Capitolo 86

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Il giorno della gita.
Quella gita tanto attesa, che avrebbe segnato la fine dell'anno scolastico, o almeno quasi.
Dopo la gita avremmo avuto solo altre due o al massimo tre settimane di scuola, poi si sarebbe tenuta la cerimonia dei diplomi.

Quella sarebbe stata una piccola fine per alcune cose.
Non avrei visto più Travis tutti i giorni a scuola e non avrei avuto modo di saltare con lui le lezioni, di trovarlo in ogni angolo della Julliard High school.
Non lo avrei più trovato in cortile ad aspettarmi mentre fumava la sua solita sigaretta.
Molto probabilmente non lo avrei trovato lì ad aspettarmi, o almeno, non sempre.

Scossi la testa e tornai alla realtà, dove stavo per posare la valigia nel pullman che ci avrebbe condotto all'aereoporto.
"Ho dimenticato la borsa in classe" notai allarmata, mentre parlavo con Travis.
"Subito torno" continuai iniziando a camminare velocemente verso l'edificio.

Anche il mio telefono era lì e non riuscivo a capire come potevo essere così distratta.

Sbuffai entrando nella classe e afferrai subito la mia borsa.
Notai quasi subito Victoria.
Aveva una mano terribilmente ferma mentre metteva il rossetto.

Non le dissi niente, semplicemente continuai a camminare verso la porta.
"Bella mossa" accennó mentre chiudeva con forza il rossetto, per poi rimetterlo nella borsa.
Continuava a guardarsi beatamente dentro allo specchietto che aveva tra le mani.

"Cosa?" Mi girai e la guardai confusa.
"Hai mai sentito la storia del gatto e del topo?" Mi domandò con uno strano sorriso stampato sul volto.

"Non ho tempo per queste stupidaggini" confessai prima di varcare la soglia della porta.
"Oh dovresti conoscerla" continuò la ragazza dai capelli neri dietro di me.
Decisi di girarmi e tornare a guardarla.

Incrociai le braccia al petto e aspettai che mi dicesse quello che aveva da dire.

"C'erano un gatto e un topo in una vecchia casa abbandonata. Il gatto aveva bisogno di una distrazione e così fece amicizia con quella che in teoria doveva essere la sua preda."
Non riuscivo a capire quella stupida storia.
"Il topo era furbo, molto furbo." Continuó lei mentre con una mano si sistemava i capelli.

"Il topo aveva bisogno di fare alcune cose abbastanza cattive, ma non voleva sporcarsi le mani.
Così una volta aver stretto amicizia con il gatto, che nel frattempo si era invaghito di lei, Il topo decise di far fare il lavoro sporco al gatto."
Aggrottai le sopracciglia, continuando a non capire.

"Il gatto era un bastardo approfittatore, ma il topo... oh lui, era un essere senza coraggio, che si nascondeva nell'ombra e che faceva fare agli altri le cose che in realtà avrebbe voluto fare in prima persona."

"Un po' come te e Travis no?" Mi sorride inclinando leggermente il capo e toccandosi il mento con un dito.
"Cosa stai cercando di dirmi?" Le domandai arrivando al punto.

"Oh andiamo, Kelsey cara."
"Non è stato un bel gesto farmi minacciare da Travis" mi disse più convinta che mai.
Nei suoi occhi non riuscivo a capire se mentisse o no.

"Io cosa?!" Risi amaramente lasciando andare le braccia che fino a quel momento erano incrociate.
"Con me non ti conviene fare la finta tonta"

"Il tuo ragazzo mi ha minacciata e pensa un po'? La mente malefica dal mio punto di vista, sei sempre stata tu!" Sbraitò con la sua voce fastidiosa.
"Cosa ha fatto Travis?" Quasi urlai, avvicinandomi a lei.

Lei sembrò sorpresa, restò con la bocca aperta e mi guardó per una frazione di secondi.
Sorrise guardandosi un po' intorno prima di passarmi accanto.

"Quelle come te, quelle che fanno sembrare tutto così bello, puro e innocente, sono le peggiori" mi sussurrò all'orecchio.
"Travis non ti minaccerebbe" dissi più tra me e me che a lei.

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