Capitolo 102

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Avevo bisogno di urlare a tutti come stavo male e come ero delusa.
Non che quello avrebbe cambiato qualcosa, o dimezzato la rabbia che provavo.
Ma a volte si ha semplicemente bisogno di concretizzare il dolore, di dire a qualcuno che stai male, affinché tu stesso lo senta con le tue orecchie.

Probabilmente è solo un fatto psicologico.
Ma urlare era proprio quello di cui avevo bisogno.

Uscii a passi incerti dalla stanza, probabilmente tremavo anche.

Si alzarono tutti di colpo ma nessuno osó avvicinarsi, nessuno di loro fece un passo verso di me.
"Lasciaci spiegare, per favore" inizió Grace con le lacrime che scendevano lungo le sue guance.

"Spiegare cosa?" Una risata amara uscì dalla mia bocca, accompagnata da una buffa espressione.
L'espressione di chi sa che gli è crollato il mondo addosso.

"La verità è che siete degli egoisti." Dissi a denti stretti, guardando ognuno di loro, soffermandomi un po' di più su Josh.

Mi faceva particolarmente male sapere che Josh mi aveva mentito così tante volte guardandomi negli occhi, professando il suo amore per quella che a quanto pare era mia sorella.

In diciassette anni di vita non avevo avuto nessuno con cui condividere i miei vestiti, i trucchi e magari la piastra per i capelli.
Non avevo avuto nessuno a cui poter raccontare quale ennesimo caso umano della mia scuola mi piaceva.
E la cosa peggiore era che non lo avevo deciso io, lo avevano deciso gli altri per me.

"Abbiamo..." iniziò Josh avvicinandosi a me con calma.
"Ho... cercato tante volte di dirti la verità" affermó sfiorandomi il braccio.
Io feci un passo indietro in modo brusco, evitando qualsiasi contatto con lui.

"Io vi odio!" Urlai con le lacrime agli occhi strofinandomi il braccio che Josh aveva toccato poco prima.

"Come avete potuto mentirmi su una cosa tanto importante?! Già era difficile non sapere chi era questa famosa Loren del vostro passato, ma sapere che è mia sorella. Mia sorella capire?! Questo è davvero disgustoso!" Sputai innervosita.

Sapevamo tutti che qualsiasi cosa avrebbero provato anche solo a dire, non sarebbe servita a nulla.
"Ti capisco, merda Kels, non avrei mai voluto vederti così" affermò Josh passandosi una mano sul viso, provando ad asciugare quella piccola lacrima che aveva cercato così tante volte di trattenere.

"Io ti voglio davvero bene, so che sarà difficile perdonarci ma..." provò a dire Grace, ma io la interruppi subito facendo un gesto con la mano e sorridendo.

"Perdonarvi? Io non ho bisogno di perdonarvi.
Quello lasciatelo agli altri, magari ai miei genitori che saranno sicuramente dispiaciuti sapendo che avete lasciato che scoprissi la verità, o a mia nonna, che per tutto questo tempo non ha fatto altro che mandare avanti questo teatrino. O perché non lo chiedete a Loren?" Domandai con un triste sorriso stampato sul volto.

Ero amareggiata, delusa, triste, arrabbiata, ma soprattutto mi sentivo tradita.

"Oppure fate un favore a tutti e non dite più nulla!" Ringhiai infine, afferrando la mia borsa e seguendo il poliziotto per discutere insieme all'avvocato delle conseguenze di quella sera in cui guidavo la macchina di Travis con sette persone in macchina.

Dopo aver parlato per circa un'ora con persone di cui non ricordavo nemmeno il volto, a cui ho prestato attenzione solo perché avevo paura di finire dentro, uscii dalla caserma.

Il risultato?
Ero minorenne e avrebbero contattato i miei genitori.
Non me ne fregava nulla in quel momento.
Non volevo vedere più nessuno.

Mi avevano assicurato che non ci sarebbero state gravi conseguenze.

Iniziai a camminare a passo svelto, stringendo la borsa a me e senza nemmeno controllare se venisse qualche macchina dalla mia destra, attraversai la strada.

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