Era giovedì, quel maledetto giovedì che Travis aspettava con tanta impazienza e di cui io avevo paura.
Stavo uscendo da scuola, quel giorno Travis era andato via prima per allenarsi e dopo testuali parole "ti aspetto in palestra, ci conto Kelsey" si era diretto in palestra.Se non ci fossi andata mi ci avrebbe portata con la forza probabilmente.
I miei pensieri vennero interrotti da qualcosa di duro che entró in contatto con la mia spalla destra.
<<Uh non ti ho vista>> la ragazza che riconobbi subito si coprì la bocca e rise.
Mi aveva spinta di proposito.
<<Non è vero>> sbottai girandomi.La sua voce era quella di un'oca.
Victoria era quello il suo nome, ma io l'avevo già soprannominata "pagliaccio" ed era il soprannome perfetto per una come lei.
<<Come scusa?>> domandó lei avvicinandosi.<<Ho detto che l'hai fatto di proposito>> dissi a denti stretti.
Alcune persone si erano fermate a guardare da lontano quella scena, le tre amiche di Victoria erano ferme dietro di lei a ridacchiare.<<Ragazzina, non usare questo tono con me>>
Mi venne da ridere e scoppiai in una fragorosa risata.
<<Chi sei? La mia bisnonna?>> vidi le sue amiche guardarsi senza ridere.
<<Disse la troietta di Travis. A quanto pare gli piacciono le bionde ora>> si guardó i capelli e prese una ciocca per poi lasciarla andare sbuffando divertita.<<Ci avrei giurato che fino a poco fa gli piacevano quelle con i capelli neri>> mi stuzzicó cercando di suscitare in me una qualsiasi reazione.
<<Oh giusto... E tu saresti la sua "amica" fissa a quanto pare, ora si spiega tutto>>
La rabbia ribolliva in me e la voglia di prenderla a schiaffi era a mille.<<Tesoro... Non ti illudere>> inizió, girandomi intorno lentamente.
<<L'incontro di boxe, la spiaggia, il giretto in montagna. Ci siamo passate tutte, non sei né la prima né l'ultima>>
Come faceva a sapere quelle cose?
Ci rimasi male ma non avrei mai potuto farglielo vedere quindi sorrisi amaramente e la fermai prendendole un braccio.<<È inutile girarci intorno, letteralmente>> risi guardandola in tutta la sua superficialità.
<<Sei patetica, davvero. E in realtà non so nemmeno se riesci a vedermi bene con queste ciglia finte, ma quando vedi la mia faccia, passa dall'altra parte del marciapiede e lasciami in pace>>
La sua bocca rimase leggermente socchiusa e si toccó le ciglia finte.Rimase in silenzio ma sapevo che avrebbe iniziato a blaterare stupidaggini da lì a poco, così mi allontanai e prima di andarmene definitivamente mi girai continuando a camminare lentamente indietro.
<<Ah e comunque mi piace il tuo vestitino, mi ricorda il prendisole che avevo da piccola>> risi per poi girarmi e continuare a camminare.Lo sguardo delle persone passava da me a Victoria e riuscivo a sentire le loro risate.
Il pagliaccio invece era lì immobile a guardare quel vestito terribilmente corto e pacchiano.
Ero soddisfatta ma sentivo che le sue parole mi avevano leggermente colpita.Sapeva i posti in cui mi aveva portata Travis e la cosa mi dava fastidio.
Aveva portato anche lei al mare? In montagna?O ad un incontro di boxe?I dubbi mi assalirono e decisi di tornare a piedi a casa, una passeggiata per riflettere un pó mi avrebbe fatto bene.
Erano proprio quelli i momenti in cui avrei voluto avere un'amica vicino, che mi consigliasse cosa mettermi o come comportarmi, cosa fare...
E invece ero sola nella mia stanza a rimuginare sul da farsi.
Era ormai pomeriggio inoltrato e l'incontro sarebbe iniziato alle 6.
Avevo circa un'ora e mezza ancora.
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Tomorrow
RomanceKelsey dopo aver vissuto diversi anni in Germania con i genitori, spinta da loro decide di tornare a New York e vivere con la nonna. Il primo giorno di scuola conosce Travis Foster, un ragazzo avvolto dal mistero, con cui passerà sempre più tempo, g...