― Ma... quello che davvero vorrei sapere, è se siete tutti studenti navigati... o abbiamo anche qualche temeraria matricola che mi sfida.
Il silenzio si distese in aula come un tappeto sulle teste di tutti, Ludovica fissò istintivamente Martin, che sembrava non aver capito la sua ultima frase.
Gaeta rise nel vedere i suoi studenti diventare di pietra.
― Sto scherzando... ovviamente... Ragazzi, ma quanti anni avete?!
Nessuno alzò la mano, anche perché la domanda non era del tutto chiara, anzi, non era chiaro neanche se Gaeta stesse chiedendo qualcosa. Martin sorrise fra sé al tono ironicamente malefico che Gaeta aveva usato per pronunciare la sua ultima frase.
― Davvero ragazzi, non c'è nessuno del primo anno?
― Cazzo...
Ludovica guardò Martin ancora una volta, non sapeva cosa consigliargli.
Chi era seduto alle prime file si girò in dietro a guardare, ma nessuno alzava la mano. Martin fissò Ludovica in attesa di un indicazione, ma già una ragazza in fondo alla sala, ed un'altra ragazza giusto poco più al lato di Martin si erano decise a venire allo scoperto, e così fece anche Martin, alzando la sua mano per terzo, davanti allo sguardo soddisfatto di Gaeta che ci impiegò davvero poco a contarli. Poi rimase in silenzio, seduto sulla cattedra, senza decidere cos'altro aggiungere.
Martin esaminava le due che avevano alzato il braccio. La ragazza in fondo aveva la chiara figura di una vera studentessa, seria ed impostata. Non sembrava affatto una matricola, a giudicare dalla sicurezza con cui sosteneva la sua posizione d'avanti al professore, che insolitamente si dimostrava cordiale dinanzi al suo pubblico.
Dopo qualche istante di silenzio, Gaeta indicò nuovamente la ragazza in fondo, chiedendole di presentarsi, e Martin provò un vero, ed inspiegabile, brivido di confusione. Si chiamava Luciana De Blasi, veniva da Brindisi e sembrava davvero, davvero molto in gamba. Gaeta vi scambiò qualche battuta che lei gestì moderatamente bene.
Gaeta le sorrise, particolarmente concentrato ad osservarsi compiaciuto la punta degli anfibi. Ma quando alzò lo sguardo in avanti centrò diretto Martin con una forza che Martin stesso faticò a reggere. Martin infatti fu costretto ad abbassare gli occhi trattenendo il respiro.
Un lampo nero di incrocio di visuali gli stava chiedendo di presentarsi, nel peggiore dei suoi sogni, Martin non avrebbe potuto immaginare situazione più orrifica di quella per farlo.
― Anch'io sono del primo anno.
Con voce ferma Martin pensò fosse sufficiente. Sperò che lo fosse. Parlò semplicemente, pensando di concludere con quell'affermazione il suo contributo al dibattito. Pensò anche che Gaeta si stesse accertando di quanti, essendo del primo anno, lo avesse messo in cima alla lista delle materie da seguire, e non in coda. Li stava giusto contando, non voleva certamente sapere altro. Ma in quell'ansia era certo il fatto che, ancora prima che lezioni vere e proprie cominciassero anche Martin iniziava a confrontarsi con il nodo Gaeta, che sembrava davvero non passare fra i denti.
Ma a Martin non sfuggì l'espressione di sorpresa che fece Gaeta nel sentire il suo accento, che benché non fosse tanto marcato come quello di Genio, risultava evidentemente fiorentino. Gaeta sembrava esserne stato colpito come uno schiamazzo in piena notte.
― Benvenuto anche a te.
Ancora seduto sulla cattedra, Gaeta rimase ad osservarlo sorridendo e con la mani in tasca, evidentemente indeciso su cos'altro aggiungere.
Martin sorrise abbassando lo sguardo, più che altro perché tutti lo fissarono, un po' per lo stesso motivo. Ma in effetti non aveva altro da aggiungere, non aveva sentito tutto il bisogno di presentarsi che aveva provato Luciana poco prima, che in poche battute aveva riassunto tutto di lei, origini, motivazioni, progetti futuri, tutto in poche battute, che avevano sottolineato la sua natura razionale ed organizzata. Come Ludovica ben sapeva, Martin non era così. Non era un tipo confuso, ma neanche desideroso di esporre quelle parti di sé che ancora egli stesso non aveva avuto modo di approfondire. Quindi la presentazione di Martin si fermò lì, al fatto di essere una matricola, interessato al programma di letteratura.
Ma Gaeta non sembrava esserne soddisfatto, con un espressione imperscrutabile in viso, continuava a fissarlo in silenzio.
― Lei non è di queste parti, da dove viene?
L'accento di Martin era talmente chiaro che la domanda fece un po' ridere tutti, compreso Gaeta, che però non lo stava prendendo in giro, semplicemente scherzava con i suoi studenti in un rarissimo momento di buon umore che ormai si stava davvero prolungando troppo, e che tutti i presenti non ricordavano di aver mai visto in passato.
― Vengo da Firenze.
Anche Martin sorrise, non essendo per niente infastidito dallo scherzo, anzi, lo trovava abbastanza spiritoso, considerato il tono simpatico ed interessato con cui Gaeta stava tenendo la conversazione, una delle più scontate che potessero tenersi con Martin.
Gaeta rise battendo un piede in terra, e tornando a guardare Martin e le due ragazze che aveva ai suoi lati, che ridevano, ma in maniera differente. Ludovica infatti non aveva ben capito il senso della situazione e non aveva ancora deciso se allarmarsi o partecipare all'allegria generale che per fortuna continuava a tenere leggera la situazione. Ormai il ghiaccio dell'annata era stato rotto. Il corso aveva avuto inizio, anche se nessun argomento delle lezioni era stato toccato. I due fronti opposti si erano toccati, Gaeta scherzava con gli studenti e gli studenti iniziavano a demolire l'immagine demoniaca del professore con cui si erano confrontati. Il fascino di Gaeta invece ne usciva decisamente rafforzato ed amplificato sui visi di tutti, degli studenti che riusciva a rapire anche solo con lo sguardo.
― Firenze Firenze?
― ...sì. Mi sono straferito a Lecce per studiare.
― Non ci credo!
Gaeta sbarrò gli occhi e si lasciò sfuggire un esclamazione che nuovamente fece ridere tutti.
Martin si strinse nelle spalle, lanciando una involontaria e velocissima occhiata di traverso a Ludovica, e che probabilmente Gaeta notò, visto che nel frattempo si era spostato fermandoglisi dinanzi ad osservarlo da vicino.
― E possiamo sapere il suo nome?
Fuoco e ghiaccio mischiati insieme nel respiro di Martin che perse il soffio delle parole ed aprì la bocca a vuoto, per poi gettarsi alla cieca a rispondere alla domanda che proprio non pensava di sentirsi fare il primo giorno di lezione dal professore di letteratura in un corso su Dante.
― Eh... sì. Mi chiamo... Martin Della Gherardesca.****************************************************************
MESSAGGIO A TUTTI I SIMPATICONI CHE LEGGONO LE ZOZZERIE DI WATTPAD SOTTO AL BANCO AL POSTO DI SEGUIRE LE LEZIONI IN CLASSEMartin ha dichiarato il suo cognome, Della Gherardesca.
Nella Divina Commedia, nel trentatreesimo canto dell'Inferno, in un luogo ghiacciato chiamato Cocito dove c'è anche il diavolo poco più avanti, Dante incontra Ugolino della Gherardesca, punito fra i traditori, mentre divora il cranio di un altro dannato e racconta della sua morte drammatica, murato vivo con i suoi figli e ridotto al cannibalismo.
Ugolino della Gherardesca è un personaggio storico realmente esistito, probabilmente un antenato di Martin. Era il Conte di Donoratico, politico fiorentino del Tredicesimo secolo di parte ghibellina.*****************************************************************
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Ogni riferimento a fatti, persone, cose realmente accaduti o esistiti è da considerarsi puramente casuale, involontario e pertanto non perseguibile. L'opera "Tre maggiore di due" presente nell'account Nhurene è frutto della fantasia e dell'ingegno dell'autore. I nomi dei personaggi di Nhurene sono di fantasia e dunque di creazione dell'autore; i personaggi danteschi e le figure letterarie sono di pubblico dominio.
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Tre maggiore di due
عاطفيةRomanzo New Adult LGBT Intreccio di storie di tre ragazzi che nei primi anni universitari scoprono sulla propria pelle cosa voglia dire crescere, misurare i propri desideri, conoscere i propri limiti, superarli e pagarne il prezzo. Il racconto parte...