Genio scattò dritto in avanti lanciandosi verso l'amico per non cadere. Gli passò un braccio sulle spalle e gli parlò gesticolando ampie forme nell'aria.
― Appunto, appunto Martin, era quello che stavo pensando. Guardala da un altro punto di vista...
Martin lo interruppe liberandosi dalla presa.
― Abbi pietà Genio, e non dirmi quello che stai per dirmi!
― Ma con chi credi di avere a che fare! Io sono il tuo migliore amico... oserei dire... l'unico?
― ...e mia madre ti ha sempre fatto girare la testa, e l'abbiamo appena sorpresa...
― Bé... tu non sai... ma che cazzo ne sai...
Genio si grattava la nuca cercando ipotesi da valutare insieme.
Martin si girò intorno, afferrò un telecomando ed accese l'aria condizionata, poi si sfilò la maglietta e si fermò a guardarsi allo specchio nella sua figura intera. Nella sua camera c'era uno specchio che ricopriva totalmente il muro che si apriva fra la porta d'ingresso ed una libreria. Si avvicinava e si allontanava a tratti, valutando nella penombra delle luci basse un leggero graffio che notò di avere su una spalla. Lo guardò da vicinissimo, dopo aver stretto fra le labbra la collana con il cuore rubino. Anche Genio si avvicinò per guardare meglio l'amico riflesso nello specchio.
― Ma guarda! Guarda quella bella maiala cosa ti ha lasciato!!
― ...ti piacerebbe! La tua è tutta invidia.
― E certo che è invidia! Vuoi che sia pietà?
Martin sbuffò, posizionandosi sotto il getto diretto dell'aria fredda, abbandonando le braccia a peso morto, e le sentì ricoprirsi di pelle d'oca che in quel momento gradì come una secchiata d'acqua gelida. Aveva la mente in subbuglio ed una grande confusione non lo lasciava pensare.
Solo poche ora prima era certo che a quell'ora sarebbe stato a Lecce e che magari avrebbe potuto incontrare Ludovica, se solo lo avesse voluto. Ed invece era ancora nella sua camera, con Genio e con al piano di sotto la madre con un amante giovane quasi quanto lui... anzi... là a pensare si rese conto solo in quel momento di quanto gli assomigliasse, se non altro appunto, per il fatto di essere tanto giovane.
Scosse vistosamente la testa, più che spettinarsi i capelli per farci cedere fuori l'ansia dei pensieri e dei sentimenti in contrasto che lo stavano, suo malgrado, dilaniando.
― Ti va una pizza? La mangiamo in giardino. Ma Genio, niente casini, stasera non è aria.
― Quello che vuoi Martin, scegli tu.
Martin alzò il telefono ed ordinò una valanga di cibo, mentre fissava Genio negli occhi soddisfattissimo.
Sentirono dal piano di sopra il ragazzo della pizza parcheggiare lo scooter vicino alla porta d'ingesso e suonare. Dopo pochi secondi il citofono interno suonò e risuonò senza che Martin si decidesse di alzare il ricevitore. Lo fece Genio, forse anche un po'spinto dalla fame. Era ormai sera, e non avevano mangiato niente per tutto il giorno.
― Sì Vittorina grazie, glielo riferisco, ma già ti dico che scenderemo in giardino.
Martin era rimasto fermo seduto sul bordo del suo letto ad osservare l'arredo della sua stanza, e sembrava particolarmente ipnotizzato dal flipper.
― Ti ricordi quando non ce ne staccavamo per interi pomeriggi?
― E sì...ma quando vuoi... sono sempre pronto a stracciarti!
― ...pensi che potrei... portarlo a Lecce?
― Sì, ma non domani in Maserati.
Martin sorrise guardandosi le mani abbandonate sulle ginocchia.
― Che ne sarà di noi... Genio. Ci pensi ogni tanto?
― E che vuoi che sarà? Che emigriamo a sud. Nuove avventure ci attenderanno, nuove fighe da scoprire... da perlustrare... nuovi orizzonti, nuovi profumi... la pizzica, il ballo degli indiavolati!
Martin sorrise ancora stringendosi nelle spalle e scuotendo il letto con i suoi movimenti.
― Sì ridi, ridi di tutto tu, e fai bene.
Genio gli si avvicinò fermandosi d'avanti. Sembrava afflitto di vederlo così sotto tono e malinconico. Si sedette in terra un po' di traverso e lo guardò con l'intensità che Martin non avrebbe mai sospettato fosse possibile nei suoi occhi.
― Sai perché rido di tutto?
Martin si accigliò guardandolo di sbieco, e già si preparava a qualche battutaccia.
― Perché rido per due, Martin.
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Tre maggiore di due
RomanceRomanzo New Adult LGBT Intreccio di storie di tre ragazzi che nei primi anni universitari scoprono sulla propria pelle cosa voglia dire crescere, misurare i propri desideri, conoscere i propri limiti, superarli e pagarne il prezzo. Il racconto parte...