CAPITOLO 5

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Il mio armadio sembra vuoto in questo momento.

La cosa non mi sorprende. Non è così raro che ogni volta che devo uscire non trovo nulla di decente da indossare.

Ho bisogno di comprare altri vestiti.

Mi butto a peso morto sul letto e mi lascio cullare dall'idea di non andare alla festa.

Dopo una manciata di minuti mi viene un'idea.

Ho un'ultima carta da giocare.

Mi incammino verso la vecchia stanza di mamma, in fondo al corridoio. Da quando vivo con la nonna non l'ho mai vista entrare, nemmeno per spolverare un po'.

Mia mamma ha sempre avuto buon stile, e dato che le cose vecchie tornano sempre di moda, non mi sembra una cattiva idea di prendere in prestito qualcosa di suo.

Entro nella stanza in punta di piedi.

La semplicità della stanza mi meraviglia, è tutto così pulito e luminoso.

C'è un letto, un comodino color cipria e il comò dello stesso colore, un tappeto bianco e uno specchio con la cornice dello stesso colore degli altri due mobili.

C'è anche una scrivania bianca e grigia, anch'essa molto semplice e graziosa.
Nell'angolo c'è un grande armadio con le ante color crema, dove spero di trovare qualcosa da poter indossare alla festa.

Apro l'armadio e inizio la ricerca dell'outfit perfetto, faccio scorrere le grucce con gli indumenti verso destra, guardandoli attentamente.

Per quanto ammiri mia mamma per il suo stile e i suoi gusti, questi quasi non sembrano i suoi vestiti.

Trovo un vestitino in particolare che mi colpisce.

E' stretto sul petto ma un po' più morbido dai fianchi in giù e ha delle bellissime e particolari spalline di pizzo.

Lo indosso e corro verso lo specchio entusiasta.

È decisamente della mia taglia e sembra quasi cucito apposta per me.

Decido di piastrare i capelli e renderli leggermente mossi.

<<Nonna>> urlo per farmi sentire.
Scendo le scale lentamente con la paura di cadere per colpa dei tacchi.

La faccia di mia nonna quando mi vede è pallida, come se avesse appena visto un fantasma.
Interrompe subito quello che stava facendo fino a poco prima.

Aggrotto la fronte e mi avvicino a lei per capire il motivo della sua reazione.

<<Non ti senti bene?>> le chiedo preoccupata.

La sua espressione indecifrabile di certo non mi aiuta, anzi mi confonde ancora di più.
<<Sei così bella...>> sussurra lentamente, quasi come se avesse difficoltà a parlare.

La sua eccessiva reazione crea parecchia confusione in me.

<<Sembra che tu abbia appena visto un fantasma>> ridacchio con sarcasmo.

<<Dove hai trovato questo vestito?>> mi chiede guardandomi per bene, dalla testa ai piedi.
<<Ho rovistato nella camera di mamma...>> mormoro pensando di aver fatto qualcosa di sbagliato.

Le spiego che non avevo trovato nulla di decente da indossare alla festa e così avevo pensato di poter dare un'occhiata in quelli che una volta erano i vestiti di mia mamma.

Lei annuisce e mi sorride prima di sedersi sulla poltrona proprio dietro di lei.
<<È di mamma giusto?>> le chiedo conferma.
<<Sisi, certo è suo. Mi fa un po' strano vederlo indossato da te, sai a distanza di così tanti anni...>> non finisce la frase, viene interrotta dal campanello.
Il bellissimo tempismo del campanello, oserei aggiungere.

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