Capitolo 15 - I

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Martin aspettava Genio seduto al tavolino del pub dove si erano dati appuntamento. Aveva ordinato da un pezzo una Tennent's, e l'aveva quasi finita, ma di Genio non se ne vedeva neanche l'ombra. La gente continuava ad entrare nel locale, ed ogni volta che si apriva la porta, vedeva altre facce comparire una accanto all'altra, ma del bel faccione da schiaffi di Genio... ancora niente. La cameriera gli posò sul tavolo un'altra ciotola di patatine, sorridendogli mentre si muoveva seguendo le varie ordinazioni.
― Fai attenzione bellino, è ancora presto per bere a stomaco vuoto.
― ...ehm... grazie.
Martin la guardò allontanarsi, mentre lei ogni tanto si voltava sorridendogli.
Facendo barcollare con la punta del dito la ciotola ormai di nuovo quasi vuota, iniziava a seccarsi per l'attesa. L'aria condizionata gli soffiava miracolosamente sulla testa, e lui involontariamente si sollevò la catenina d'oro contro le labbra, che si infossarono come tagliate in vari punti dalle maglie luminose e lievemente martellate con un motivo a griglia. Il ciondolo uscì fuori dalla maglietta e lui se lo infilò prima fra le labbra e poi in bocca, giocherellando con la lingua e facendolo tintinnare contro i denti. Il rumore che ne usciva, Martin lo poteva sentire come una vibrazione bassa attraversargli tutto il corpo, e da sempre quel suono gli provocava una sensazione di benessere profondo difficilmente spiegabile.
Era perfettamente consapevole che alcune ragazze ad un tavolo in fondo alla saletta lo stavano osservando, ma Martin rimaneva concentrato sui suoi pensieri, e sulla linea biancastra della schiuma di birra che aderiva alla superficie interna del bicchiere.
Si passò una mano fra i capelli, che rimasero disordinati ed un po' dritti verso alto. Per un attimo intravide la sua immagine riflessa contro il bordo dell'oliera d'acciaio che aveva d'avanti, ed osservò i ciuffi che si erano mantenuti alzati. Poi li vide ricadere da un lato. Sorrise al pensiero di come Ludovica adorasse posizionarli lei in quella maniera, avendo cura di ogni ciocca, giocandoci delicatamente con la punta delle dita. Un tuffo al cuore gli fece alzare lo sguardo dalla schiuma che via via si appiattiva evaporando. Facendo cadere fuori il ciondolo dalle labbra, sgranocchiò un mazzetto di patatine, di nuovo producendo volutamente rumore. Le ragazze in fondo alla sala risero forte, scambiandosi colpetti sulle cosce e varie gomitate di consenso.
Finché una si alzò dal tavolo staccandosi dal gruppo. A Martin non sembrò la più sfrontata, ma piuttosto quella che aveva perso una scommessa. Ma mentre la ragazza si muoveva, Martin si accorse di non essere certo che si stesse dirigendo verso di lui. Forse aveva voglia di dare un'occhiata al carrello dei dolci, che era giusto alle sue spalle, o forse cercava il bagno... o forse andava fuori a controllare qualcosa...
E mentre Martin ipotizzava le varie possibilità, la ragazza gli si fermò d'avanti nello stesso momento in cui Genio le comparve accanto spalancando la porta del locale. Sembrava si fossero coordinati in una strana coreografia giusto per farlo sorridere ed aggredirlo insieme. Martin trasalì alla loro improvvisa presenza a pochi centimetri di distanza e li guardò in attesa che dicessero qualcosa, qualunque cosa, perché ormai era solo al pub da troppo tempo.
― E figuriamoci se Martin rimane solo per più di dieci minuti!
La ragazza guardava il nuovo arrivato, che con la sua imprevedibile comparsa, l'aveva disorientata facendole crollare la scenetta che aveva messo in piedi con le amiche poco prima. Infatti al tavolo in fondo le altre scoppiarono a ridere e lei un po' arrossì presa in contropiede.
― Genio, alla buon ora!


Tre maggiore di dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora