-Va bene-.

1.5K 94 2
                                    

Osservo la testa biondo platino di Malfoy con fin troppo interesse, lui non mi vede...non mi guarda, gli unici a farlo sono Tiger e Goyle che mi lanciano strane occhiate ogni qualvolta ne hanno la possibilità, temo Malfoy non sia l'unico nome dato da Harry. È diversi minuti che aspetto lui si giri nella mia direzione, ma non lo fa, come se cercasse il modo per evitare l'inevitabile. Infondo, non è stato lui a dirmi che dovevamo parlare?
Reprimo l'impulso di abbandonare la tavolata dei Grifondoro, per andare al suo, con un sonoro sbuffo. I tavoli sono quasi completamente vuoti ormai, ma lui sembra continui a far finta di nulla. Sbuffo ancora e distolgo lo sguardo, facendolo casualmente cadere su Gazza, intento ad uscire dalla Sala Grande con diverse copie del giornale diretto dal padre di Luna Lovegood. La Umbridge questa mattina ha fatto uscire un'altro dei suoi stupidi decreti, che impedisce di leggere "Il Cavillo". Nonostante la cosa giochi in parte a mio favore non riesco a tollerare quegli stupidi decreti, insomma ma dove siamo? Nel medioevo? Vogliamo reinstaurare l'Indice dei Libri Proibiti?
Oltre al fatto che sia stato un semplice spreco di tempo, visto che quando si proibisce una cosa, si sa benissimo che il risultato sarà opposto, perchè a nessuno piacciono le regole.
Sbuffo ancora una volta e scivolo lentamente sulla superficie di legno che compone il tavolo, mentre sento gli occhi farsi sempre più pesanti. Non posso addormentarmi, quindi cerco di concentrarmi sulla mia mano destra, che dopo essere stata appoggiata a palmo in su sulla superficie, chiudo e riapro di scatto.
Chiudo.
Mi concentro.
Apro.
Niente.
Chiudo, con una stetta più forte.
Forza, mi serve del fuoco.
Apro.
Nulla.
Chiudo.
Apro di scatto, facendo cozzare le nocche sul legno.
Nulla fuori dall'ordinario, solo le dita e i tendini che cominciano a protestare indolenziti.
Chiudo.
Ti prego, mi basta anche del fumo.
Apro.
Ancora nulla.
Chiud...
-Cosa diamine stai facendo?- domanda una voce alle mie spalle.
Scatto in piedi come una molla e la mia voce produce uno strano suono stridulo che mi fa arrossire, mi volto e incontro lo sguardo freddo e penetrante di Draco Malfoy.
-Niente- mi affretto a dire abbassando lo sguardo, come una bambina colta sul fatto, mentre magari voleva rubare una caramella.
-Va bene- dice svogliato. -Vieni con me- non è una domanda o un'invito, è un vero e proprio ordine. Mentre comincia a camminare io scavalco la panca, raccolgo la tracolla e lo raggiungo, allungando il passo. Non dice una parola e io lo seguo senza fare veramente caso a dove andiamo, perchè sembra così difficile parlargli ora?
-Ehm...- decido di rompre il silenzio. -Hai visto il...-.
-Quella patetica imitazione di un giornale?- chiede freddo e con gli occhi stretti a due fessure.
-Sì- rispondo in un sussurro.
-Sì- mi fa eco piuttosto calmo, forse ha avuto il tempo di sbollire durante la giornata. -Pansy lo ha preso ad uno stupido ragazzino del primo anno, inizialmente solo per ricordare al moccioso di non leggere certa robaccia, poi ha visto la brutta faccia di Potter in prima pagina, e me lo ha mostrato- la sua espressione seria ha un leggero spasmo, prima di diventare schifata.
-Sei arrabbiato?- punto gli occhi sulle mie scarpe, senza smettere di seguirlo.
-Secondo te?- si limita a dire in tono neutrale.
-Sì- dico in un soffio. -Draco, non sai quanto mi dispiace! Gli avevo chiesto di non parlare della tua famiglia, ma non mi ha ascoltata!- inizio a parlare senza nemmeno prendere fiato. -Ti giuro, io non ho detto una sola parola su ciò che è successo a Natale...E ho litigato con Harry, di brutta maniera oltretutto, quando lo ho scoperto...puoi chiederlo a chiunque! Ho persino fatto finire al buio l'intera Sa...- le labbra di Draco trovano improvvisamente le mie, impedendomi di continuare a parlare.
È un bacio forte, scomodo e confusionario, come se si stesse trattenendo, ma non ci riuscisse realmente.
Fatico a respirare, ma subito il suo contatto diventa più leggero, fino a che non termina. Ansima appena a pochi millimetri da me. -Parli un pò troppo- ghigna divertito. -Non sono arrabbiato con te, ma con quel disagiato di Potter. Non pensavo cadesse così in basso- alza le spalle, scostandosi da me. -Anche Tiger e Goyle se la sono presa piuttosto male, volevano vendicarsi, ma gli ho convinti a non farlo. Sarebbe come ammettere di aver letto quell'intervista-.
-Draco...- lo ammonisco per il "disagiato" e il "non pensavo cadesse così in basso", ma lui alza ancora le spalle e riprende a camminare. -Credevo davvero fossi arrabbiato con me, mi hai fatto venire gli incubi sai?-.
-Sul serio?- mi guarda divertito di sbieco.
Annuisco e mi avvicino di più a lui lasciando scivolare una mano sotto la tunica del Serpeverde, facendo così passare il braccio dietro la sua schiena, in una specie di strano abbraccio. Senza pensare il suo parte posandosi sulle mie spalle e avvicinandomi di più a lui. Lascio che la testa si abbandoni sulla sua spalla ed espiro, inebriandomi di quel dolce profumo alla menta.

La camminata di Draco si arresta dopo un sua squallida battuta sul cibo, che però ci fa ridere parecchio, forse troppo per essere così squallida. -Non posso crederci!- ridacchio scostandomi lui, cosa di cui mi pento immediatamente, visti i brividi di freddo che inizio a provare.
Le risate si esauriscono lentamente e solo ora mi rendo conto di trovarmi nei sotterranei, davanti al muro che cela l'entrata ai dormitori di Serpeverde. Draco si fa serio prima di me, e dopo aver posato le sue mani sui miei fianchi si avvicina di nuovo, prima di piegarsi sul mio orecchio e sussurare con l'alito fresco. -Dormi con me questa notte- mi ricorda vagamente la voce lamentosa si un bambino viziato.
-Non so se...- lancio una veloce occhiata al corridoio buio da cui siamo arrivati titubante, da qualche parte, oltre questo corridoio e diversi piani più su, ci sono i gemelli, che probabilmente si chiedono che fine abbia fatto. -Ehm...comunque non è presto? La Sala Comune sarà ancora piena di gente- cerco di dissuaderlo dall'ottenere la risposta che vorrebbe, alla domanda che mi ha posto.
Alza le spalla scostandosi leggermente da me, quanto basta per potermi di nuovo guardare negli occhi. -È un problema se ti vedono con un Serpeverde, Potter?- dice con tono cattivo, ma subito ridacchia facendomi intendere che scherza.
-Scemo...- stringo gli occhi in due fessure e ridacchio anche io, mentre lo colpisco con la mano su un punto del petto che sono sicura non presenti lividi. -Se non sbaglio è ancora contro il regolamento-.
-Lo è- si abbassa per far incontrare le nostre labbra in un bacio semplice e casto, mentre con le dita mi pettina alcune ciocche di capelli. -Ma il prefetto sono io- ghigna. -Apettami qui, torno subito-.
Draco si separa da me senza darmi il tempo di controbattere e si volta con uno scatto verso i muro, sussurrando la parola d'ordine, che non riesco a cogliere. Attraversa il passaggio fiero e spavaldo, prima che il muro si richiuda alle sue spalle. Chissà cosa gli passa per la testa?
Alzo le spalle ed estraggo un piccolo foglio dalla borsa, e dopo essermi appoggiata ad un libro scarabocchio alcune righe veloci.

Torno tardi, non provate nemmeno ad aspettarmi alzati, oggi eravate distrutti.
E non cercate di convincermi a tornare prima con una risposta, tanto non la leggo.
...Probabilmente non torno nemmeno, non ditelo a Hermione.
Buona notte

Mary

Incanto il biglietto e lo indirizzo a Fred e George, con un'incantesimo che mi hanno insegnato loro. Probabilmente sbufferanno quando lo riceveranno, ma è altrettanto probabile che diranno ad Hermione di non preoccuparsi. Quella ragazza sa essere davvero una guasta feste quando ci si mette. Emetto un suono a metà tra uno sbuffo e un sospiro, un istante prima che il muro si apra di nuovo, rivelando Draco, che con la mano mi fa segno di seguirlo.
Lo raggiungo entrando nella deserta Sala Comune di Serpeverde, come ha fatto a far sparire tutti? -Come hai fatto?- domando in un sussurro.
-Non ci crederai, ma ci sono studenti che mi ascoltano- sorride cominciando a salire le scale. -A Serpeverde più la tua famiglia conta e sei avanti con gli anni, e più le persone obbediscono-.
-Capisco...- mento spudoratamente.
-Però muoviamoci- affretta il passo ridacchiando sottovoce. -Alcuni ragazzini sgattoioleranno presto fuori dalle loro stanze-.
Annuisco e lo seguo fino alla porta della sua camera, in cui entriamo in silenzio. Non è cambiato nulla dall'ultima volta, la cassettiera, l'armadio, la poltrone, il pianoforte, il letto dai colori di Serpeverde e il cassetto dei cioccolatini. Mi avvicino subito al comodino e apro di scatto il terzo cassetto dal basso. Vuoto.
-Ehm...la lettera la hai letta anche tu- risponde ad una mia occhiata triste. -Appena arrivano te ne porterò uno- sorride dopo per accontentarmi, prima di lanciare un'incantesimo per sigillare la porta e insonorizzare la stanza.
Decido di cambiare obbiettivo e mi avvicino al piano, sfiorando i tasti con le dita, non abbastanza forte da provocare dei suori. Sento le sue braccia circondarmi da dietro, e il suo mento appoggiarsi ad una delle mie spalle. -Suoni per me?- domando in un sussurro, anche se nessuno ci può sentire.
-Va bene- soffia lui nel mio orecchio. -Ma tu suoni con me-.
-Non suono da un sacco di tempo- mi lamento chiudendo gli occhi, visto che non posso vedere i suoi.
-Non fa nulla- dice tranquillo.
-Va bene-.
-Va bene-.

Mary Lloyd, la chiave e il volto del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora