Capitolo 32

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Era in momenti come quelli che rimpiangevo di non aver accettato la macchina dai miei genitori, avevo detto che non ne avevo bisogno per il momento anche se avevo preso la patente.

<<Dove vai?>>
Era la voce inconfondibile di Travis, non mi fermai anzi continuai a camminare spedita.
<<Non mi piace essere ignorato>> sbottò per poi tirarmi un braccio.
Mi guardó negli occhi mentre teneva la stretta salda sul mio braccio per evitare che me ne andassi.

<<A casa>>
<<Perché salti le lezioni?>>
<<Non ho voglia oggi ok?>>
Non poteva fare così, non poteva guardarmi in quel modo, tutte le mie certezze cadevano come castelli di sabbia quando lo guardavo.

<<Piantala>> sbuffai guardando altrove.
<<Di fare cosa?>> sembrava abbastanza confuso.
<<Di fare quella cosa con gli occhi>>
Lo guardai e lui capì sorridendo e facendo la sua solita espressione.
<<Esattamente questa>>

Mi lasció il braccio, ma non avevo più voglia di andarmene.
<<Saprai tutto quanto Kelsey, ma non ora, te lo prometto>>
Quella frase mi tranquillizzó un po' e forse mia mamma aveva ragione infondo.
Io ero quella nuova e non potevano pretendere che mi dicessero tutto, anche se a quanto pare ero l'unica ad essere all'oscuro di tutto.

<<Dai, vieni con me>>
Non avevo voglia di andare da nessuna parte, nemmeno con Travis.
<<Voglio andare a casa>>
<<Vieni prima con me, poi ti porto a casa>>
Sbuffai e mi incamminai verso la macchina di Travis, quando si metteva in testa una cosa nessuno riusciva a fargli cambiare idea.
Perció prima sarei andata con lui, prima sarei arrivata a casa.

<<Forse dovremmo parlare del bacio>> disse una volta entrato in macchina.
Ma come poteva essere così diretto e sicuro di sè?

<<Quale bacio?>> domandai facendo finta di non saperlo.
Era così imbarazzante, dannatamente imbarazzante.
<<Oh andiamo Kelsey>> mi guardó per un secondo mentre metteva in moto la macchina.

Non era chiaro il rapporto che avevo con Travis, ci eravamo baciati si, ma il giorno dopo era tornato tutto come prima.

I miei amici non potevano sapere di Travis e se l'avesse saputo Andrew, non oso immaginare cosa mi avrebbe fatto passare.

<<Io ti piaccio>> mi guardó sorridendo.
<<Tu... Cosa?!>>
Non potei finire la frase, il suo viso si avvicinó pericolosamente al mio.
Le nostre labbra erano a pochi centimetri di distanza.

<<Quindi mi vuoi dire... Che io non ti piaccio?>> sussurró scandendo bene tutte le parole.
I soliti brividi si diffusero lungo il mio corpo e il mio cuore iniziò a battere più del solito.

Mi allontanai bruscamente girandomi verso il finestrino, ero sicuramente rossa come un pomodoro.

Sentii una piccola risata di Travis.
<<Lo sapevo>>
Perchè mi faceva quell'effetto?
Odiavo quella sensazione di impotenza.
Lui invece era sempre molto rilassato, disinvolto.

Una volta partiti non mi girai nemmeno una volta verso di lui, guardavo la città dal finestrino.
<<Giovedì ho un'importante incontro di boxe>>
Mi girai verso di lui e lo guardai.
Lui continuava a guardare la strada permettendomi di guardare il suo profilo perfetto.

<<Ti va di venire?>>
L'aveva chiesto davvero?
Quella era la sua prima proposta decente che mi faceva.
<<Non mi hai mai chiesto una cosa sai? Tu sei più il tipo che ordina...>>
Ero divertita, lo guardavo mentre mi toccavo il mento.
<<Non so... Devo pensarci>> tentennai prendendolo in giro.

<<Devo ricorrere al mio vecchio metodo?>> rise guardandomi per una frazione di secondo.
<<Verrò>> accettai sorridendo.
Si era creato qualcosa fra me e Travis, non sapevo bene cosa, ma era qualcosa che cresceva, giorno dopo giorno.

Continuavo a guardare i palazzi di New York, le macchine e la gente che camminava.

Travis strinse il volante con la mano sinistra e mi guardó per un po'.
La sua mano destra si allungó verso la mia e quando capii cosa avesse intenzione di fare, la mia faccia diventó rossa come un peperone.

Mi prese la mano e la portò alla sua bocca, dove lasciò un leggero bacio.
Rimasi con la bocca socchiusa a guardarlo.
Stavo praticamente per svenire.
Non poteva fare quelle cose, non sapeva che effetto mi facevano.

Travis sorrise rimettendo la mano sul volante.
Avevo la gola secca e il mio cervello non riusciva ad elaborare una frase di senso compiuto, ero andata completamente in tilt.

<<Ora puoi dire di esserti sentita come la protagonista di quei film strappalacrime che guardi di solito>> disse sicuro di sè mentre prendeva una sigaretta dal pacchetto che aveva in tasca.

<<Idiota>> mi voltai velocemente dall'altra parte per non fargli vedere il rossore sulle mie guance, che persino un cieco avrebbe potuto vedere.

Lo sentii ridere leggermente per poi accendere la sigaretta.

Il giorno dopo ci sarebbe stata la partita, avrei fatto il tifo per la squadra di Travis, dove c'era anche Josh.

Sbuffai e mi appoggiai con il gomito vicino al finestrino.
<<Sei strana, all'improvviso sbuffi>> mi confessó Travis mentre sentivo il suo sguardo bruciare su di me.
<<Tu sei strano, continua a guidare>>
<<Mi stai trattando male>> quasi mi rimproveró.

<<Non posso?>>
<<Io non ti tratto male, almeno non ora">> ammise.
<<Esatto, non ora, il che mi fa venire non pochi dubbi>>
Ero diventata molto più antipatica da quando avevo conosciuto Travis, lui aveva la capacitá di tirare fuori lati del mio carattere che non sapevo nemmeno di avere.
E non tutti erano buoni, anzi.

La macchina si fermó e mi accorsi che eravamo in pieno centro di New York.
<<Vuoi fare shopping?>> ridacchiai guardandolo.
<<No, tu hai bisogno di fare shopping>> mi guardó per un secondo mentre chiudeva la macchina.
<<Cosa?>> gli domandai, non capendo cosa avesse intenzione di fare.

Iniziò a camminare senza aspettarmi.
<<Devi comprare un vestito>>
<<Perché mai dovrei comprare un vestito?>>
Cosa aveva in mente?
<<La settimana prossima devi venire ad una cena con me, è una festa di beneficenza>>
Festa? Cena? Beneficenza?
Cosa stava blaterando?
<<Devo? Io non devo fare proprio niente>>
Mi fermai di colpo incrociando le braccia al petto.

<<Avevi detto che avresti voluto conoscere mio zio no? Bene, si è presentata l'occasione. Mercoledì lo conoscerai>>
<<Mi hai presa alla lettera, io non intendevo...>>
<<Beh troppo tardi, domani ti arriverà l'invito, è una cosa molto in grande e formale>>

<<E dobbiamo comprare il vestito una settimana prima?>>
<<È la garanzia che verrai>> mi sorrise leggermente mentre mi faceva cenno di seguirlo in un negozio.
<<Io ti odio!>> sbottai seguendolo.

Mi era sembrato fin troppo strano, fin troppo gentile e non era proprio da lui.

Entrammo in un negozio enorme, non c'erano molte persone e sembrava un negozio molto costoso.
<<Travis...>>
<<Guarda di qua, ci sono gli abiti da sera>>
Non poteva interrompermi ogni volta che aprivo bocca.

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