Capitolo 55

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TRAVIS' P.O.V.
Scossi la testa rendendomi conto di quello che avevo pensato poco prima.
Io che volevo mettermi da parte?
Forse prima o poi l'avrei dovuto fare si, ma non con Kelsey.
Scesi dalla macchina, sbattendo leggermente la portiera e misi le chiavi nella tasca posteriore dei jeans.

Andai al solito posto e mi arrampicai fino alla finestra della camera di Kelsey, sperando che fosse già lì e mi aprisse.

Era accesa solo la luce della lampada e le tende erano scostate.

Vidi Kelsey entrare in camera.
Buttò la borsa sul letto e prese i lembi della sua maglietta fino a sfilarsela del tutto.

La mia bocca rimase aperta per un pó mentre la guardavo, ma quando capii che stava per togliere i jeans bussai velocemente alla finestra abbassando la sguardo.

Ero riuscito a vedere fin troppo e mi avrebbe ammazzato probabilmente.
Ma ne era davvero valsa la pena.

Si trattenne dall'urlare e si coprì velocemente, inutile dire che il suo viso era quasi viola per l'imbarazzo.

<<Io ti butto giù>> sbottò una volta essersi girata, dandomi le spalle e aver rimesso la maglietta.

<<Ti ammazzo>> continuò dandomi un pugno sul braccio.

<<Dovresti assicurarti di chiudere le tende>> le consigliai guardandola.

<<Togliti quel sorrisetto malizioso dalla faccia!>> quasi urló in preda alla rabbia.

Alzai le mani in segno di difesa e mi andai a sedere sul bordo del letto.
<<Vai pure a farti la doccia se devi andare>> le indicai la porta del bagno avanti a noi.

<<Che ci fai qui?>> incrociò le braccia al petto e poggiò tutto il suo peso su una gamba.
<<Voglio parlare di quello che è successo stamattina>>

<<Insomma...>> continuai provando a non balbettare come un cretino.

Quando si trattava di scherzare, prenderla in giro, perfino consolarla, riuscivo a parlare e quando la situazione si faceva seria e tesa mi bloccavo.

Era già strano che ero riuscito a raccontarle cose che nessuno sapeva, momenti della mia vita, cose della mia famiglia.

<<Intendi parlare o no?>> sbuffò guardandomi.

<<Non è facile ok?>> mi alzai gesticolando e le andai incontro.
Serrai la mascella e sospirai avvicinandomi sempre di più.

<<C'è qualcosa tra di noi>> iniziai ma non sembravo molto convinto e la mia voce non era la solita.

<<Oh si, ci siamo baciati>> mi fece notare lei picchiettando il piede sul parquet.
<<Mi fai parlare?>> la mia pazienza era agli sgoccioli.

<<Altrimenti cosa fai? mi baci?>> domandò lei con aria di sfida.
<<Porca puttana Kelsey>> sbottai stringendo i pugni.

Lei sembró irrigidirsi e le sue iridi mi guardarono quasi con paura.

<<La prima volta che ti ho baciato mi è quasi sembrato un sogno.
Hai presente quando sogni di comprare una cosa e la mattina ti svegli cercandola?
Dopo viene la delusione e la tristezza di non poter avere quella cosa e la consapevolezza di averla solo sognata.
Quando ti ho baciata mi sono sentito come in uno di quei sogni, pensavo che quando avrei riaperto gli occhi sarebbe tornato tutto come prima.>>

<<Non riesco nemmeno a descriverti come mi sono sentito quando ti ho baciata, ma ti posso dire che non mi sono mai sentito così vivo prima d'ora>> sussurrai le ultime parole accompagnandole con alcuni gesti strani che avevo bisogno di fare per poter riuscire a parlare.

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