― Ma dove cazzo si trova questa casa!!
― ...Genio.
Martin si era voltato di scatto ad afferrare il telefono, sperando che il suo suono non svegliasse Ludovica, ma in realtà lei si sollevò un po' non appena Martin fu seduto con il cellulare illuminato fra le dita. Intanto cercava con l'altra mano di afferrare i boxer, ma in realtà una volta raggiunti, non li infilò.
― Martin! Che cazzo di domanda mi fai? Dove sono?! Non ne ho idea, cazzo!
Martin cercava di capire che ora fosse, perché era davvero tardi, e forse in realtà aveva anche dormito un po', non ne era certo, ma era felice di sentire Genio, anche se era decisamente seccato di sentirlo. Sentiva la sua stessa voce più roca del solito, e questo gli dava la sensazione dello stravolgimento delle ore precedenti. Alle sue spalle sapeva che Ludovica era sveglia, e la vedeva di sfuggita muoversi ed avvicinarsi a lui per ascoltare la telefonata. Ludovica gli accarezzò i fianchi allungando le mani in avanti, quasi per rendersi conto che davvero Martin fosse là con lei, o meglio che lei fosse là a casa di Martin e nel suo letto.
― ...ma stai bene?
― Sì, sto bene... ma con il culo in strada alle quattro del mattino! Cazzo!!
Martin iniziava ad essere sempre più sveglio, e rise per un breve momento.
― E perché non sei tornato a casa?
― Martin! Vaffanculo, cazzo!! Non so dove sia questa cazzo di casa!
Ancora Martin rise, e questa volta Genio lo sentì.
― Ma che cazzo ridi! Muovi il culo e vieni a prendermi!
― Genio... non sono solo...
Genio si ammutolì, e sembrò quasi calmarsi, abbassando la voce di colpo.
― Ma... avete finito?
― Ehm... sì, domani si comincia...
― Shhhhhh... è' lì?
― Eh... certo.
― ...Martin. Martin, davvero vai, non è un problema, io ti aspetto qui.
Ludovica stava ascoltando e d'altra parte non era possibile fare diversamente. Nel silenzio totale della stanza, Genio aveva gridato, come un ossesso posseduto dal maligno, ogni tipo di parolaccia ed imprecazione contro la segnaletica stradale cittadina, la topografia, la toponomastica e contro tutte le altre forme di pianificazione del piano traffico.
Martin in effetti rideva, anche se gli sembrava davvero sgradevole lasciare sola Ludovica dopo aver fatto l'amore con lei per la prima volta, ma anche un sollievo.
Ludovica lo abbracciò alle spalle, e gli ripeté che poteva andare tranquillo.
― Allora... come ti trovo... dove sei finito?
― Martin... non lo so... avevo inserito sul cellulare il nome della via ...ma mi trovo in un altro posto... ci sono palazzi alti... ma la zona mi sembra più moderna. Ci sono anche villette. C'è anche una madonna, da qualche parte... qua vicino... ma che cazzo ne so... mi sono perso! Ho fatto chilometri a piedi!
― Ma che nome hai inserito nel navigatore...
― Eh... via... Cardarelli, no?
― Puttana ladra, Genio! La casa è in via D'Annunzio!
Genio era nuovamente piombato in un silenzio nero.
― Cazzo... mi sono confuso... "La poetica del D'Annunzio" l'avevo copiata sullo stesso foglio di quella di Caravaggio...
― Genio... dove c.a.z.z.o sei?!
― In via Caravaggio, penso, sì... aspetta che leggo il cartello...cartello di merda, sta in fondo alla strada...
― Caravaggio o Cardarelli?
Silenzio.
― Agli esami cosa portavi, porca puttana! Portavi Storia dell'Arte o Italiano?
― Italiano.
― Allora sei in via Cardarelli. ...ma ti rendi conto di che cazzo stiamo parlando?! A che serve un navigatore in questi casi?
― Ma che ne so... qui non funziona niente!
― Genio... sono a letto con la mia ragazza, alle quattro del mattino... e tu mi parli della poetica del D'Annunzio?!... va bé, lasciamo perdere. Dimmi dove sei, e passo a prenderti al volo.
― ...Cardarelli! ...sono in via Cardarelli, lo sto leggendo.
― Ok. Fermati lì. Siediti, accendi un cero alla Madonna che hai trovato e non muoverti.
― Divertente.
La voce di Ludovica lo sorprese alle spalle, quasi aveva dimenticato la sua presenza là accanto. Martin chiuse la telefonata e si votò verso Ludovica che per quasi tutta la chiacchierata con Genio aveva continuato a baciargli una spalla. Era riuscita ad infilare la camicetta, che le cadeva larga e sbottonata sui fianchi, mostrando i capezzoli giusto lungo il bordo dei bottoni. Martin si fermò a guardarla, allungò una mano verso di lei, per scostare la stoffa. La accarezzò con la punta delle dita seguendo il contorno delle sue forme. Le prese un seno nel cavo di una mano, e sentì di nuovo il suo pene indurirsi senza controllo, ma anche la contemplava come da lontano. Ludovica non si accorse di nulla.
― Ludo... mi dispiace... ma... è inutile negarlo... ti dovrai abituare... Genio è... Genio è Genio.
Ludovica rise per il solletico che lui le stava facendo sull'addome, sotto la curva del seno, nell'incavo della pelle, mentre la pizzicava leggermente. Era in realtà un modo come un altro per rompere il ghiaccio.
― Vai tranquillo Martin, ho capito, non fartene un problema.
Martin si alzò in piedi, e nella luce fioca della stanza si mostrò completamente nudo d'avanti a Ludovica. Continuava a voltarle le spalle, o meglio, lei riusciva a scorgerne il profilo da tre quarti. Martin era bello da togliere il fiato, e nella penombra lo vide avviarsi verso il bagno, poi uscì a prendere qualche vestito. In pochi minuti l'acqua della doccia iniziò a scorrere, mentre Martin di nuovo parlava al telefono. Martin aveva ricevuto un'altra telefonata da Genio, e lo aveva sentito urlare spazientitamente divertito . Poi lo aveva visto comparire sulla porta, con la luce alle spalle. Controluce sembrava più alto e magrissimo, ma quando la luce si spense Martin tornò della consistenza corporea che lei stava iniziando a conoscere, ma che già amava profondamente.
― Allora, sto andando... tu ovviamente... sei a casa tua... se hai fame... la tv... musica. Torno presto.
Si piegò verso di lei per darle un bacio e Ludovica vide che facendo la doccia aveva bagnato anche i capelli, che erano quasi grondanti sulle spalle, e stavano inzuppando la stoffa della maglietta tutt'intorno al collo.
― A dopo.
Mentre lo guardava uscire dalla stanza Ludovica stava già legando i capelli in una coda per andare lei a fare una doccia, per finire con calma prima che fosse di ritorno.
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Tre maggiore di due
RomanceRomanzo New Adult LGBT Intreccio di storie di tre ragazzi che nei primi anni universitari scoprono sulla propria pelle cosa voglia dire crescere, misurare i propri desideri, conoscere i propri limiti, superarli e pagarne il prezzo. Il racconto parte...