Capitolo 17

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Ero nella doccia di Travis Foster e mentre lo ripetevo nella mia mente, automaticamente mi facevo dei film mentali che interrompevo bruscamente quando realizzavo che non era da me.

Avevo chiuso per sicurezza la porta a chiave della camera di Travis e anche quella del bagno.

Qualche ora prima avevo anche avvisato mia nonna che non sarei tornata per pranzo perché avevo un progetto da fare, così non l'avrei fatta stare in pensiero ad aspettarmi.

Una volta uscita dalla doccia avvolsi il mio corpo nell'accappatoio bianco che trovai appeso in bagno, strinsi le due fasce intorno alla vita e mi guardai allo specchio.
Com'ero finita lì? Mi domandai ancora incredula ripensando a tutta quella serie di coincidenze che mi avevano portato fino a quel momento.

Sentii il campanello e sbarrai gli occhi non sapendo cosa fare.
Era Travis che si era dimenticato le chiavi? E anche se fosse stato lui, non avrei potuto farmi vedere in quello stato.

Decisi di andare a vedere chi fosse guardando dallo spioncino e decidere il da farsi.
Camminai in punta di piedi per il corridoio fino ad arrivare quasi al salotto, e all'improvviso sbucó qualcuno dall'angolo.

Mi venne un colpo e urlai incapace di fare qualsiasi cosa.
Era Travis.
E io avevo fatto un'altra delle mie figure.
Cercai di coprirmi il più possibile e sbottai "ma perchè diavolo non vedi chi è?!"

Lui trattenne una risata e mi guardó in faccia, provando a non guardare il suo accappatoio, capendo che l'avrei preso a calci.

<<Vado vado>> commentó alzando le mani in segno di difesa mentre andava ad aprire la porta.

<<Signora Wilson>>
La signora in questione entró in fretta e furia in casa e non feci in tempo a correre in bagno per non farmi vedere.

Quando mi vide guardó immediatamente Travis e tornó a posare il suo sguardo su di me.
Ero consepevole che una scena come quella, vista da una persona che non sapeva quello che era successo prima, poteva essere fraintesa.
Avrei voluto sparire, sprofondare sotto terra.
<<Forse non dovevo venire in anticipo>>

Ruppe il ghiaccio guardando me e Travis imbarazzata.
<<No... Non è come sembra>> cercai di spiegarle come erano andate le cose ma Travis mi spinse leggermente verso la sua camera.
<<Vai a vestirti>>

I suoi soliti comandi.

Una volta entrata in bagno misi entrambe le mani sulla faccia, provando a far passare il rossore che avevo sul viso.
Avevo un piano: mi sarei vestita e sarei uscita in fretta e furia dalla casa di Travis, avrei evitato qualsiasi domanda imbarazzante o commento inappropriato.

Una volta vestita ero pronta a mettere in pratica il mio piano, sperando con tutta me stessa che avrebbe funzionato.
Aprii la porta e capii che il mio piano non avrebbe funzionato, decisamente.
La signora era davanti alla porta con l'aspirapolvere e capii che era colei che puliva la casa di Travis, non mi sorpresi.

Viveva da solo e la casa non era di certo pulita per merito suo.
<<Io ci tenevo a dirle... Che insomma>> iniziai balbettando, non riuscendo a formare una frase di senso compiuto.
<<Io e Travis stiamo lavorando a un progetto per la scuola e lo stavamo facendo qui... Il progetto. Mi sono rovesciata il succo addosso e ora eccoci qui>> sbuffai frustrata.

La signora cambió subito espressione e scoppió a ridere mettendomi una mano sulla spalla.
<<Ragazza! Tu mi piaci>> mi disse senza smettere di ridere.
Non mi prendeva sul serio.
Frustrata andai nel salone per salutare Travis e andarmene.

Era girato di spalle e quando sentì la mia voce si voltó per guardarmi.
La sua maglia mi arrivava a metà coscia quasi e sentivo che scendeva da una parte,lasciando la spalla scoperta.
Il mio jeans nero si mimetizzava con quella maglia.
<<Mhh>> disse a voce bassa mentre guardava il mio meraviglioso outfit rigorosamente nero.
<<Non commentare per favore>>
Mi diressi verso il divano per prendere la mia borsa e dirgli che avrei finito il lavoro da sola a casa o se ne avesse avuto il tempo avrebbe potuto finirlo lui.
<<Dove vai?>> mi domandò.
<>A casa?>> la mia risposta suonó più come una domanda e me ne resi conto subito dopo averglielo detto.

<<Non abbiamo ancora finito>>
<<Si lo so>> mi interruppe.
<<Ti accompagno>>
<<Posso prendere un taxi>>

Gli dissi con la speranza che "acconsentisse".
<<E poi dovrei venire di nuovo a recuperarti nel Bronx?>> mi domandó ironico prima di autorispondersi con un "no grazie".
Sbuffai e rimasi lì ad aspettarlo mentre prendeva le chiavi della macchina e quelle di casa.

Iniziai a camminare quando vidi che andava in camera sua a fare chissà cosa.
L'avrei aspettato fuori o direttamente giù.
Mi avvicinai all'ascensore e premetti il tasto rosso sulla destra.

Accanto a me c'era un ragazzo e stava aspettando anche lui l'ascensore.
<<Piano terra?>> mi domandó mentre mi guardava, notando subito la maglia.
"Ha capito che è maschile e ora tutti pensano che sia andata a letto con uno" pensai mentre mi incolpavo mentalmente per tutta quella situazione che si era creata.

<<Si>> mi ricordai di rispondere dopo quella mia lunga riflessione.

Travis mi raggiunse e mise una mano intorno alla mia spalla e si piazzó in mezzo a me e il ragazzo.
<<Jorge>> Travis lo salutó (se lo si poteva definire un saluto) con tono annoiato e irritato.
<<Travis>> fece lo stesso il ragazzo accanto a noi.
Iniziava a darmi fastidio il braccio di Travis così provai a spostarmi e lui lo lasció scivolare via, lasciandolo pendere lungo il suo fianco prima di mettere la mano nella tasca dei jeans.

Il suo comportamento era così disinvolto, faceva tutto senza chiedersi cosa volesse l'altra persona e cosa ne pensasse.

Senza curarsi di quello che avrei potuto pensare io dopo quel gesto, che di certo non mi aveva fatto piacere.

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