Capitolo 18 - V

741 98 20
                                    

― Ma quello lì...
Laura indicava Genio con un dito, incredula anche lei dello scambio di persona fra i due mezzi.
― Quello lì... chi è?
― E' il mio compagno di viaggio.
Laura scoppiò a ridere, accarezzandogli il petto per fargli il solletico e Martin sussultò alla sorpresa del sentire le sue mani stringergli la muscolatura da sopra alla maglietta.
― Nel senso di... parassita?
― Come?
― E' un amico parassita? Sai, i documentari sui parassiti che vivono con noi e dentro al nostro corpo... su Focus, i 'compagni di viaggio'.
― Ma che dici, no, siamo proprio in viaggio insieme. E' come un fratello per me... poco dotato... in tutto quello che ti viene in mente, ma un fratello.
Nel pullman davanti ai loro occhi, le scene confuse ed ingrigite dai vetri opachi, continuavano a ravvivare i ragazzi sempre più schiacciati conto il fondo, che ridevano e si davano spintoni per guardare meglio. Probabilmente la voce si era sparsa sibilando fra i sedili, ed in molti si affacciavano sulle teste degli altri per sbirciare l'auto favolosa che li inseguiva giusto dietro, con la giovane aiutante dei professori al posto passeggero. Solo Genio non si spostava mai dal centro del gruppetto, ondeggiava nella mischia, ma guardava fuori con avvilimento, fissando gli occhi in quelli di Martin come se solo con la forza del pensiero l'amico lo potesse tirar fuori dall'acquario in corsa. Una ragazza fece il segno con pollice alzato verso Laura, che in risposta indicò Martin con entrambe le mani come fosse comparso all'improvviso in un gioco di prestigio, e subito dopo lo baciò sonoramente su una guancia. Nel pullman tutti esultarono in un coro di ovazioni e stima fuori controllo.
Laura li guardava, inspiegabilmente sorrideva e quasi aveva eliminato dalla mente l'ansia con cui era iniziato l'inseguimento, che ormai si era concluso con l'auto di Martin giusto dietro al pullman, che non procedeva a grande velocità.
E fu in quel momento irreale in cui Genio continuava a fissare Martin dritto negli occhi e Martin lo guardava correre dinanzi a sé, e mentre da un lato all'altro dei mezzi tutti giocavano ad alzare la posta, fu in quel momento che Laura decise di stravolgere Martin sotto gli occhi di tutti, ed iniziò a mordergli delicatamente le labbra, mentre lui continuava a guidare ormai a velocità moderata. Laura alzò il volume dello stereo finché non fu assordante, cosa che impediva loro di scambiarsi molte parole oltre quello che si erano già detto su cosa stesse accadendo... ma era tutto talmente chiaro...
Quando Laura sembrò infilare la mano sotto la maglietta di Martin, il capannello di ragazzi sul fondo del pullman, se possibile, parve aumentare ancora. In risposta Laura scostandosi un po' da un lato riuscì a far vedere bene ai ragazzi il fatto che fosse riuscita ad aprire la cerniera di Martin e che gli avesse infilato dentro la mano. La stoffa dei boxer era ben in vista.
Martin la guardò di taglio, incredulo dinanzi alla sicurezza di Laura ed alla sua assoluta mancanza di pudore: tutta la classe li stava osservando. Scoppiò a ridere rimanendo a bocca aperta ed iniziò a contorcersi leggermente, senza riuscire a trattenere la forte eccitazione del momento, davvero insolito anche per le migliori fantasie di Genio.
― Laura... ti prego no... è troppo assurdo! Dammi il tempo di fermarmi!
Ma la ragazza non dedicò neanche un istante a rifletterci, ed una volta aver iniziato a muovere la mano con gentilezza, gli baciò ripetutamente il collo.
― Ma vuoi stare ferma?!
Martin cercava comunque di allontanare le sue mani dal suo corpo, preso fra i due fuochi contrastanti che in quel momento però, contrastavano ben poco.
― Cazzo Laura!! Non puoi farmi una sega mentre guido!!
Laura neanche lo ascoltava, sentiva sotto le sue labbra Martin rivestirsi di pelle d'oca ad ondate, e Martin stesso, aveva smesso di porre resistenza ed aveva trovato una posizione comoda, inarcandosi un poco in avanti. Ma Laura lo spingeva dietro, preoccupata che dal pullman non ci fosse una visione completa. I baci di Laura gli avevano arrossato il viso e le guance, e la ragazza cercava comunque di raggiungere le sue labbra, ma Martin non riusciva a stare fermo, e zitto, ed un po' rideva, ed un po' si abbandonava alle mani di lei ed alle sue carezze. Ogni tanto Laura gli dava qualche colpetto con la base del pugno e Martin involontariamente spingeva in dietro la nuca contro il poggiatesta, mordendosi le labbra fra i suoi baci e mordendo lei che si lasciava mordere.

Tre maggiore di dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora