CAPITOLO 7

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<<Cos'altro manca?>> domando a me stessa guardando per l'ennesima volta la valigia.

Cammino avanti e indietro per la stanza come se ciò mi possa aiutare a riflettere.

La valigia è piena zeppa di vestiti, ho messo perfino delle felpe, per sicurezza.

L'appuntamento fuori scuola è fissato alle nove.
Ho giusto il tempo per di lavarmi i denti, sciacquarmi la faccia e scendere giù per bere almeno un succo prima di partire.

<<Tesoro fai attenzione e chiamami appena arrivi>> continua a ripetermi mia nonna mentre prepara la spremuta.

<<Si tranquilla nonna>> la rassicuro con un sorriso.
<<Dovrei andare>> annuncio prendendo la borsa e portandomela sulla spalla.
Prendo un respiro profondo e sorrido, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Mia nonna mi guarda con occhi tristi, come se stessi partendo per andare in guerra.

<<Nonna non sto andando dall'altro capo del mondo>> le dico ridendo e avvicinandomi a lei.

<<Lo so, è solo che sei così grande e... >>
<<Mi sto abituando ad averti qui con me>> mi avvolge in uno dei suoi calorosi abbracci.

Una volta aperta la porta di casa trovo Grace nella macchina ad aspettarmi.
Ha un sorriso a trentadue denti, si vede chiaramente che non vede l'ora di partire.

<<Pronta a partire?!>> strilla euforica.
<<Direi di si>> rispondo rivolgendole un sorriso.
Pur sforzandomi, non riuscirei mai ad avere nemmeno la metà della sua energia la mattina.
Dopo aver messo la valigia nel portabagagli mi siedo in macchina e accesi la radio.

Iniziamo a canticchiare la canzone che trasmettono alla radio.
Il mondo mi sembra improvvisamente più bello.
La mia vita sembra più bella.


* * *

<<Siamo al completo>> la voce del professor Smith rimbomba nei miei timpani, alle nove del mattino è estenuante sentire la sua voce.
Siamo circa trenta alunni e non tutti sono riusciti ad alzarsi dal letto con il piede giusto.

Tra queste trenta persone c'è anche Travis Foster e il numero degli alunni sembra non contare più di tanto.
Ripenso ai primi e ultimi due messaggi che mi ha scritto.
Non posso fare altro che chiedermi se ce ne saranno altri.

Mi siede accanto a Grace.
Josh prende posto dietro di noi con un ragazzo.
Mentre Corin e Sean si siedono avanti a me e Grace.

È la prima gita a cui partecipo da quando sono a New York e sono praticamente entusiasta all'idea di passare cinque giorni con loro.

Il paesaggio che ci circonda mi incanta, è quasi impossibile pensare che a così pochi chilometri da NYC ci sia un paesaggio così meraviglioso.
Non che la grande mela non sia meravigliosa, ma a volte può risultare troppo caotica persino per una persona come me.

Nonostante mi piaccia andare alle feste, camminare per le strade affollate di New York, allo stesso tempo mi sento rapita e incantata  da tutto ciò che è verde.
Nella parte più profonda di me, quella che non mostro a tutti, c'è anche questo.
C'è la ricerca della tranquillità, il rumore di un ruscello, il profumo di pini e soprattutto ci sono i ricordi con mio nonno.

Le lunghe passeggiate nei boschi, le risate, i giochi che facevamo quando ero piccola...

Non li ho mai dimenticati ma ne sono molto gelosa.
Non li condivido con tutti.
Proteggo i miei ricordi e me stessa.

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