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«Dovresti avere rimediato una settimana fa», sbottai arrabbiata

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«Dovresti avere rimediato una settimana fa», sbottai arrabbiata. Come poteva aspettarsi che lo perdonassi dopo una settimana che non si era fatto sentire?Incrociai le braccia al petto come lui.

Aiden sospirò arreso. «Posso portarti a casa dopo?»

Sta scherzando? «Direi proprio di no.»

Alcuni dei presenti si strozzarono con le propria saliva, altri ci rivolsero degli sguardo sconvolti. Evidentemente nessuno poteva credere che qualcuno come Aiden stesse parlando in quel modo a qualcuno come me. Volevo però più di tutto accettare. Magari andare con lui al mare.

«Vuoi che ti chieda scusa per quello che è successo? Va bene, scusa.»

Feci una smorfia sconvolta. «Non mi importa delle tue scuse, Aiden. Voglio solo che tu te ne vada e mi risparmia il mio tempo. E in più hai detto pure te che dici un sacco di bugie». sbottai.

Notai dal suo modo che era irritato dal modo con cui stavo porgendo resistenza. Serrò la mascella, mentre alzò gli occhi al cielo. «Quella era una cazzata. Sono stato sincero sul resto», ribadì serio.

Sapevo che gli dava fastidio continuare a doversi scusare. Era come se qualcosa lo avesse spinta e tornare, quando non ne aveva avuto voglia. O forse no. Non avevo idea di come leggere quel dannato ragazzo.

«Non sei stato sincero», sbottai, pensando al suo appartamento nuovo.

«Sì, che lo sono stato.»

«E invece no. Smettila!»

Avrei voluto domandargli per quale motivo non me ne avesse parlato, ma mi accorsi solo allora che avevamo sprecato cinque minuti dell'ora di dibattito e questo mi fece irritare.

Mi alzai in piedi per dargli le spalle e sorridere al resto dei membri. Era difficile farlo sotto il suo sguardo cuocente.

«Allo-»

Vidi Joele entrare nell'aula e guardare con confusione Aiden seduto sul suo posto. Quando però ricevette uno sguardo irritato da parte del moro si mise a sedere con sguardo basso su un altro posto.

Sbuffai irritata.

«Aiden, sei venuto qui solo per terrorizzare chiunque entri da quella porta?», gi domandai a denti stretti, senza rivolgergli però uno sguardo. Volevo ferirlo il più possibile e magari cacciarlo da quell'aula per tranquillizzarmi.

Rimasero tutti in silenzio mentre tenni lo sguardo fisso sui fogli che avevo stampato per quell'ora. Sentii un rumore di sedie muoversi e alzai lo sguardo dal foglio per vedere Aiden alzarsi serio dalla sedia.

Si passò una mano nei capelli e fece cenno col capo a Joele di sedersi.

«Tieni Stephen Hawking. Tutto tuo», canzonò prima di uscire dall'aula e sbattersi la porta alle spalle.

Sobbalzammo tutti a quel rumore assordante. Cosa aveva nella testa quel ragazzo? Presentarsi e fare come se nel torto fossi stata io. Poi uscire senza spiegazioni. Ecco che era tornato nella mia vita con la sua imprevedibilità.

Scrutai a labbra socchiuse la porta, mentre optai se non andargli dietro. Perché? Davvero intendi perdonarlo con così poco? Sapevo sotto sotto però di essere felice di saperlo stare bene.

«Juliet, tutto bene?», mi domandò Kyle, vedendomi persa nei miei pensieri.

Scossi la testa come se potesse cacciare via tutti i miei pensieri. Forzai un sorriso rivolto a tutti. «Certo! Iniziamo allora?»

Annuirono tutti così porsi a tutti i fogli, con l'intento di dimenticarmi dell'accaduto di poco fa.

Alla fine dell'ora uscimmo tutti soddisfatti. Dio se mi era mancato quel club. Mi diressi con Kyle al mio fianco verso l'uscita, ma dovetti abbassare lo sguardo non appena notai Sophia e Olivia alla fine delle scale. Speravo soltanto che non mi avrebbero invitato a una festa, perché sapevo che ci sarebbe stato anche Aiden.

«Juliet!», mi chiamò Sophia con un sorriso. Come non detto.

Salutai con un gesto della mano Kyle e scesi le scale per raggiungerle. Olivia stava masticando una gomma a bocca aperta mentre mi scrutava con un ché di avversione.

«Ciao. Come state?», chiesi non appena Sophia si avvicinò per darmi un abbraccio. Sembrava passata un'eternità dall'ultima volta che la vedevo.

«Benissimo. Te? Non ci parliamo più da un po'», rispose desolata Sophia. Prese un sorso dal suo caffè.

Abbassai lo sguardo, cosa che facevo sempre quando mentivo. «Lo so, mi ci è voluto un po' per...studiare. Ma adesso ho finito tutto penso.»

«Perfetto!», esclamò Sophia. Mi prese per le spalle mentre la guardai confusa. «Questa sera c'è una festa e tu ci verrai.»

«Non...non so se-»

«Dai, Juliet. Non avrai mica paura?», canzonò Olivia. Mi guardò con un ché di divertito. Non piaceva il modo in cui se la stava prendendo con me quella settimana, non ne capivo il motivo.

Aggrottai la fronte. «Perché dovrei avere paura?»

«Bè, perché la festa sarà nel nuovo appartamento di Aiden. E diciamo che sappiamo tutti un po' come sono andate le cose tra di voi», rispose franca.

Rimasi sorpresa. In un qualche modo mi intrigava l'idea di vedere quel maledetto appartamento, ma sarebbe stato inconveniente presentarmici. In più tutti sapevano che mi aveva scaricata perché "non mi voleva più"? Brava, ora ti rideranno probabilmente alle spalle.

«Dai Olivia. Basta tormentarla con questa storia», la rimproverò Sophia seccata per poi rivolgermi un sorriso speranzoso, «Allora? Ti va di venire? Ti prometto che farò di tutto per tenere Aiden lontano da te.»

La guardai indecisa. Stavo morendo dalla voglia di vedere come fosse l'appartamento di Aiden, ma l'idea di dover passare una serata così rumorosa e caotica non mi elettrizzava. Però poi mi ricordai che non potevo fermare la mia vita solo perché uno stupido ragazzo alto un metro e ottanta e tatuato mi intimidiva. Dovresti proprio andare lì per mostrargli che non ti ha ferita. Anche se è una bugia bella e buona.

«Non so se mia madre mi permetterà di venire...», ammisi. Stranamente era la prima volta che non dicevo una bugia; non sapevo se si sarebbe fidata di me, ma se le avessi assicurato che sarei stata con Kyle forse sì.

Olivia e Sophia sbuffarono entrambe. «Dai, Ju! Mancano poco alla maturità. Vuoi per caso finire il liceo senza esserti davvero divertita?», mi domandò Sophia speranzosa.

Penso che avessimo due concezioni di divertimento diversi. Ma ero troppo stanca per resistere e così accettai. «Va bene», sospirai e loro si diedero il cinque soddisfatte.

Olivia mi prese sotto braccio e ci avviammo verso il parcheggio. Sophia mi affiancò, saltellando entusiasta. «Allora ti porteremo a casa. Dirai ai tuoi che per stasera non ti devono rompere i coglioni-»

«Sophia!», la rimproverai strabiliata.

«Cosa? Hai detto pure te che non ti fanno più uscire praticamente», si difese per poi arrivare all'auto e aprirla.

«Bè... sì.» Mi misi a sedere insieme a Olivia nei sedili posteriori. Quest'ultima si accese una sigaretta per poi fare un tiro a Sophia seduta dietro al volante.

Non posso credere di essere amica con loro. Ma le adoravo. Anche se in genere le evitavo... Però erano amiche degli amidi di Aiden e questo alzava il rischio di incontrarlo. Che problemi hai? Quante dannate volte hai letto di non limitarti per un uomo?

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