Capitolo 31

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<<Chi dei due alla fine l'ha avuta?>>
<<Tutti e due e nessuno>>
Che razza di risposta era la sua? Come potevano averla tutti e due e poi nessuna?
Mi stava prendendo in giro?
Sorrisi nervosa in attesa di qualcosa che mi chiarisse le idee.

<<Nessuno l'ha mai avuta veramente>>
Ora è tutto più chiaro no?
Mi prese in giro la mia stupida coscienza.
<<Spiegati meglio>>
<<È complicato>>
Era serio, troppo serio.
<<Non potete fare così ok? Voi non potete dirmi le cose in piccoli pezzettini come se fossi una bambina!>> ero ormai isterica e nervosa.

Lui mi guardava severo, impassibile alla mie parole.
<<Sai che c'è? Lascia stare!>> sbottai per poi afferrare la borsa che prima avevo buttato sul prato e andarmene.
Non mi fermó e forse era stato meglio così.

Ero infuriata, non sapevo più con chi parlarne.
Mi venne una strana nostalgia, non capivo bene per chi fosse, ma sentivo che mi mancava qualcosa.
Mi fermai nel corridoio e presi il telefono dalla borsa e digitai il numero di mia mamma.
Uno squillo.
Due squilli.
Al terzo volevo riattaccare ma una voce rispose.
<<Tesoro>>
La voce calda di mia mamma mi fece venire un tuffo al cuore, era tanto che non la sentivo.
<<Mamma>> sorrisi pronunciando quella parola.
<<Scusami se non ti ho chiamato ma io...>>
La interruppi sapendo già come avrebbe continuato la frase.
<<Avevi troppo lavoro da fare, lo so mamma>>
Sorrisi amareggiata abbassando lo sguardo.
Camminavo nervosa lungo il corridoio senza una meta precisa.

<<Come va nella nuova scuola?>>
<<Uhm bene>>
<<Hai fatto amicizia?>>
Si... Avevo fatto amicizia ma oltre a quello c'era Travis, e cos'era esattamente lui per me?
<<Sento che mi nascondono qualcosa, non so, mi sento un po' esclusa>>
Mi lamentai con mia mamma, non credo le interessasse ma volevo dirlo a qualcuno.
<<Tesoro credo che sia normale, dopotutto sei ancora nuova per loro. Devono capire che si possono fidare>>

<<Si forse hai ragione" mentii per poi appoggiarmi all'armadietto dietro di me>>
<<Kelsey io devo andare, stanno arrivando dei clienti importanti. Io e papà ti abbiamo mandato dei soldi sulla carta, comprati qualcosa di carino>>
Secondo lei bastavano i soldi.
Nella mia vita ho avuto più soldi che affetto.
Le banconote passavano sotto il mio sguardo di continuo, mentre gli abbracci erano rari.

Non avevo i genitori peggiori del mondo, ma erano all'ultimo posto nella classifica "genitori decenti".
<<Si ciao>> la salutai e poco prima di bloccarlo, mi arrivó un messaggio.
Lasciami indovinare, un messaggio anonimo?
La mia coscienza ci aveva azzeccato.
-"sei troppo curiosa, abbi un pó di pazienza e capirai tutto quando la storia si ripeterà. Manca poco"
Ma che voleva dire?
La mia testa stava per scoppiare e non avevo idea di chi potesse scrivere certi messaggi.

Buttai il telefono nella borsa, avevo voglia di piangere, non volevo vedere nessuno.
Non potevo andare alle lezioni.
Non stavo per niente bene.

Camminai per il corridoio verso l'uscita, diretta a casa.

TRAVIS' P.O.V.
Quando mi faceva incazzare quella ragazza.
Perchè voleva sapere quelle cose? Perchè ci teneva così tanto?
Sbattei un pugno contro il tronco dell'albero.
Come potevo dirle la verità?
Non ero mai riuscito a proteggere una persona, tutti quelli che stavano al mio fianco soffrivano in un modo o nell'altro.

Lei non meritava quello, lei meritava protezione.
Ero pronto a dargliela.

Presi il telefono dalla tasca e scrissi a Grace, Josh, Corin e Sean lo stesso messaggio.
<<Venite in cortile, sotto al solito albero>>
Non sapevo se sarebbero venuti.
Quell'albero era testimone di tanti momenti e cose successe in quella scuola, in quel cortile...

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