Genio si girò verso Martin, e lo vide appiattito a terra sotto di lei, con lo stomaco ricoperto dalla gonnellina leggera aperta come una corolla di petali in disordine. Forse era pallido e con i capelli scivolati indietro ed induriti come se una potentissima ventata lo avesse investito in pieno volto e pietrificato al flusso dei pensieri che iniziavano a scorrergli dentro.
― Cazzo Martin, sei davvero un cesso quando trombi!
Martin rantolò coprendosi il viso dal suo sguardo.
― Genio, che cazzo di serata. Sei un pervertito, ma ti adoro.
Genio rise gongolando nell'anima e sporse in avanti le labbra quasi per mandargli un bacio nel vuoto.
La ragazza che era con Martin sembrava sul punto di morire e Martin colse l'occasione per sollevarsi un poco e passarle sopra, per poterla guardare negli occhi. Martin adorava tirarla per le lunghe perché ogni volta che faceva sesso voleva avere il tempo di capire cosa stesse succedendo dietro le varie espressioni che vedeva comparire sul volto che aveva di fronte. Aveva bisogno di mettere ogni ragazza alla prova, le voleva osservare per cercare dentro le loro espressioni cieche qualcosa di se stesso che ancora continuava a sfuggirgli.
Solo con Ludovica non aveva sentito questo bisogno, perché gli sembrava di trovare nei suoi occhi tutto ciò di cui sentiva il bisogno in ogni momento.
Stremato dai pensieri che non riusciva a tenere a freno, alla fine Martin cadde su di lei senza forze e si lasciò totalmente andare. Rimasero per qualche istante immobili, Martin con la testa premuta sul suo petto, mentre le respirava affannosamente contro, finalmente ad occhi socchiusi.
Non si era accorto da quanto tempo Genio avesse finito di darsi da fare con la ragazza toccatagli a sorte, perché i due ormai erano in piedi completamente rivestiti poco lontano e stavano parlando del più e del meno, lanciando dalla loro parte qualche sguardo distratto ed un po' impaziente.
Quando Genio fu certo che anche Martin si fosse completamente disgregato, fece un colpo di tosse per attirare la sua attenzione. Martin si girò a guardarlo, dopo un po' rotolò di lato, si richiuse i jeans e scivolò fuori da sotto la grata di metallo. Cercò di darsi una ripulita, ma quello che avevano appena fatto sotto la scala antincendio aveva solo peggiorato il grado di sporcizia che già l'Autan aveva fissato sul suo corpo e fra i capelli, non si muovevano quasi più, non scivolavano fra le mani. Quando Martin cercò di pettinarsi, le dita gli rimasero inforcate fra i ciuffi e dovette sfilarle dalla massa stopposa che aveva in testa. Genio rise notando il gesto di disgusto ed imprecazione.
Ormai in piedi, Martin aiutò la ragazza ad uscire, sollevandola da sotto la grata con una forte bracciata intorno alle sue spalle. Poi sistemò i capelli, le diede un bacio molto lungo e lei tornò a stringergli il pacco con una mano, mentre con l'altra faceva segni di vittoria ed esultanza verso la sorella che la stava osservando. Martin se ne accorse e la allontanò con gentilezza.
La Pari si riprese dalla sorpresa del sentirsi un po' respinta e fece finta di allontanarsi ancora di più.
― Comunque, mi chiamo Francesca, e lei è Sara.
― Tanto piacere. Avete bisogno di un passaggio?
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Tre maggiore di due
RomanceRomanzo New Adult LGBT Intreccio di storie di tre ragazzi che nei primi anni universitari scoprono sulla propria pelle cosa voglia dire crescere, misurare i propri desideri, conoscere i propri limiti, superarli e pagarne il prezzo. Il racconto parte...