Capitolo 28

13K 581 28
                                    

Nessuna traccia di Travis quel giorno.
Cosa ti aspettavi? Che veniva fuori casa con un mazzo di rose ad implorare il tuo perdono?Sveglia! Non state insieme.
La mia maledetta coscienza non intendeva proprio lasciarmi in pace.

<<Ci vediamo domani oppure lunedì a scuola>> mi salutarono Amber e Grace uscendo da casa mia.
Avevamo mangiato ed ero pronta per vivere il mio noiosissimo sabato da sola.

Il telefono squilló e pensai che fossero loro che avevano dimenticato qualcosa.
Era Travis.
Il panico, la rabbia, la confusione si impossessarono di me.
Forse aveva sbagliato a chiamare, si. Aveva decisamente sbagliato a chiamare.

La chiamata terminó ed io rimasi a fissare il telefono per vedere se avrebbe richiamato.
Il telefono squilló di nuovo.
Stava sbagliando a chiamare, forse aveva confuso il mio numero con quella di ieri, idiota.

Uno se sbaglia a chiamare lo fa solo una volta, non quarantacinque.
Si va bene, ma io non volevo sentirlo.
Poteva benissimo tornare a fare quello che stava facendo il giorno prima con quel pagliaccio.

Dopo quattro chiamate il mio telefono smise di suonare e un'ondata di delusione si impossessó di me, come se mi dispiacesse sapere che si era già arreso, così presto.

Sbuffai e andai a fare un caffè, avevo decisamente bisogno di un caffè.
Qualcuno bussó alla porta e io corsi dalla cucina al salone per vedere chi fosse.
Mi aspettava un'altra crostata da parte della vicina?

Lo sguardo di Travis mi bloccó subito, pietrificandomi.
Ero indecisa tra il fare finta di non conoscerlo e sbattergli la porta in faccia e il farlo entrare  per poi versargli del veleno nel caffè.

<<Kelsey>>
<<Cosa ci fai qui?>>
Lasciai la porta socchiusa e incrociai le braccia al petto incenerendolo con lo sguardo.
<<Dobbiamo parlare>>
Ma parlare di cosa?
Del fatto che tua stai facendo la fidanzata gelosa forse?
<<Vattene Travis>>
<<Stai esagerando ok?>> si stava avvicinando lentamente e i suoi occhi non mi aiutavano di certo a distogliere lo sguardo da lui.

<<Non è che sei gelosa?>> rise leggermente.
Ma come osava ridere?
Vuoi reagire? O penserà sul serio che sei una ragazzina che finge di essere la sua fidanzina gelosa.
<<meno che tu non voglia ricevere un calcio dove non batte il sole, ti consiglio vivamente di mettere la coda tra le gambe e andartene. Gelosa di te poi? Quella sottospecie di pagliaccio ieri ti ha fatto male vero?>>
Sputai tutto d'un fiato e lui non fece altro che sorridere leggermente e avvicinarsi sempre di più a me.

<<Non conta niente quella per me>> quasi sussurró al mio orecchio.
<<Ancora con questa storia?!>> sbottai cercando di spingerlo via mettendo le mie mani sul suo petto. E che petto.
Ti sembra il momento?
Oh a quanto pare il mio buonsenso era tornato dalle vacanze.

<<Io ti piaccio>>
A quelle parole sbarrai gli occhi e per poco non presi il vaso dal giardino con l'intento di spaccarglielo in testa.
<<Tu non stai bene>> sbottai guardandolo con disprezzo.
Sei una pessima attrice e lo sai.
<<Vattene Travis, davvero.>>
<<Io resto qui>> mi guardó sorridendo mentre entrava tranquillamente in casa.
Come se quella non fosse casa mia ma la sua.
<<Che diavolo fai?>> urlai per farmi sentire visto che era già in cucina.

<<Ho fame, mangio>>
Lo incenerii con lo sguardo alla ricerca di qualche padella da sbattergli in testa.
<<Io ti distruggo la macchina, non mi provocare>> lo sfidai.
<<Perchè? Perchè sono andato a letto con Victoria e tu sei gelosa? Fai pure>> scrolló le spalle continuando a fare quello che stava facendo.

Mi arresi e andai a sedermi sul divano.
Ti è già passata? Lo vedi che sei solo gelosa?
Ma cosa non era chiaro alla mia coscienza del concetto "mi sono sentita una bambina stupida che bussa alla porta di Travis, con un borsone, pronta a stare da lui per quasi quattro giorni per poi rimanere là impalata mentre mi viene ad aprire un pagliaccio che era andato a letto con lui"?
Non sapeva nemmeno che sforzo avessi fatto per fare quello che avevo fatto.

Dopo quello che mi aveva raccontato sentivo che qualcosa era cambiato, e io l'avevo visto, anche se solo per un momento, sotto una luce diversa.

I miei pensieri vennero interrotti dalla voce di Travis.
<<Kelsey mi dispiace, davvero>>
Restai in silenzio senza nemmeno guardarlo.
Doveva per forza sedersi ad un paio di centimentri da me?

<<Cosa ti aspetti che ti dica? Io non sto capendo più nulla ok? Quello che ho fatto ieri era per avere una certezza, una conferma ad una cosa che io non voglio che succeda! Maledizione>>

<<Allora la soluzione è usare le ragazze e poi buttarle giusto?>>
<<Usarle? Forse non capisci come funziona...>>
<<Oh inve->> mi interruppe.
<<Fammi finire>>
Sbuffai e rimasi in silenzio per un po' facendogli capire che poteva continuare.
<<Credi che io le illuda? Che prometto il mondo a chiunque e poi le scarico il giorno dopo? Si ok, forse a volte è successo che mi sono lasciato andare e poi il giorno dopo nemmeno le guardavo in faccia ma non è questo il punto. Il punto è che loro sono consapevoli del fatto che da me non avranno nulla al di fuori del sesso, mai una carezza, una parola dolce. Io non sono così Kelsey. Loro sanno che non riusciranno a sciogliere questo cuore di ghiaccio>>
Mi guardó attentamente come per vedere se avessi ascoltato ogni parola del suo strano discorso.

<<Molte, non si fanno nemmeno trovare la mattina, scappano. E giuro che a me non cambia niente, perchè non mi importa. Ma vorrei che tu cambiassi parere sulla tua concezione di usare una persona. Loro vengono a letto con me, ottengono quello che vogliono, senza volere impegni, come me e una volta finito se ne vanno>>
Presi un respiro deciso a continuare.
<<Io saró anche bastardo e stronzo, tutto quello che vuoi tu. Ma loro sono un ammasso di ipocriti. Creano dei valori femministi e sani per poi buttarli nel cesso alla prima occasione.
Giurano di non concedersi al primo appuntamento e poi si attaccano a te come delle cozze. Noi ragazzi siamo fatti cosi, ci facciamo guidare dagli ormoni. e E ora dimmi Kelsey, chi usa chi?>>

Avevo la bocca leggermente socchiusa e secca, cosa avrei dovuto dire?
Il suo discorso era stato sincero, fin troppo e io non avevo idea di cosa dire.
"A volte ci usiamo a vicenda, altre volte invece sono io quello usato e qualche volta uso anche io" Finì il suo brillante discorso quasi sussurrando, provocandomi dei brividi che scendevano lungo la schiena.
<<Questo è il tuo stile di vita, ho capito. Ma io non riesco a capire a cosa ti sia servito parlare con me, aiutarmi più di una volta, essere persino gentile a volte. Qual'è il tuo obbiettivo Travis?>>
Lo guardai scrutando ogni suo movimento con la speranza di cogliere un qualsiasi indizio per capirne di più.

<<Quando se n'è andata mia mamma...>>
<<Travis non ti ho chiesto la storia della tua vita>> gli dissi duramente e vidi un filo di dispiacere nei suoi occhi.
<<Fammi parlare. Quando è andata via io avevo sedici anni e rimasi con mio zio, lui pur essendo il fratello di mio padre non ha niente in comune con lui. Portavo a casa sua tutte le mie conquiste per così dire>>

Fece un piccolo sorriso frustrato e abbassó lo sguardo.
Per tutti i genitori di Travis si erano lasciati quando lui aveva quattordici anni, in effetti era stato così. Ma la mamma dopo due anni è tornata con il padre.
Non osavo immaginare la delusione e la rabbia che aveva provato Travis in quel momento.

<<Ricordo che lui un giorno mi disse che tutto quello che facevo non mi avrebbe aiutato a non rimanere solo, anzi, più sarei andato avanti e più mi sarei sentito vuoto dentro. Mi continuava a ripetere che la felicità la potevo trovare nelle piccole cose e che una sola persona poteva fare quello che non riuscivano a fare nemmeno cento persone messe insieme. Io non capii quelle parole e forse non le capisco del tutto nemmeno oggi. Ma io ho come...>>
Sembrava che avesse il timore di dire qualcosa di troppo, così lo spronai a continuare il discorso.
<<Si?>> gli accarezzai leggermente la mano.

Era la prima volta che vedevo un Travis del genere.

<<Ho paura dell'abbandono>>
Quelle parole mi fecero rimanere letteralmente di sasso.
Come poteva uno come lui provare una cosa del genere?

Non si faceva scrupoli per picchiare un ragazzo, andare a letto con tante ragazze, fare lo stronzo con tutti eppure... Anche Travis Foster era umano e avevo appena scoperto il suo tallone di Achille.

TomorrowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora