Capitolo 100

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Sentivo un corpo caldo accanto a me, e un profumo insolito.
Un respiro regolare che mi solleticava il volto mi fece aprire lentamente gli occhi.

Sentivo un braccio possente circondarmi la vita da dietro, era quello di Travis.
Ma di fronte a me, c'era Josh.
Sembrava quasi un bambino.
L'espressione rilassata, le labbra leggermente schiuse e il petto che si alzava e abbassava lentamente e ripetutamente.

Era strano guardarlo da così vicino.
Riuscivo a vedere ogni minimo particolare.
Tutte quelle cose a cui non avevo mai fatto caso, quei piccoli dettagli che non avevo mai notato.
O che non volevo notare.

Le ciglia lunghe e folte di Josh si mossero un po' e dopo un po' strinse le palpebre e aprii lentamente gli occhi.

Un'espressione buffa balenó sul suo volto, facendomi sorridere inconsciamente.
"Buongiorno" sussurró con voce rauca il ragazzo moro accanto a me.

Si passó la mano sulla faccia e mi sorrise prima di posare il suo sguardo sulle mie labbra per una frazione di secondi.
Pensava che non l'avessi notato, sicuramente.

"Buongiorno" risposi dopo prendendo un bel respiro.

Sentii il corpo di Travis irrigidirsi prima di posare la testa sulla mia spalla.
"Buongiorno" parló per primo Josh.

"Giorno" rispose a sua volta Travis con la voce ancora impastata dal sonno e gli occhi probabilmente ancora socchiusi.

"Inutile chiederti come hai dormito stanotte, vero Josh?" Travis lanciò una chiara frecciatina a Josh, il quale si limita a stringere i denti e alzarsi.
"Andiamo a fare colazione al bar all'angolo?" proposi provando a mandar via quella tensione.
"Io ci sto!" Rispose Grace subito, balzando in piedi.

"Passata già la sbronza?" Le chiese Amber ridendo insieme a Corin, che si stava teneramente stringendo a Sean.
                                    

Una volta raggiunto il bar, prendemmo posto e ordinammo una marea di cibo, che poteva bastare per un esercito.
"Cazzo ragazzi, l'anno è quasi finito." Riflettè Sean passandosi una mano sul suo ciuffo rosso.
"È finita la scuola per me" sorrise Travis, giocando con il pacchetto di sigarette e le chiavi della macchina.
"Forse mi mancherai" dissi sottovoce con un piccolo sorriso.
"Forse?" Domandó poggiando una mano sul mio fianco, pronto a farmi il solletico.

Lo guardai sorridendo, facendogli capire che si mi sarebbe mancato sul serio.
"Sarà strano non vederti più mentre vieni a rapire Kelsey in classe" confessò Corin sistemandosi la coda di cavallo.

"Mancherò a tutti voi, lo so" scherzó Travis alzando le mani in modo teatrale.
"A me di sicuro no" protestò Josh con una faccia disgustata.
"Anzi" continuò con uno strano sorrisetto stampato sul volto.

"Di certo non spariró del tutto, anche se andrò al college mi vedrete spesso" disse accarezzandomi il fianco scoperto, come se stesse parlando più con me che con gli altri.
E io sapevo che era così.

Dopo aver fatto colazione ognuno andò per la sua strada e lo stavo per fare anche io.
"Ehi? Dove intendi andare?" Mi domandò Travis con un'espressione buffa sul volto.

"A casa?" Risposi in modo ironico, mettendo il telefono nella tasca posteriore del jeans.

"Oh..." Travis si avvicinó a me, con un braccio mi fece avvicinare ancora di più e me e con l'altra spostó i miei capelli biondi.
"Tu resti ancora un po' con me" disse prima di posare le labbra sulle mie.
Il sapore, e il calore della sua bocca, mi era mancato da morire.
"Aspettami qui, torno subito"

Sotto i miei occhi increduli e confusi, Travis salì in macchina e mise in moto subito dopo.
Svanì dalla mia vista in pochi minuti.

Camminai avanti e indietro per un po', mentre aspettavo Travis.
Dove diavolo era andato?
Sbuffai in modo rumoroso, guardando l'orario sullo schermo per l'ennesima volta.
Non era passato molto da quando Travis se ne era andato, ma sembrava un'eternità.

Quando vidi la sua moto venire verso di me, sorrisi in modo spontaneo e iniziai a camminare verso di lui.
"Dove mi porti?" Domandai eccitata, affrettandomi a mettere il casco.
"Ti lascio indovinare la risposta"

"Già" sbuffai poggiando la testa sulla sua spalla, e stringendo le braccia attorno al suo corpo.
Mi sentivo così bene.
L'aria fresca mi solleticava la pelle scoperta e faceva sì che sentissi meno caldo.
Le temperature erano abbastanza alte ultimamente, l'estate era alle porte e mi domandavo come mi dovevo aspettare dalla mia prima estate a New York.

                                     * * *

(Ascoltate se volete "Someone you loved di Lewis Capaldi) ❤️

A volte, attribuiamo uno strano significato all'infinito.
Pensiamo che i momenti siano eterni, che le persone siano eterne e che i legami durino per sempre.
Quando invece sono i sentimenti ad essere eterni.
Quando ripensi ad un momento particolare, ti basta chiudere gli occhi per provare quello che hai provato in quel momento.
Quel momento è andato via, ma quella strana sensazione di felicità nello stomaco c'è ancora, come c'è il sorriso che ti spunta sul volto senza che tu te ne accorga nemmeno.
I momenti lasciamoli andare via, lasciamo fare al tempo il suo corso.
Ma facciamo fare lo stesso al nostro cuore, diamogli la possibilità di ricordare quello che abbiamo provato, quello che abbiamo sentito e quello che abbiamo vissuto.
E forse è anche colpa della mia strana paura del tempo, che non mi ha permesso di apprezzare i momenti mentre li vivo.
Mi ci aggrappo, e memorizzo qualsiasi gesto, parola, pensiero.
Non li voglio lasciare andare, anzi, vorrei viverli all'infinito.
Come se dopo quello, non mi aspettasse più niente di bello.
Ma ora devo lasciare andare quei momenti.
Non sarà così facile fare lo stesso con i miei sentimenti però.

I mille rumori intorno a me, e la voce elettronica che proveniva da chissà quale direzione, mi fecero capire che era il momento di avviarmi verso la scala che mi avrebbe portata nell'aereo.
Si, forse insieme ai momenti belli e brutti me ne stavo andando anche io.
Stavo per volare via da New York.

"Signorina, intende salire oppure no?" Un passeggero in attesa di salire, richiamó la mia attenzione, spronandomi a fare una scelta.
Salire o spostarmi.

Strinsi la mia piccola borsa a me e iniziai, gradino dopo gradino, a salire le scale.
Una fitta nello stomaco accompagnava ogni mio singolo passo.
Non volevo nemmeno voltarmi, non volevo ricordare nulla di quel momento.

Spazio autrice
SCUSATE DAVVERO SE SONO STATA ASSENTE PER TUTTO QUESTO TEMPO E SE IL CAPITOLO NON È MOLTO LUNGO❤️☹️
Immagino di averci lasciato un po' confusi, cos'è successo secondo voi?
Perchè Kelsey è partita? E soprattutto cos'è successo prima?
Fatemi sapere le vostre ipotesi e cosa ne pensate del capitolo❤️
-Tracy

TomorrowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora