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«Hai parlato di Aiden ai tuoi genitori?», continuò Kendall, vedendo la tristezza sul mio viso

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«Hai parlato di Aiden ai tuoi genitori?», continuò Kendall, vedendo la tristezza sul mio viso. Giocai con la manica della mia felpa mentre lei si mise in piedi per chiudere la sua valigia perfettamente organizzata.

«No. Una volta mamma ci ha trovati insieme e puoi immaginare come sia andata a finire...», le risposi e lei annuì. Ero terrorizzata all'idea di dovergliene parlare, ma se fossi voluta andare a quella festa insieme ad Aiden dovevo dirglielo. Sempre se ci vorrà ancora andare con me dopo ieri...

Passammo il resto della mattina in spiaggia e le feci vedere il negozio dove ero andata con Aiden. Kendall mi propose di regalargli qualcosa dopo che le raccontai di quanto gli piacesse la musica che vendevano lì e realizzai che probabilmente aveva ragione, così comprai un album di Doris Day. D'altronde era una delle cantanti preferite di sua madre, quindi sperai che gli avrebbe fatto piacere.

La giornata purtroppo passò in fretta e Aiden non si fece sentire, il ché mi fece preoccupare e arrabbiare allo stesso tempo ma non volevo pensarci per stare meglio con Kendall. Per le tre accompagnai insieme a mia madre Kendall all'aeroporto e dopo esserci abbracciate per quello che sembrava una mezz'ora mi salutò per poi andarsene.

Prima di farlo però mi aveva ordinato di raccontarle tutto non appena avrei parlato a mia madre di Aiden e io le avevo detto che lei mi avrebbe dovuta aggiornare su Boston. Era un peccato che Kendall era l'unica amica con cui mi trovavo davvero bene e che orami non potevo più vederla.

«Andiamo tesoro», mi invitò mia madre e dopo avermi fatto cenno di andare in macchina ci sedemmo con un sospiro. Sapevo che sarebbe stata la mia unica occasione per parlarle di Aiden, così aspettai che arrivasse sull'autostrada per iniziare a parlarle.

Sapevo che c'era il 90% di possibilità che reagisse come aveva fatto l'ultima volta, ma continuai a ripetermi che magari mi sbagliavo. Purtroppo arrivammo sull'autostrada dopo cinque minuti e così mi dovetti schiarire la gola di colpo roca.

«Mamma?»

«Sì tesoro?», mi rispose con un sorriso come sempre, «Hai bisogno di consigli per il colloquio di mercoledì?»

Meraviglioso, adesso si aggiunge pure il dubbio della Columbia. Scossi la testa per riportare in ordine i pensieri. «No, tranquilla. Volevo solo parlarti di qualcosa ma devi promettermi che non ti arrabbierai.»

«Se mi arrabbio c'è un motivo, tesoro», ribadì con quella voce insopportabile che faceva quando cercava di stare calma ma sorrideva. Questo mi terrorizzò ancora più di prima e il fatto che Aiden non si fosse fatto sentire per tutto il girono non mi dava coraggio.

«Mamma. Stasera ho un accompagnatore alla feste del signor Houston», mormorai, come se avesse evitato che si arrabbiasse e mi strinsi più forte verso il sedile, mentre mia madre mi lanciò uno sguardo confusa.

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