Capitolo 52

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TRAVIS' P.O.V.
<<Per caso hai visto Loren?>> domandai sorridendo a Grace.
<<Se non sbaglio è già uscita>> ammise lei chiudendo l'armadietto.
<<Non aveva gli allenamenti delle cheerleader?>>

<<Da quando hai quest'ottima memoria?>> mi prese in giro dandomi un leggero schiaffo sulla spalla.
Risi ed effettivamente pensai che non ero uno dalla buona memoria, ma chissà perché tutto quello che riguardava Loren lo ricordavo.

<<Bene io vado!>> salutai Grace e corsi lungo i corridoi per uscire dalla scuola.
Vidi Loren in lontananza, la riconobbi subito, la sua statura, i suoi capelli e il suo modo di camminare.

Corsi fino a quando non arrivai a mezzo metro da lei e le toccai una spalla facendola sobbalzare.
<<Travis!>>

<<Ehi Loren>> mi passai una mano tra i capelli e mi dondolai leggermente sulle punte.

<<Ti sei messo ancora nei casini?>> stava per rimproverarmi, lo capii dal suo sguardo.
<<Niente più risse intesi?>> continuó guardandomi seria.

<<Non ti preoccupare>> sorrisi leggermente per poi provare a cambiare discorso.

<<Sai sta arrivando l'estate e avevo pensato che avremmo potuto organizzarci per trascorrere qualche settimana al mare, affittando una casa magari...>>

Odiavo l'effetto che mi faceva, il suo sguardo penetrante osservava ogni mia minima azione e ascoltava ogni singola parola, non le sfuggiva mai nulla e non sapevo se fosse un bene o no.

<<Si mi piace come idea, oggi avviso anche gli altri così iniziamo ad organizzarci>> disse sorridendo.

<<Tu peró mi devi promettere che eviterai le risse>> tornò a guardarmi severa.
<<Loren...>>
<<No Travis, promettimelo"non mi bloccó all'istante.

<<Ma non me le cerco io. Mi faccio facilmente dei nemici ma ciò non vuol dire che me le vado a cercare io>> mi giustificai.

<<Però ti posso promettere che ci proverò>> la tranquillizzai per poi farle un cenno con la mano e salutarla da lontano.

Mi avviai verso la macchina e una volta chiusa la portiera sorrisi.
Il fatto che Loren si preoccupasse per me mi faceva piacere.
Odiava il pericolo e io non capivo che anche standole vicino la mettevo in pericolo.

Il telefono nella mia tasca vibró e risposi dopo aver letto il nome sullo schermo.
<<Ehi sedicenne spericolato>> inizió Andrew.

<<Andrew>> già il modo in cui aveva iniziato la frase mi aveva fatto venire qualche dubbio.

<<Ho una proposta da farti>>
Lo sapevo.
Pensai subito, confermando i miei pensieri di poco prima.

<<Prima dell'estate dovremmo sistemare le cose con quei coglioni>>
Sapevo benissimo a chi si riferiva.

<<Hai la patente da quasi tre mesi, potresti renderti utile stavolta, senza spaccare la faccia a nessuno. Anche se è come chiederti di non respirare, impossibile>>
La stava portando davvero per le lunghe e io non potevo incasinarmi in quel momento.

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