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«Secondo te come sarà l'assemblea?», domandai ad Aiden quando ci sedemmo in macchina e lui sbadigliò rumorosamente. Era quasi carino, con i suoi capelli ribelli e il viso assonnato.

«Come sempre. Solo che ci saranno le solite persone che scoppieranno a piangere», mi rispose in un altro sbadiglio per poi partire.

Vi voltai verso di lui, poggiando il capo al sedile per scrutarlo meglio. Aiden non ci fece caso, posò soltanto la mano sulla mia coscia come aveva sempre fatto.

«Credo che sarò una di quelle persone», ammisi e lui rise.

«Lo credo anche io.»

Mi lanciò uno sguardo commosso per iniziare ad accarezzarmi con la mano che teneva sulla mia gamba. Era difficile dire addio al liceo, nonostante sapevo che avevo faticato molto in quei quattro anni. Sopratutto per il club di dibattito...

«Ti mancherà il tuo club?», mi domandò come se mi avesse letto nella mente. Annuii sentendo i miei occhi appannarsi, ma lui tenne lo sguardo fisso sulla strada. «Potrai portarlo avanti alla UCL.»

«Non credo si possa fare», mormorai delusa, ma lui mi assicurò con un sorriso.

«Piccola. Farò in modo che te lo si lasci fare, va bene?»

«È una promessa?», gli domandai divertita. Non pensavo fosse serio, insomma, sarebbe dovuto andare a discutere con chissà quante persone per permettermelo.

Aiden scostò la mano dalla mia coscia per prendermi il viso tra le sue dita e avvicinarmi a lui per potermi dare un bacio sulla fronte. Si voltò subito dopo verso la strada, io rimasi con un sorriso stampato in faccia a scrutarlo.

"Sì che te lo prometto."

L'assemblea non durò a lungo: il preside si congratulò con noi e tentò di consolare alcuni di noi che erano scoppiati a piangere. Io fortunatamente ero riuscita a nascondere le mie lacrime dietro alla figura di Aiden, il quale invece continuando a sghignazzare per il mio comportamento.

Purtroppo Casy, Scott e gli altri suoi amici si erano messi accanto a noi, quindi avevo dovuto scambiarci più parole di quanto avessi voluto, ma per fortuna dopo mezz'ora se ne erano andati perché avevano deciso di andare a fumare.

Ero sollevata dal fatto che Aiden aveva preferito restare con me all'assemblea, infatti Casy lo aveva guardato sconvolta e a me aveva fulminato con lo sguardo più di una volta.

Per le due terminò definitivamente la giornata di scuola, il liceo, e con Aiden mi incontrai nuovamente nel parcheggio come ci eravamo organizzati. Lui mi chiese come era andata la giornata e io risposi scoppiando a piangere.
Era dovuto restare ad abbracciarmi almeno un quarto d'ora prima che potessimo entrare in macchina e decidere di andare a pranzare alla solita tavola calda.

Aiden non sembrava affatto dispiaciuto che il liceo fosse finito, diceva di essere già pronto per il "sequel" della sua vita. Stavolta però in questo c'ero io. Parcheggiammo davanti alla tavola calda e quando entrammo la solita cameriera ci fece accomodare al posto di sempre.

«Grazie Gabriella», ringraziai la cameriera prima di sedermi di fronte a Aiden e lei mi rispose con un sorriso.

«Un po' mi mancherà questo posto», borbottò Aiden, passando lo sguardo sui sedili della tavola calda e io feci lo stesso. «Sono venuto qui per il mio primo appuntamento.»

«Davvero? Quando?», domandai incuriosita.

«Bah, avevo dodici anni. Era una cosa molto strana e imbarazzante. Vorrei non dovermene ricordare, però.»

Scoppiai a ridere e lui fece una smorfia all'idea di quell'appuntamento. Chissà com'era a dodici anni.

«Quindi ti mancherà Los Angeles?», domandai.

«Sì.» Capivo dal modo in cui si passava nervosamente la mano sui tatuaggi che non avrebbe voluto ammetterlo.

«Anche a me», mormorai per posare la mia mano sulla sua. Mi sorrise leggermente ma poi si rifece più cupo. Incrociò le sue dita con le mie ma tenne lo sguardo fuori dalla finestra.

«Cosa faremo questa estate?», mi domandò mantenendolo ancora fuori.

Sorrisi lievemente. «Faremo? Hai deciso che lo passeremo insieme?»

Aiden non si degnò di guardarmi ma annuì in risposta, il ché fece aumentare il mio sorriso. Sospirai mentre mi asciugai le guance ancora umide dal mio pianto isterico.

«Dovrò andare a Boston a trovare Kendall e gli altri. Potresti venire con-»

Mi bloccai non appena il mio sguardo cadde sul gruppo di ragazzi che era appena entrato. Riconobbi subito le gonna corta di Casy e il piercing di Ken mentre insieme agli altri si guardarono in giro.

Distolsi lo sguardo sperando che non ci avrebbero notato, ma poco dopo sentii Scott salutarci con un: «Guarda, guarda chi si rivede.»

AnarchiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora