Capitolo 49

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KELSEY'S P.O.V.
Mi ero meravigliata che Travis non mi avesse chiamata o bombardato di messaggi.
Non si era fatto sentire tutta la giornata e di certo non l'avrei fatto io.
Ero spaventata a dirla tutta.

<<Tesoro io devo fare un salto in farmacia prima che chiuda>> entrò mia nonna in camera.
<<Sisi vai pure>>

Mi alzai dal letto e scesi nel salotto, proprio mentre mia nonna stava uscendo.
La mia larga e lunga felpa e i comodi leggins mi tenevano al caldo, nonostante ció decisi di accendere i riscaldamenti e piazzarmi sul divano per guardare un film.

Una volta accesa la televisione sentii bussare alla porta e pensai  che fosse mia nonna che aveva dimenticato le chiavi o la borsa, come le era già capitato altre volte.

Aprii la porta e stavo per richiuderla d'istinto vedendo Travis.
<<Come ti salta in mente di bussare qui?>> sbottai arrabbiata.
<<Ho incontrato tua nonna per strada>> si giustificó mantenendo ancora la porta per evitare che la chiudessi.

<<Prima parliamo e prima me ne vado>> provò a convincermi.
Sbuffai rumorosamente e spalancai la porta permettendogli di entrare.
<<Avanti parla>> ringhiai incrociando le braccia al petto.

<<Non parlarmi così dannazione>>

<<E come dovrei parlare con te?>> domandai guardandolo negli occhi.

<<Bene. Ora ascolta>> cambió discorso provando ad avvicinarsi.
Feci qualche passo indietro, provocando un'occhiata infastidita da parte sua.

<<Io ti avrei raccontato quell'episodio e non solo, ti avrei detto tutto.
Tu sei l'unica che non ha pregiudizi, sapevi che non ero il tipo che faceva serenate e portava mazzi di fiori sotto casa, nonostante ciò sei rimasta. Anche quando tutti ti parlavano male di me, esagerando anche...>>

Rimasi in silenzio aspettando che continuasse a parlare.

<<Le ragazze io le ho sempre viste fragili e deboli, che cambiano facilmente decisione e che si fanno mettere i piedi in testa>>

<<Travis io non sono tua mamma>> Sbottai sapendo che ciò lo avrebbe ferito, ma la rabbia era molta e in quel momento era lei a dettare le regole.

<<Non è questo il punto. Ho incontrato te e credo che tu sia davvero una forte, ho finalmente incontrato una ragazza che non ha paura di rispondere, di guardare negli occhi una persona quando parla. E nei tuoi occhi quando parlavi con quello stronzo alla festa di beneficenza di mio zio, ho visto coraggio, coraggio da vendere.>>

<<Non mi hai mai giudicato e ora lo stai facendo...>>

Lo interruppi subito.
<<Ti giudico perché sei stato davvero un bastardo!>> urlai avvicinandomi a lui.
<<Lo so Kelsey, e ho fatto anche peggio. Ma ti giuro che a te non farei mai nulla, non permetterò mai a nessuno di toccarti anche solo con un dito, e non ti farei mai assistere o vivere quello che ha vissuto e visto quella ragazza quella sera>>

Si avvicinó a me e posó una mano sulla mia guancia, la accarezzó lentamente con il pollice.
I suoi occhi erano sinceri e potevo vedere la paura di un rifiuto.
Era strano come con me quel ragazzo cambiasse, non potevo capire com'era possibile che io riuscissi a tirare fuori alcune delle sue più nascoste qualità.

<<Ti prometto che ti difenderò, sempre>>
<<Non siamo in un film d'azione>> ironizzai.
<<Con me non si sa mai>> abbassò lo sguardo togliendo anche la mano.

<<Mi dispiace tremendamente per quella ragazza, non avevo considerato l'idea che le potessero fare del male. Ma quando ho visto che era riuscita a scappare mi sono sentito sollevato. Se potessi tornare indietro...>>

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