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Digitai il numero di Aiden, restando poi a fissare il soffitto in attesa che rispondesse. Potevo ancora sentire le farfalle nello stomaco. Sorrisi non appena rispose alla chiamata.

«Ju?»

«Gliel'ho detto!», mi feci scappare entusiasta. Avrei voluto stuzzicarlo, rendere la mia notizia più misteriosa e invece eccomi che mi scapparono le parole di bocca come sempre.

Aiden rise dall'altra parte del telefono, sentivo della musica in sottofondo ma pensai si trattasse del suo giradischi. Un giradischi che suona della musica rock? «Cosa, piccola?», mi domandò divertito.

Sospirai e mi rotolai sulla schiena. «Tuo padre ha detto ai miei genitori della UCL e quindi sono stata costretta a parlarne a mia madre e... ecco... le ho detto che verrò con te in Inghilterra», gli spiegai mordendomi il labbro per l'euforia.

Per un attimo rimase in silenzio. «Quindi vieni con me in Inghilterra?», mi domandò in tono malizioso e io risi in imbarazzo. Solo l'idea mi sembrava surreale.

«Sì, Aiden. Verrò con te, ma solo a una condizione». gli dissi, fingendomi seria.

«Sono tutto orecchie.»

«Che verrai a studiare con me in biblioteca.»

Lo sentii ridere istericamente, segno che non mi stava prendendo sul serio. Sapevo che odiava studiare, me lo aveva detto quel giorno al mare e non ci voleva un genio per capirlo dato che non l'avevo mai visto leggere da libro scolastico, eppure comunque riusciva ad andare perfettamente...

«Piccola, ti amo, ma questo è troppo. E poi posso già vedere le facce perplesse degli inglesi che vedono entrare uno come me in biblioteca-»

«Aiden», lo interruppi sorridendo. Lui sospirò.

«Si, Juliet?»

«Vuoi che venga con te in Inghilterra?», domandai e scrutai le tende muoversi col vento. Aiden sospirò nuovamente, perché sapeva di non avere alla scelta che rispondere di: «Sì.»

Sentii il mio cuore fare una capriola, nonostante non fosse la prima volta che l'avesse detto. Era bello il modo in cui a volte metteva da parte il lato testardo di sé.

«Allora studierai con me, Aiden. Non puoi pensare di andare all'università senza studiare», gli spiegai ma lui sbuffò. Era proprio pieno di sé.

«Non so neanche come si fa, piccola», ribadì annoiato, ma sapevo che era sincero. «L'ultima volta che mi sono messo a studiare è stato... pff... cinque anni fa.»

Potevo solo provare invidia nei suoi confronti: io che da ormai anni tenevo la testa sui libri e lui che passava i corsi senza difficoltà.

«Te lo insegnerò io allora-», gli dissi, ma sentii di colpo il rumore di una porta aprirsi dall'altra parte del telefono.

«Aiden. Non tro-», sentii la voce di Casy squittire, ma Aiden la interruppe innervosito.

«Casy, esci cazzo», la minaccio e potei sentire le lamentele della ragazze indistinte. Sentii un groppo in gola.

Perché Casy stava con Aiden? E poi perché non me ne aveva parlato? Ed ecco i mille dubbi che tornarono. Feci per chiedergli cosa stesse succedendo ma attaccò improvvisamente al telefono, lasciandomi spiazzata a bocca aperta.

Mi misi a sedere, in attesa che richiamasse per scusarsi, ma il mio schermo rimase nero. Cosa era appena successo? Casy era entrata nella stanza, Aiden mi aveva attaccato al telefono e ora stavano facendo chissà cosa. Non volevo arrabbiarmi con Aiden ma come potevo non farlo dopo aver scoperto che mi aveva nascosto di vedere quella ragazza che odiavo.

Speravo soltanto non fossero soli. Come se rendesse il tutto migliore... Mi sdraiai con la testa sul cuscino, il telefono ancora stretto in mano in attesa di una sua chiamata, ma la suoneria non si accese. Neanche mi accorsi di cadere tra le braccia di Morfeo poco dopo.

La mattina seguente mi svegliai per controllare immediatamente se Aiden mi aveva richiamata ma non vidi neanche una notifica sul telefono, così la rabbia e gelosia che avevo cercato di tenere a bada si fece finalmente sentire. Cosa poteva essere successo perché neanche mi potesse richiamare? Casy è successo...

Mi preparai il più veloce possibile, tentando di non pensare a Aiden per potermi concentrare sulla scuola. Non sapevo neanche se sarebbe venuto a prendermi quella mattina come aveva detto che avrebbe fatto, così dopo aver salutato mia madre e mia sorella in cucina mi misi in cammino verso scuola, a piedi.

Speravo di incontrare Aiden nei corridoi e chiedergli cosa fosse successo: ormai non potevo farmi i problemi come prima che stessimo insieme. Eppure è da ieri sera che non si fa sentire... e stava insieme a Casy.

Arrivai dopo mezz'ora davanti all'entrata da scuola ma non trovai traccia di lui, così dovetti entrare in classe con un peso nel petto. L'unica cosa che notai furono gli sguardi di tutti puntati su di me.

 L'unica cosa che notai furono gli sguardi di tutti puntati su di me

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