Ludovica si accorse che il professore stava fissando Martin, e si voltò a guardare il suo ragazzo in viso. Notò una lieve smorfia che Martin stava assumendo senza accorgersene, che gli tirava in alto un angolo delle labbra, che gli sembrarono serrate quasi fino a mordersi.
― Ehi, sveglia Martin! Forse Gaeta vuole che commenti tu gli ultimi versi!
Martin si voltò verso di lei, con aria inespressiva.
― Li hai sentiti?
― ...no... Ludovica... non ho sentito nulla...
Martin aveva serrato gli occhi sul quaderno bianco ed ancora una volta non riusciva ad uscire dallo stallo di silenzio in cui si era infilato di fronte a Gaeta. Pur senza riuscire a guardarlo quasi era certo che sul suo viso fosse comparsa un'espressione divertita.
Finché Gaeta con uno schiocco di mani, come un battito secco che sembrò squarciare il silenzio fra di loro, rise brevemente e si staccò dalla cattedra.
― Va bene, finiamola qui. Però voglio che l'interessata sappia che avrei davvero gradito continuare la conversazione, ed approfondire l'argomento serenamente. Anche perché... quella voce me la ricorderò. E saprò chiedere spiegazioni, al momento giusto.
La promessa sembrò quasi una minaccia, e la cosa fece ancora più ridere Gaeta, che in effetti era sempre sinceramente divertito all'atteggiamento intimidito dei suoi studenti. Divertito, ma mai realmente sadico o cattivo, la sua intelligenza non glielo avrebbe permesso, di questo probabilmente gli studenti erano consapevoli, anche se qualche volta Gaeta si era chiesto se i ragazzi, e le ragazze, che sfilavano d'avanti a lui al momento dell'esame, fossero o no in grado di distinguere il rigore richiesto e la correttezza dovuta dall'abuso di potere.
Nelle ultime file un brusìo cominciò a serpeggiare, probabilmente fra chi sapeva chi fosse stata a parlare, e che sicuramente si stava vantando di aver tenuto in pungo per qualche minuto l'imprendibile attenzione di Gaeta.
Dopo poco la lezione finì, e Gaeta uscì per primo, quasi attratto da una forza potente che non gli permise neanche di fare le ultime battute sulla porta. Martin era rimasto immobile al suo posto, distrattamente assorto nell'osservare la porta da dove Gaeta era andato via, mentre Ludovica lo guardava. Sembrava abbastanza seccata.
― Ma che ti prende, Martin! Ma dove cazzo vai con la mente?
― Ludo, ti prego... non adesso.
Martin saltò in piedi per allontanarsi da lei e dalle sue domande, mente gli studenti delle ultime file si stavano spostando in avanti tutti insieme, scherzando e ridendo su quanto fosse appena accaduto.
― Sei davvero una stronza! Hai rischiato di farci cannare tutti!
Una ragazza con il passo pesante scandito da grossi tacchi quadrati stava camminando, senza dare molta importanza ai commenti di un'amica.
― Io guarda... non ti conosco... sei la solita...
Ludovica afferrò per un braccio la ragazza che stava aprendo con superbia il piccolo corteo, e lei si girò per guardare chi l'avesse fermata.
― Marika!?
― Ludo, non sapevo di trovarti qui!
― Eh, neanche io. Ma ti ho riconosciuta dalla voce...
Ludovica rideva dopo averle dato due baci sulle guance.
― Non ci sei stata ai primi incontri con Gaeta, non ti ho vista. E anche ieri, non mi hai detto che avresti frequentato anche quest'anno.
― In effetti no, ho deciso all'ultimo momento, stamattina.
L'altra ragazza si intromise.
― Ludo, questa... quest'anno... ci farà morire tutti... si è messa in testa certe idee...
Martin era rimasto in attesa di Ludovica un po' in disparte, nervoso e immobile a guardare le porte, ascoltandole ma prestando poca attenzione al sottofondo delle ragazze che continuavano a chiacchierare.
― Cioè?
Ludovica aggrottò le sopracciglia, finendo di sistemare le sue cose nell'ampia borsa a tracolla.
― E cosa vuoi che sia? La conosci, no? Ha visto Gaeta... ha deciso che se lo deve fare prima della fine del corso.
Ludovica rise, ma poi divenne seria quasi subito.
― No, ragazze... state alla larga! Divertitevi, trombate finché volete... ma fatelo lontane da me... dal mio posto... dalla mia casa... vi prego!
Risero un po' tutte, compresa Marika, che diede quasi l'impressione di ricevere un complimento.
― Eccola qua, la nostra Ludovica, paurosissima verginella di primo pelo.
Ludovica guardò Marika di sottecchi alla battuta che le facevano sempre, accusandola di essere troppo spaventata di tutto.
― Non si tratta di avere paura, ma ho già tanti problemi, pensare ad un annata con Gaeta sul piede di guerra... non ne voglio sapere niente.
― Ma... veramente hai l'intenzione di provarci con Gaeta?
La domanda irruppe fra di loro come una bella battuta su cui ridere a crepapelle, ma Marika non rise, piuttosto si fermò ad inquadrare chi gliel'avesse fatta.
― Che problema c'è scusa? Non vedi che gran pezzo di figo? Cos'è, proprietà privata del Rettore?
― Ma che stronza, la solita troia senza contegno.
― Che incubo ragazze!! Mi state gettando addosso una paranoia che neanche sapete!
― Stai calma Ludo! Qui si scherza un po'!
― Sai che grasse risate alzarsi la mattina e trovarsi Gaeta mezzo nudo che gira per casa...
Mentre Marika rideva aggiustandosi i capelli e riassestandosi le tette verso l'alto, Ludovica terminò la frase per il resto dei presenti.
― ...io e Marika siamo coinquiline... Ti prego, non farmi questo scherzetto, è un esame importante per me, ed anche per Martin.
Ludovica si accorse in quel momento che Martin era rimasto tagliato fuori dalla conversazione, anche perché le sue amiche ancora non lo conoscevano. Qualche sera prima solo Genio era andato da lei per passare una serata tranquilla fra amici.
Ludovica si voltò verso Martin alle sue spalle, leggermente indietro e che non era stato notato come il fantomatico ragazzo che però nessuna avesse visto prima. La loro attenzione quindi si spostò su Martin che Ludovica indicava con una certa nota di pudore. A quel punto Martin dovette avvicinarsi, inserendosi nei loro discorsi senza sapere di cosa stessero parlando.
― Lui è Martin... il mio ragazzo...
Con la mente ancora sulle porte ormai deserte, Martin sorrise loro di un sorriso che solo lui sapeva sfoderare nelle migliori occasioni, lasciando abbagliate le amiche di Ludovica. Martin colse in lei il desiderio di metterlo in mostra, e la aiutò divertito ed innamorato, affacciandosi al centro del gruppetto dall'alto delle spalle della ragazza, abbracciandola da dietro in un modo coinvolgente e molto fisico, che fece rimanere tutte a bocca aperta nell'osservare la scena sinuosa e molto sexy. Martin infatti le aveva passato le braccia attorno alla vita e l'aveva strinta a sé, aveva lievemente infilato il ginocchio fra le sue gambe, come per sollevarla da terra. Ludovica era rimasta come intrecciata intorno al corpo di Martin, bellissimo con i suoi capelli spettinati, i jeans aderenti, le labbra morbide e vistose, gli occhi di un verde intenso da lasciare senza fiato chiunque. In quella posizione un po' riverso in avanti, Martin mostrava in pieno petto il ciondolo rosso fuoco che metteva in risalto un insieme di colori contrastanti e tremendamente aggressivi. In quel momento, il contatto con il corpo di Ludovica, gli trasmise l'intensa gioia che lei stava provando d'avanti alle sue amiche, sicuramente un po' troie, nell'esibire Martin ai loro occhi. Martin le diede un bacio sul collo, rimanendo con il mento poggiato sulla sua spalla.
Ludovica vide negli occhi delle amiche la sorpresa ingenua e divertita.
― Amiche, sapete che vi dico... tenetevi Gaeta, che io... ho altro a cui pensare.
Ludovica rise mentre Martin iniziò a dondolarla da un lato all'altro, un po' sorpreso dal sentire ancora ed ancora il nome di Gaeta pronunciato da tutti, anche in quel momento.
Le ragazze si scambiarono sguardi complici.
― Certo che la Ludo, o fa la suora o si porta a casa un pezzo da novanta.
Martin rise, ma quasi per inerzia, non era in grado di inserirsi nella conversazione. E per essere sicuro che nessuno gli chiedesse nulla, le diede un bacio, e poi un altro.
― Bé... noi andiamo... però vi prego ragazze, non fate casini, non quest'anno, non con Gaeta.
Martin sentì un pugno allo stomaco.
― ...di che parlate...tesoro?
Ludovica si girò un poco verso di lui, che non l'aveva mai chiamata prima in quella maniera.
― Lei è Marika, una mia coinquilina... sicuramente Genio te ne avrà parlato...
Martin ricordò le chiacchiere da arrapato di Genio sulla tipa che aveva passato tutta la sera sulle sue gambe, ma era più interessato a capire quali fossero i possibili guai con Gaeta.
― Sì, mi ha accennato a qualcosa... è tua cugina, no? ...e quindi?
Mentre parlava Martin si strofinava a lei, facendosi volutamente notare dalle ragazze che aveva d'avanti, sentendo Ludovica tremendamente felice per la scena che Martin le stava regalando.
― No, non siamo cugine, perché me lo chiedi?
Martin squadrò Marika, non stava capendo nulla della discussione, cercando di sapere se la ragazza che stesse osservando potesse corrispondere a quella di cui gli aveva parlato Genio e che per tutta la serata gli si era strofinata contro fino a farlo impazzire per poi mandarlo a casa senza concludere nulla. In effetti, dallo sguardo e dai modi totalmente sregolati, avrebbe potuto esserlo. Ma... i guai con Gaeta?
― Genio mi ha detto di aver conosciuto tua cugina...
― Sì, lo so. Ma poi ha passato la sera con Marika... non mi dire che no si è accorto che fossero due persone diverse... Martin!! Il tuo amico è un porco!
Martin le sorrideva fra i capelli, cercando di limitare le sue lamentele verso Genio e sentendo allontanarsi il cuore del discorso che realmente lo aveva lasciato incuriosito. Perché Ludovica aveva paura che potesse succedere qualcosa con Gaeta? Ancora non era riuscito a capirlo.
― Ludo... devi capire... Genio è così... va a pile... ma che c'entra tua cugina...
Ludovica si liberò ridendo dal suo abbraccio, ma un po' rideva per il solletico che Martin le stava facendo sulla schiena, mentre sentiva brividi su tutto il corpo.
― Insomma, lei non è mia cugina... lei è Marika! Lei è Marika... ed è una mia coinquilina. Mia cugina si chiama Francesca.
― Ho capito come si chiama... piacere di conoscerti...
Martin dovette cedere, non riusciva ad insistere senza essere insistente.
Le altre ragazze presenti avevano assistito alla scena alquanto strana, visto che a flirtare con un bellissimo ragazzo come Martin ci fosse Ludovica e non una di loro, e Martin anche per questo, volutamente calcando la dose di smacerie, si era lasciata sfuggire la possibilità di capire di cosa stessero realmente parlando. Fino a quando, come al solito, l'argomento Gaeta riemergeva spontaneamente.
― Insomma... anche quest'anno si è aperto il toto Gaeta.
Tutto il corpo di Martin si gelò contro di lei. Smise di respirare e sentì il suo cuore battere contro la schiena di Ludovica al punto da pensare che lei se ne potesse accorgere.
― Ah...
Gli tremò la voce per un attimo, ma non volle nuovamente rinunciare a capire.
― ...e... che cosa... sarebbe?...
Un'altra ragazza si intromise a dare maggiori spiegazioni, vedendo che sia Ludovica, che Martin, così presi dal loro strusciamento, non avevano intenzione di finire compiutamente nessuna delle frasi che stavano pronunciando.
― Sarebbe che la qui presente Marika Pezzarossa ha solennemente dichiarato di volersi fare Gaeta prima della fine del corso. E la cosa preoccupa un po' la nostra amica puritana e timorosa di dio, e di Gaeta, che teme di vedersi girare in casa Gaeta semi nudo all'ora di colazione... magari il giorno dell'esame.
Martin stava quasi perdendo l'equilibrio, se non fosse stato per il bilanciamento sulle gambe di Ludovica, che lo sorresse ed un po' rise alla mossa maldestra. E rise anche quando Martin strinse la presa intorno a lei e l'abbracciò forte sotto gli occhi di tutti.
― Detto chiaramente Martin, tu ancora non la conosci, ma... è quasi certo, Marika si farà Gaeta, e lo farà a casa di Ludovica, e sarà la scopata del secolo.
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Tre maggiore di due
RomansaRomanzo New Adult LGBT Intreccio di storie di tre ragazzi che nei primi anni universitari scoprono sulla propria pelle cosa voglia dire crescere, misurare i propri desideri, conoscere i propri limiti, superarli e pagarne il prezzo. Il racconto parte...