Capitolo 97

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"Rinuncia al tuo potere di attrarmi ed io rinuncerò alla mia volontà di seguirti"

"Cosa?" Chiesi aggrottando le sopracciglia, cosa era successo al Travis che pensavo di conoscere ?
"William Shakespeare" commentó lui guardandomi come se fossi pazza.

"Ti sei appassionato alla letteratura grazie alla professoressa Ellis?" Domandai ridendo sotto i baffi.
"Ho pensato che rappresentasse quello che provo in questo momento.
Cazzo, Shakespeare è un genio" confessó provocando la mia ennesima risata.

"Perché ridi?" Mi guardó aggrottando le sopracciglia.

Alzai le mani in segno di difesa e alzai la voce della radio.

Travis intanto continuava a guidare.

"Cuciniamo qualcosa da me?" Domandó prima di fermarsi al semaforo rosso.
"Vorrai dire... che cucinerai qualcosa per me vero?" Riformulai la sua domanda, con un sorriso adorabile al quale non avrebbe saputo dire di no.

"Sei terribile" protestó per poi continuare a guidare fino ad arrivare al supermercato più vicino.

Una volta entrati dentro, Travis prese il carrello e iniziammo a cercare qualcosa in giro.

"Pollo?" Domandó indicando l'enorme frigorifero di fronte a noi.
Scossi la testa e aggrottai le sopracciglia.

Lui sbuffó e continuó a camminare senza parlare per un po'.

"Pasta" dissi d'un tratto indicando i pacchi di pasta alla nostra sinistra.
"È una delle poche cose che sappiamo fare..." mormoró Travis ridendo sotto i baffi.

"Parla per te" lo rimproverai incrociando le braccia al petto.

Dopo aver pagato, uscimmo dal supermercato.

"Come va con tua mamma?" Gli domandai salendo in macchina.
"Va" rispose semplicemente prima di mettere in moto.

"Il problema è come" continuai allacciando la cintura, in attesa di una sua risposta.
"È strano che non sia ancora tornata da mio padre" riflettè, quasi come se non stesse parlando nemmeno con me, ma con sè stesso.

"Tu sei la sua priorità" gli spiegai guardandolo.
"Dopotutto ognuno ha una priorità no?" Domandó afferrando la mia mano delicatamente e portandola più vicino a lui.

Annuii debolmente nascondendo il rossore sulle guance.
"E forse tu sei la mia" disse guardandomi con un sorriso stampato sulle labbra.

"Forse?" Domandai aggrottando le sopracciglia.
Travis mi guardó di nuovo sorridendo e prese un respiro profondo.

"Kelsey Steward, tu sei la cosa più bella che mi sia mai capitata." Disse queste parole con tono deciso, prima di portare la mia mano alla sua bocca e lasciarci un veloce ma deciso bacio.

Mi morsi le labbra e mi maledii mentalmente pensando a quanto fosse facile per Travis farsi perdonare da me.

"Lo dici a tutte quelle che passano per il tuo letto?" Domandai lasciando la sua mano.

Travis alzó gli occhi al cielo e strinse il volante con la mano sinistra.
Rimase in silenzio per un po'.

"Te lo giuro. Non lo pensavo" Inizió lanciandomi un veloce sguardo.

"E non lo penso" continuó, e mi sembró quasi agitato.
"Avrei dovuto tapparmi quella bocca di merda.
Ho sbagliato Kelsey, ma ti giuro che non penso quelle cose" mi guardó per alcuni secondi prima di spegnere la macchina e solo allora mi accorsi che eravamo ormai arrivati.

Arriccia le labbra leggermente e battei più volte le palpebre, gli avrei voluto dire che era tardi.
Che le scuse non bastavano.
Avrei voluto prenderlo a schiaffi e rinfacciargli ciò che aveva detto per tutta la vita.
Avrei voluto fare quelle cose e molto altro, ma c'era qualcosa che mi bloccava.

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