Capitolo 20

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Ero nella macchina di Travis e stringevo a me il giubbino che mi aveva prestato poco prima.
<<Sei bello>> ridacchiai mentre lo guardavo.
<<E sei sempre nel posto giusto al momento giusto>> continuai a parlare mentre Travis guidava e di tanto in tanto reprimeva un sorriso per le cose che dicevo.

Ma la verità era che non mi rendevo conto di quello che dicevo.

<<Perchè non dormi un po'?>> mi propose.

Forse gli avevo fatto venire il mal di testa.

<<Perchè poi vomito. Io odio vomitare! Sai, quando ero piccola non riuscivo a vomitare senza mamma e papà a fianco a me.
E ancora oggi quando vomito mi sento morire>> gli raccontai tutta la storia della mia vita, iniziando a parlare a vanvera.

Fino a quel momento avevo cercato sempre di non parlare tanto perchè le persone che parlano molto non sono mai apprezzate, la gente non si sofferma su tutto quello che dicono, sentono solo quel fiume di parole e aspettano che finisca.

Una persona di poche parole viene sempre apprezzata, si tiene conto delle parole che dice facendone tesoro.
Tutti apprezzano le poche parole, quelle piene di significato che non devono essere interpretate, per non sforzarsi più di tanto.
Preferiscono un si o un no senza voler sapere quello che si nasconde dietro.

Sbuffai e mi misi su un fianco poggiando la testa al sedile e mi soffermai a guardare Travis.

Aveva la mascella perfettamente serrata e i suoi lineamenti erano a dir poco perfetti.

In quel momento non capivo niente, dicevo qualsiasi cosa mi passava per la testa senza pensarci due volte e finivo con il dire tutte stronzate.

<<Perché lo fai?>> gli domandai.

<<Faccio cosa?" mi guardò per un'istante.

<<Mi aiuti>> misi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e deglutii sentendo sempre di più il bisogno di vomitare anche l'anima.
<<Così non mi annoio>> rispose freddo mentre continuava a guardare la strada.
<<Oh io so che non è così>>  mi avvicinai a lui.

<<Io so che sotto questa corazza>> passai un dito sul suo petto.
<<C'è molto di più>>

Lui non parlava, era rimasto con la bocca socchiusa e continuava a guidare come se niente fosse.
Non disse nulla.

Una volta arrivati sbuffai.

Non avevo la minima intenzione di scendere dalla macchina.
<<Fa freddo>> mi lamentai piazzandomi sul sedile.
<<Muoviti>> mi lanciò uno sguardo severo prima di scendere dalla macchina e aprire la mia portiera. 

Probabilmente quel gesto non lo avrebbe fatto mai più.

Incrociai le braccia al petto e sbuffai.
<<Io non scendo>>

<<Non mi costringere a caricarti sulla spalla>>
Sbarrai gli occhi e lo sfidai.
<<Non lo faresti>>
Si allungò verso di me e capii che lo avrebbe fatto sul serio.

<<Ok ok, scendo>> brontolai prima di scendere dalla macchina con aria offesa.

Entrammo nell'ascensore e mi misi nell'angolo, mi tolsi i tacchi e li lasciai per terra.

I miei piedi finalmente respiravano ed ero tornata ad essere di nuovo il mio 1 metro e 64 centimetri.

Travis prese le chiavi di casa dalla tasca e io nel frattempo controllai che avessi preso la borsa, per fortuna lo avevo fatto.

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