Capitolo 69

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KELSEY' S P.O.V.
Non riuscivo a parlare, nulla mi sembrava opportuno e già il fatto che Travis fosse rimasto lì senza urlare mi meravigliò.

Finalmente il suo sguardo si posò su di me ma avrei preferito che non lo facesse.
Era deluso, aveva uno sguardo che non avevo mai visto sul suo volto.

In quel silenzio tombale Travis si giró e uscì dall'aula lasciandomi là interdetta.
Mi alzai dalla sedia e iniziai a correre per raggiungerlo.

<<Fermati>> provai a fermarlo ma sembró impassibile.

<<Cosa vuoi fare?>> gli domandai prendendo un po' di fiato.

<<Travis>> continuai quando capii che non aveva intenzione di rispondermi e nemmeno di fermarsi.

<<Cosa avrei dovuto fare?!>> urlai isterica stanca di stare lì ad inseguirlo e di parlare da sola.

<<Avresti dovuto dirmelo tanto per cominciare!>> urlò a sua volta con le vene sul collo gonfie.
Si fermò per un po' e mi guardò.

<<Ma lui ha detto... >>

<<Che mi ucciderà?>> domandó quasi divertito intingendo le tre parole nel sarcasmo.

Rimasi in silenzio abbassando lo sguardo, sperando che non si voltasse e se ne andasse.
Non riuscii a dire più nulla, avevo le parole sulla punta della lingua ma non dissi nulla di quello che avrei voluto dirgli.

<<Altruista del cazzo>> sbottò per poi girarsi e camminare spedito.

Aspettai un momento e quando realizzai quello che mi aveva detto iniziai a camminare di nuovo dietro di lui.

<<Senti un po', non trattarmi così ok?>> ringhiai infuriata come non mai.
<<Non trattare così l'unica persona che tiene a te veramente e che ha provato ad evitare che tu ti mettessi nei casini!>>

Lui si voltò in una manciata di secondi e venne verso di me con i pugni chiusi e gli occhi mi sembrarono lucidi per un secondo.
<<Non ho bisogno di una persona così>> intinse quelle parole nel veleno più letale, mi cadde il mondo addosso quando le sentii.
<<È colpa mia, e non posso fare finta di niente>>

<<Sei nel mirino del nemico e l'unica cosa che puoi fare per rendermi felice è allontanarti>>

Ma all'allontanarmi dal mirino, come aveva detto lui oppure allontanarmi dalla sua vita?
Fu la domanda che frullò nella mia testa.
Era un discorso dannatamente egoista e non poteva averlo detto sul serio, pensai mentre le lacrime minacciavano di uscire.
Kelsey Steward sei una debole, mi ripetevo nella mia mente mentre guardavo quelle iridi marroni davanti a me.

<<Non funziona così, non posso farlo>> scossi la testa mentre torturavo le dita delle mie mani.
<<Non potevo dirtelo capisci? Come ti avrei descritto quello che era successo? Non avresti nemmeno finito di ascoltare e te ne saresti andato via con l'intenzione di fare chissà cosa a Jorge!>>

<<Porca puttana Kelsey, ci vogliamo sedere e prendere un tè mentre mi racconti come Jorge ha messo le mani su di te?>> sbraitò rosso per la rabbia.

<<Allora cos'è che vuoi fare eh? Andare da Jorge e picchiarlo fino a quando non chiede scusa? È così che funziona?>>

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