Rispose con forza al mio bacio affondando una mano nei miei capelli. Incontrai la sua lingua calda e le sue labbra erano assicuranti. Mi posò una mano sul fianco per tirarmi a sé e io strinsi la sua maglietta nelle mie mani. Mi fece scavalcare la console tra i sedili. Eravamo passati dall'Aiden triste a quello eccitato.
Mi misi a cavalcioni su di lui, talmente stretta da poter sentire il suo petto alzarsi e abbassarsi. Avevo sempre più bisogno di quel tocco da parte di Aiden, nonostante una volta lo vedessi quasi come un peccato.
Mi strinse forte a sé, ma era un dolore piacevole. Tirai la sua maglietta a me come se potesse avvicinarci ancora di più, ma non era ancora possibile. Sentivo quel calore familiare tornare in me mentre mi strinse le cosce con le mani. Si staccò però dalle mie labbra e io miagolai in disapprovazione.
«Per quanto io ti voglia... siamo in un parcheggio», sussurrò con un ghigno.
«Vero.» Sbuffai dispiaciuta.
Non potevo credere che fossi saltata addosso a un ragazzo in un parcheggio. Annuii e aprii la portiera per scendere da sopra di lui. Mi affiancò, ma mi prese il mento nella mano per avvicinare le sua labbra alle mie.
Ogni bacio che mi dava era diverso. Si morse il labbro per nascondere un sorriso. «Stai diventando davvero brava», confessò malizioso.
Scoppiai a ridere mentre ci avviammo verso l'entrata, il suo braccio intorno alla mia vita.
«Ho imparato dal migliore», sbottai divertita. Lo vidi mordersi il labbro con forza il che mi faceva volerlo ancora di più, ma ormai ci stavamo sedendo al tavolo.
Ci sedemmo allo stesso della prima volta, l'uno davanti all'altra. Mi venne in mente le domande che volevo fargli: se volesse ancora partire e per quale motivo avesse chiesto a suo padre di chiamare il preside per il club di dibattito.
«Oggi mi è venuto a parlare il preside Bord», iniziai. Aiden alzò lo sguardo interessato.
«Ah si?»
Annuii con un sorriso. «Sì, e mi ha detto che tuo padre lo ha chiamato per chiedergli di autorizzare il club. E poi sono andata da tuo padre e lui ha detto che sei stato tu a chiederglielo. È vero?»
Distolse lo sguardo per un attimo, come se si vergognasse, ma poi lo riposò su di me. «Sì. D'altronde siamo finiti in punizione entrambi solo per colpa mia.»
«Grazie, Aiden. Non hai idea di quanto mi renda felice», esclamai felice. Iniziava a fare male il mio viso per quanto stavo sorridendo.
Si poggiò al suo schienale con un sorriso. «Invece ce l'ho un'idea. Ecco perché gliel'ho chiesto.»
Non smetteva mai di sorprendermi quel ragazzo. Quell'imprevedibile e sconcertate ragazzo.
«Glielo hai chiesto tu?» Mi persi nei suoi occhi. Sapevo che stavo iniziando a provare troppo per lui. Cosa doveva significare il fatto che se non lo vedevo mi sentivo morire?
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Anarchia
FanfictionJuliet Browne. Una studentessa modello e con una passione per il dibattito e la letteratura. Quando si trasferisce insieme alla sua famiglia a Los Angeles è convinta che la sua vita sia sempre stata perfetta; un futuro brillante e degli amici tranq...