A volte le nuvole assumono forme strane.
Si allontanano oppure si avvicinano fino a sembrare zucchero filato, oppure dei batuffoli di cotone che assumono diverse sfumature.Da piccola ho sempre pensato che fossero morbide e che ci si potesse saltare sopra, ho sempre sognato di sdraiarmi su una di quelle nuvole e guardare il mondo dall'alto.
Ero intenta a guardare quell'accumulo di vapore acqueo mentre in sottofondo sentivo le voci degli altri ragazzi, intenti a parlare dell'imminente esame.
"Cos'è per te la felicità?" Domandai a Travis che se ne stava beatamente appoggiato sul mio petto, quasi sdraiato, mentre mormorava qualcosa di incomprensibile.
"Stavo dormendo" disse tra uno sbadiglio e l'altro.
Si alzó mettendosi a sedere e mi guardò negli occhi per capire se fossi seria.
Mi morsi l'interno della guancia senza dire nulla.Rimase come si suol dire, a "bocca asciutta", facendomi capire che non aveva la minima idea di cosa dire.
Scossi la testa e sorrisi imbarazzata.
"Lascia stare" dissi infine girandomi verso il finestrino."Avete mai sentito parlare dei Pirenei?" Il professore attiró la nostra attenzione e fortunatamente anche quella di Travis.
"È una catena montuosa che si trova al confine con la Francia. Si pensa che la parola "pirenei" derivi dal verbo greco "peiro" che significa infilzare. Alludendo alle cime della catena montuosa che "infilzano" il cielo e con esse anche le nuvole.
Ma oltre questa, c'è anche un'altra leggenda..."
il professore venne subito interrotto dai suoi studenti che si mostrano completamente disinteressati."I ragazzi di oggi..." mormoró la professoressa facendo spalluce.
"Bene bene! Come volete voi ragazzi, non vi dirò più nulla" il prof alzó le mani in segno di resa e tornó a sedersi al suo posto.
* * *
Un leggero venticello solleticava i miei capelli che si scagliavano contro il viso.
C'era profumo di alberi.
Un profumo fresco e leggero che mi portava in uno stato di completo relax."Tutte le attrezzature necessarie per accamparci le troverete nel pullman, e se avete problemi con le tende, non esitate a chiamarmi" affermó il professore sorridendo.
Ci mettemmo un bel pó per portare le tende nella zona scelta dal professore per accamparci, e per montarle ci mettemmo ancora di più.
"Questo va qui, non vedi?" Rimproverai Travis ridendo, mentre vedevo che la struttura stava per crollare.
"Cazzo" imprecó sottovoce quando si accorse di aver sbagliato tutto.
Scoppiai a ridere e mi avvicinai a lui, posai le mani sulla sua faccia e la avvicinai alla mia."Non sei proprio portato per il campeggio" dissi per poi baciarlo.
"Ma non ti preoccupare, mi piaci lo stesso" continuai lasciandogli ancora un'altro bacio.
Quando stavo per allontanarmi, sentii le sue mani sul mio viso e mi costrinse a restare ancora lì.
Sentivo una strana sensazione nello stomaco.
Erano le solite farfalle che si divertivano a svolazzare nel mio stomaco.Le sue labbra erano morbide e si univano perfettamente alle mie, come se fossero state fatte per baciare solo me.
Sapevo benissimo che non era così, perché Travis ne aveva baciate tante ma mi piaceva pensare che per lui in quel momento c'ero solamente io, e in effetti, era così.
Come d'altronde per me esisteva solo lui.E mai avrei sostituito i nostri ligi, i nostri baci con quelli di qualcun altro.
Non rimpiangevo nemmeno di aver pianto, di aver urlato a squarciagola di odiarlo, per poi ritrovarmi tra le sue braccia.
Non rimpiangevo una singola parola detta tra i baci, e tra le lacrime.
Perchè chi ama, chi ama davvero, non rimpiange nulla di quello che ha vissuto con quella persona, brutta o bella che sia.
Potrete anche non stare più insieme, ma quei momenti vivranno in te, per sempre.
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Tomorrow
RomanceKelsey dopo aver vissuto diversi anni in Germania con i genitori, spinta da loro decide di tornare a New York e vivere con la nonna. Il primo giorno di scuola conosce Travis Foster, un ragazzo avvolto dal mistero, con cui passerà sempre più tempo, g...