Martin aprì gli occhi per guardarla, erano tornati del colore che Ludovica conosceva, del suo verde color Martin dentro cui Ludovica moriva ogni volta. Non aveva mai provato tanto amore per qualcuno e ringraziava il cielo che Martin le avesse consentito di stargli accanto in un momento come quello, se pur Ludovica non ne stesse comprendendo il significato, ed il perché.
Martin non le rispose, le toccò solo il viso con una carezza dolce che la riempì di schiuma su una guancia, e la avvicinò a se per darle un bacio.
― Ti ho avvertito, Martin, non un solo schizzo, non un solo accenno...
Martin sprofondò maggiormente nell'acqua, come quasi per distendersi di più, pronto ad obbedire ad ogni cosa.
― Stai tranquilla, non sarò io a tirarti dentro. Voglio godermi tutto quello che mi farai.
Ma Ludovica, continuando a massaggiargli i muscoli, non colse l'ennesima richiesta che Martin le stava facendo di esagerare, di farlo impazzire almeno una volta ed al punto da non permettergli di pensare ad altro. E invece Ludovica armata di spugna scese piano sul suo torace e sentì l'ombelico di Martin sotto le sue dita e Martin si abbandonò all'indietro con la testa, toccando le piastrelle bianche a fiorellini rosa della parete alle sue spalle, e pensò che fosse finalmente arrivato il momento. Rimase fermo, assalito dalla sensazione di piacere che i tocchi leggeri di Ludovica gli stavano provocando. Sentiva che il senso di pulizia che iniziava a riempirlo non era solo fisico, perché sentiva come l'immagine di Gaeta si stesse allontanando dietro il profumo che Ludovica sprigionava, come se Gaeta si stesse sciogliendo e divenendo schiuma leggerissima, che però comunque, gli rimaneva incollata addosso. Ma nonostante Martin si fosse totalmente abbandonato a lei, Ludovica non si decideva a scendere più in basso.
E mentre Martin avrebbe dato tutto l'oro del mondo per sentire le mani di Ludovica infilarsi sotto l'acqua, sempre più a fondo e prendere fra le dita la sua erezione e continuare a massaggiarlo con dolcezza fino a farlo morire senza fiato, Ludovica pensava a fare attenzione a non sfiorargli zone intime, per fare in modo che Martin si rilassasse affondo, senza preoccupazioni di dimostrarsi forte e sempre all'altezza dell'immagine che aveva di se stesso e che gli altri avevano di lui, secondo lui. Martin era rimasto senza fiato al desiderio di iniziare a sentirla farsi strada, ma la cosa non successe ed a Martin rimase un groppo in gola fatto di dolorosa delusione e solitudine. Avrebbe solo voluto che Ludovica prendesse almeno per una volta l'iniziativa, come Ludovica stessa aveva dichiarato all'inizio, e che lo stupisse possedendogli i pensieri, sorprendendolo ad ogni gesto, colmandolo di attenzioni e baci inconfessabili, di carezze, e colpi di follia, e morsi e perdita di fiato contro di lei, dentro di lei, per amarla ed essere amato come mai, mai succedeva se non solo nei suoi sogni, nei suoi desideri, nei momenti più intimi quando Martin attendeva che Ludovica riuscisse a prenderle i pensieri fra le dita e li premesse come un limone da cui estrarre tutto il succo fino alle lacrime, e farsi bere da lei fino all'osso ogni tipo di energia, ogni luce dagli occhi, ogni fibra minuscola del suo corpo che in quel momento era sospeso verso di lei solo pronto per essere divorato.
Ma Martin era solo rimasto ad occhi chiusi con la testa riversa all'indietro, aggrovigliato in un sogno di desiderio in dormiveglia, a cui Ludovica non seppe dare corpo, che Ludovica non colse, che Ludovica non capì essere la sola cosa di cui Martin avesse bisogno in quel momento, essere scopato a morte da lei, senza che lei ne chiedesse il permesso, senza che lui dovesse chiederglielo, e Martin si sarebbe concesso in silenzio fino a consumarsi. Avrebbe voluto che Ludovica lo estinguesse in quella vasca, così come si trovava, che lo annientasse senza pietà ed attimo di tregua, senza dargli il respiro per riprendersi.
Ludovica invece gli strofinava il collo e Martin lievemente si voltava dal lato della rubinetteria nascondendo la sua erezione poderosa, talmente Ludovica era concentrata a ricoprirlo di baci dietro le orecchie, ad asciugargli la fronte dalle gocce che colavano dai capelli ormai totalmente bagnati. Tutto il corpo di Martin era ricoperto di schiuma, ma a nudo c'era solo la sua anima, ma Ludovica non la seppe leggere, e non si accorse di niente. Neanche l'espressione del volto, già tirata e poi distesa poteva fargli notare lo stato di disperata eccitazione in cui versava Martin. Ma soprattutto non se ne poteva accorgere perché l'eccitazione che Martin provava era causata sopra ogni cosa dallo stato alterato di coscienza in cui continuava a sprofondare. Nonostante il suo corpo fosse ormai pulito da ogni tipo di scoria della notte trascorsa, la sua mente stava rielaborando con i tempi propri il carico emotivo che lentamente iniziava a riemergere.
Ludovica raccolse in una mano una colata di shampoo mentre Martin si torceva in avanti, avrebbe preferito che Ludovica avesse fra le mani il suo cazzo ormai duro e bisognoso di attenzioni, ed iniziò ad insaponargli i capelli con dolcezza, cercando di non fargli scendere la schiuma negli occhi. mentre ancora Martin da solo sotto il pelo dell'acqua stava cercando di fare quello che avrebbe voluto facesse Ludovica, e la tensione diventò opposta, perché a quel punto con tutta l'anima non poteva che sperare che lei non se ne accorgesse, perché l'offesa sarebbe stata troppo grossa, ricambiare con un gesto aperto erotismo tutto lo sforzo di Ludovica di regalargli un momento di magico relax e raccoglimento. Mentre muoveva piano la sua mano a Martin sembrava quasi di tradire le buone intenzioni della ragazza di fare che quel momento fra loro fosse un momento memorabile.
E lo sarebbe stato se solo lei fosse stata acuta al punto da cogliere davvero le sue necessità e non quello che lei pensava fossero. Come uno schema la storia della sua vita si ripeteva in quella vasca: Martin era abituato a navigare in solitaria. Nessuno era mai stato in grado di reggere il suo passo. Forse era quello che cercava ogni volta, nel fondo degli occhi di chi lo fronteggiava, di chi riusciva ad affacciarsi nelle sue profonde solitudini fisiche e mentali.
Ludovica gli aprì il getto d'acqua sulla testa ed in pochi minuti lavò via tutto il sapone. A quel punto Martin non poté resistere oltre. Decise di uscire dalla vasca, e Ludovica non fece nulla per impedirglielo. Riemerse tutto di colpo in una gloria corporea che mostrava la sua muscolatura bagnata e chiazzata di bianco sotto gli occhi di Ludovica che lo ispezionava centimetro per centimetro, mentre Martin si asciugava infilando un accappatoio che usava per la prima volta.
A piedi nudi sul pavimento uscì dal bagno, lasciandola seduta sul bordo della vasca, con le mani bagnate ed in volto un espressione torva ed interrogativa.
Nell'altra stanza Martin si stava rivestendo. Aveva infilato un paio di pantaloni chiari, meno aderenti di quelli che aveva appena tolto, e cercava nel cassetto una maglietta pulita. Ludovica lo raggiunse che ancora non l'aveva trovata, ed i capelli gocciolavano abbondantemente nell'interno del cassetto.
― Ma che fai Martin!
Ludovica lo allontanò dalla biancheria che si stava velocemente inzuppando.
― Aspetta, ti aiuto io.
Infilò le mani sotto una pila di indumenti ripiegati e ne tirò fuori una maglia che aveva riconosciuto dal colore, era una delle sue preferite. Martin intanto la osservava prendersi cura di lui, ma in un modo del tutto poco efficiente rispetto alle sue necessità. Ma forse un po' di colpa se la sentiva addosso, per non aver mai permesso a Ludovica di conoscerlo meglio, non poteva adesso lamentarsi dei suoi errori, delle mancanze nei suoi gesti che bruciavano sulla pelle nuda quasi come piaghe di sigarette accese.
Accecato dal bisogno di comunicare con lei un po' di più che per scegliere la maglietta da indossare, la sorprese alle spalle, afferrandola per i fianchi umidi per l'acqua della vasca. La voltò verso di sé e Ludovica non si aspettava quel gesto brusco con cui Martin la baciò forte e mentre con le mani cercava di sbottonarle i pantaloni.
La liberò velocemente dei vestiti, la spinse contro il muro della sua camera da letto. Indietreggiando la ragazza afferrò il bordo della scrivania, Martin la sollevò e lei si mise seduta, accogliendolo fra le sue gambe. Martin lasciò cadere in terra l'accappatoio, pronto per entrarle dentro fino in fondo e con una passione che Ludovica stava scoprendo così intensa in quella mattinata che sembrava essere nata sotto un'altra stella.
Ludovica si sentì attraversare con una forza che non gli sembrò la solita di Martin. Martin aveva voglia di fare sesso come mai Ludovica si era accorta prima. Aveva voglia di possederla tutta e senza neanche guardarla negli occhi come sempre faceva. La sensazione di piacere che Ludovica provò fra le sue braccia, sotto i movimenti di Martin contro di sé, la facevano sentire desiderata mai come in quel momento intensamente. Gli sembrava che Martin volesse tutto di lei, comprese le ossa. Così decise di non fermarlo, nonostante tutti i buoni propositi precedenti di non fare l'amore in quel momento difficile per Martin. Lanciò quasi un urlo di accecamento totale e di piacere quando sentì il suo orgasmo arrivare potente a farle tremare le ginocchia e le gambe. Martin la sorresse, perché altrimenti sarebbe caduta in terra. Poi le cadde in ginocchio davanti per affondare dentro di lei i suoi baci intrisi del sapore del loro amore e che Martin voleva avere sulle labbra.
Martin con Ludovica non si era mai comportato in quella maniera. Le tornò dentro per l'ultima volta e dopo pochi istanti Ludovica gli morì addosso di nuovo, stritolandogli le spalle e affondandogli le dita quasi nella carne.
In quel momento venne anche Martin, che si lasciò cadere seduto sulla poltrona accanto, di fronte a lei che era rimasta abbandonata sulla scrivania ed illuminata dagli spaghetti di luce che entravano dalla tapparella e che davano alla stanza un'atmosfera indistinta fatta di luce bassa ed odore di sesso, caffè e bagno schiuma ancora sospesi e mescolati insieme nell'aria della sua stanza.
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Tre maggiore di due
RomanceRomanzo New Adult LGBT Intreccio di storie di tre ragazzi che nei primi anni universitari scoprono sulla propria pelle cosa voglia dire crescere, misurare i propri desideri, conoscere i propri limiti, superarli e pagarne il prezzo. Il racconto parte...