Capitolo 83

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KELSEY'S P.O.V.

Travis sembrava felice e di conseguenza lo ero anche io.
Qualcosa sul suo viso era cambiato, avevo visto un misto di sorpresa e felicità.

"Non finirai mai di sorprendermi Kelsey Steward" mi sussurrò all'orecchio mentre mi stringeva a sè.

Quando davanti a noi apparve quasi come per magia la mamma, mi domandai perché fosse così in ritardo.
Aveva un'elegante vestito verde e i capelli raccolti, il suo sguardo dolce mi faceva sciogliere ogni volta.
Anche se Travis la vedeva come un nemico, io riuscivo ad andare oltre e vedevo tutto l'amore che provava per lui.

"Buon compleanno" si avvicinó titubante, con una busta tra le mani.
Mi allontanai leggermente, lasciando loro un po' di spazio.
"Vado a controllare come... vanno le cose" dissi facendo dei gesti strani, e allontanandomi poco alla volta.

Mamma e figlio finalmente parlarono per un po', e finalmente Travis non le urlava contro.
Mi avvicinai ad uno dei tanti tavoli e fui affiancata quasi subito da Josh.
"Sei stata davvero brava" si complimentò con me mentre metteva un po' di cibo nel piatto che reggeva con una mano.

"Grazie" sorrisi soddisfatta per poi guardarlo una frazione di secondi.
Anche lui indossava una camicia bianca, abbinata peró ad un pantalone blu.

Lo sguardo di Josh si posò su di me e sentii il mio corpo bruciare, ultimamente sentivo il suo sguardo, più di prima.
I suoi occhi non ne volevano sapere di guardare un'altra cosa o persona che non fossi io.

"Josh" provai a parlare, ma il ragazzo mi interruppe subito.
"Va tutto bene Kelsey" mi sorrise amareggiato, ma provando a nasconderlo con tutte le sue forze.
"Lo so" guardò per una frazione di secondi verso il basso e quando rialzò gli occhi potei vedere un velo di dispiacere.

Odiavo vedere le persone a cui tenevo soffrire.
Perchè quando la causa non sei tu, ti fa male e cerchi di avvicinarti il più possibile per aiutarla.
Ma quando la ragione per la quale quella persona sta male sei tu, devi solo allontanarti per evitare di causargli altro dolore.

Le persone si fanno male in continuazione.
A volte penso che gli esseri umani siano perennemente in guerra.

C'è una linea sottile tra il ferire ed essere ferito, in entrambi casi c'è il dolore, cambia solo la persona che lo prova.
Ma nel caso di Josh e me, ci stavamo male entrambi.

"Travis è un esplosione, un misto di fuochi d'artificio e lanterne cinesi. Uno spettacolo fantastico vero?" Mi domandò con fare riflessivo mentre stringeva il piatto tra le sue mani.

Si avvicinò al mio orecchio.
"Ma prima o poi i fuochi d'artificio cesseranno e le lanterne cinesi si allontaneranno sempre di più, fino a quando non scompariranno del tutto" concluse infine prima di andarsene lasciandomi lì.

Rimasi con la bocca semi aperta continuando a guardare davanti a me in maniera confusa.

Travis era una luce, ma una di quelle luci che non si possono spegnere.
Perchè ci sono alcune luci che per quanto tu ti sforzi non riuscirai mai a spegnere.

Ci sono due metodi per affrontare il dolore.
Il primo è ignorarlo, seppellirlo negli angoli più remoti del nostro cervello, e convincersi che non si sta male.
Il secondo è quello che usiamo un po' tutti, proviamo ad andare avanti, fare i duri, ci armiamo di una corazza, un bel sorriso e tanta indifferenza.

La differenza tra i due metodi è che nel primo caso proviamo a convincere noi stessi, nel secondo proviamo a convincere gli altri.

Josh chi stava provando a convincere?

Alzai lo sguardo verso la luna, come se mi potesse dare almeno una risposta a tutte le domande che frullavano nella mia testa.

"Ehi dove hai lasciato il festeggiato?" Mi domandò Grace mentre mi abbracciava.
In una mano reggeva un drink di colore azzurro.

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