incubi?- mi chiede George mentre Fred si è messo a parlare con gruppetto di studenti del primo anno.
-Solo uno- dico abbattuta e sospiro -Era diverso dal solito, sembrava più vero...ma forse solo perchè non avevo mai fatto quel sogno.- non sembro molto convinta.
-Può essere- dice pensieroso -se ti va ne possiamo parlare-.
-Oh...no, è stupido come sogno- mento.
Sembra quasi deluso.
-Ma se lo rifaccio te lo racconto, okay?- sorrido.
-Va bene- dice ricambiando il mio sorriso mentre mi alzo.
-Vado a dormire, è abbastanza ta...-.
-Ma come? Di nuovo a dormire-.
-Sì!- dico con una smorfia.
Lo abbraccio e lui mi bacia sulla fronte appena dopo avermi fatto il verso, saluto anche Fred prima di salire e raggiungere la mia stanza.
-Ciao- dico ad Hermione e le altre appena entrata in camera.
-Ciao- rispondono quasi in coro.
Inizio a svestirmi, non appena la chiave fredda tocca la mia pelle sento i brividi percorrermi le ossa e noto che la pelle d'oca si forma sulle mie braccia. Il pigiama è caldo, accogliente e piacevole almeno quanto le coperte in cui entro poco dopo.
Ho dormito parecchio e ora gli occhi rimangono aperti a fissare testardamente il soffitto, passo lì un pò di tempo prima di frugare nel baule in cerca di un libro. Lo trovo e, alla luce della bacchetta, lo leggo per circa un'ora prima di addormentarmi, cullata dai respiri profondi delle altre, con ancora il libro in mano.
STAI LEGGENDO
Mary Lloyd, la chiave e il volto del male
FanfictionCosa succederebbe se Harry avesse una persona in più su cui contare? Cosa accadrebbe se quella persona gli assomigliasse più di quanto possa immaginare? Cosa se non fosse l'unico a sapere della sua esistenza? Forze oscure sono tornate a incombere su...