CAPITOLO 3

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Dov'è la concentrazione quando serve? Di certo non viene nel momento in cui sto provando a svolgere gli esercizi di matematica che ho da recuperare.

<<Kelsey, tesoro>>

Mia nonna, al contrario, sembra comparire proprio nel momento giusto.
<<Ti va di andare a comprare alcune cose per me?>> mi chiede sulla soglia della porta.
Accetto subito cogliendo la scusa al volo, avrei fatto una passeggiata e magari al mio ritorno sarei riuscita a concentrarmi.

Indosso un paio di jeans e una t-shirt bianca, prendo la mia borsa e scendo al piano di sotto.

<<Nonna! Cosa ti serve?>>

La mia domanda non riceve alcuna risposta.

Entrando in cucina trovo mia nonna al telefono, intenta a parlare con qualcuno.

<<Non spetta a me, lo sai>> afferma con tono duro e stringe il telefono ancora di più.

Sembra nervosa e soprattutto tesa.
<<Tutto bene nonna?>>

La sua agitazione aumenta quando mi vede.

Saluta velocemente la persona con la quale stava parlando fino a poco prima e rivolge la sua completa attenzione a me.

<<Si, solita discussione con tua mamma. Lo sai com'è...>> afferma in modo vago.

<<Ti ho già scritto cosa comprare su quel post-it>> indica il post-it colorato incollato sul tavolo.
Una volta uscita di casa la noia mi assale.

Non è divertente fare compere da sola, senza avere qualcuno con cui parlare.

In Germania ero sempre in compagnia, avevo tanti amici, nonostante il mio carattere non proprio estroverso.

Riesco a stare sola, ma preferisco la compagnia.

Mi sento un piccolo puntino insignificante in questa grandissima città.

Infinite luci illuminano le strade, i negozi e gli altissimi grattacieli.

È già buio e io mi sento ancora più in difficoltà.

Incapace di prendere un taxi, mi avvio alla prima fermata e salgo sul primo autobus.

New York per me è un mistero e sono sempre più convinta che sarà difficile abituarmi a questo stile di vita così caotico.

Il mio telefono inizia a squillare e dopo vari secondi passati a cercarlo dentro la mia borsa riesco a rispondere.

<<Kelsey dove sei?>>mi domanda mia nonna chiaramente preoccupata.
<<Nonna sto tornando, i negozi erano pienissimi e ci ho messo un po' più del previsto>> la tranquillizzo.
<<Va bene, ti aspetto per la cena>>

Dopo circa dieci minuti l'autobus si ferma in una zona molto più buia e decisamente più isolata.

Questo decisamente non è il quartiere in cui vive mia nonna.

Noto che l'autista mi guarda insistentemente con uno sguardo stranito e spazientito.

<<Signorina, questa è l'ultima fermata>> sbotta con tono duro.

<<Ah, mi scusi. Scendo subito>> rispondo prima di scendere dall'autobus.

Mi sono decisamente persa.

Non sembra una bella zona.

Le strade sono deserte e non riesco a trovare nessuna indicazione utile, nessun taxi, nessuno.

Prendo il telefono dalla borsa e guardo il livello della batteria che indica 3%.

Sempre la solita sfigata.

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