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Restammo i primi dieci minuti in silenzio: sapevo che Aiden avrebbe odiato iniziare una conversazione e che Kendall mi stesse giudicando in ogni modo

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Restammo i primi dieci minuti in silenzio: sapevo che Aiden avrebbe odiato iniziare una conversazione e che Kendall mi stesse giudicando in ogni modo. Infatti, come previsto, sentii la mia migliore amica cimentarsi sul suo posto.

«Ok, non ce la faccio più. Juliet, cosa stai facendo?», mi domandò perplessa ed Aiden ed io ci scambiammo un'occhiata, la sua mano si scostò dalla mia coscia il ché mi dispiacque.

Non sapevo cosa rispondere a Kendall: sapevo che stava odiando quella situazione, o meglio Aiden, ma non mi piaceva il modo in cui lo stava guardando male, proprio come faceva mia madre. La differenza era che per Kendall stavo andando contro i suoi principi, mentre mia madre voleva solo rendermi la vita impossibile.

«Di cosa stai parlando?», le domandai innocentemente, mentre Aiden fissò la strada a denti stretti. Era chiaro che lui sapeva bene di cosa stesse parlando e questo lo irritava, venire giudicato.

Kendall incrociò le braccia e non appena la guardai puntò sul ragazzo al volante. «Pensavo che fossimo d'accordo su certi argomenti.»

Con certi "argomenti" ovviamente intendeva i ragazzi come Aiden, quelli che puzzavano di guai, e sapevo che se non lo conoscessi sarei stata d'accordo con Kendall.

Aprii bocca per risponderle, nonostante mi sentissi a disagio a parlare in quel modo davanti ad Aiden, ma lo sentii fermarsi di colpo.

«Siamo arrivati», enunciò soltanto freddo prima di uscire e sbattersi la portiera alle spalle per entrare nella casa di Scott. Rimasi a bocca aperta a scrutarlo, era chiaro che fosse arrabbiato, mentre Kendall sbuffò per poi scendere dalla macchina a sua volta.

«Ma che problemi hai?», le chiesi perplessa e scesi dall'auto per chiudermi la portiera alle spalle. Kendall mi scrutò sconvolta, sempre con le braccia incrociate, mentre fece passare lo sguardo da me alla casa alle mie spalle.

«Che problemi hai tu, Juliet!», ribadì irritata e puntò verso la casa, «È davvero il tuo ragazzo quello?»

«Sì... cioè... sì!», borbottai, non ero certa che il giorno dopo per Aiden lo sarei ancora stata.

Kendall alzò un sopracciglio sospettosa. «Perché hai esitato?»

«Non ho esitato. È solo... complicato», balbettai in difficoltà. Sapevo però dal suo sguardo che Kendall aveva capito tutto, d'altronde era la ragazza più sveglia che conoscessi.

Prese un profondo respiro: «Fammi indovinare, ok? Gli piaci da morire e quando gli fa comodo e gliela stai per dare sei la sua ragazza, ma se ti trovi con i suoi amici non ti conosce. Ci ho azzeccato?»

Abbassai lo sguardo, sconfitta. Odiavo ammetterlo, ma aveva ragione, nonostante mi continuassi a ripetere delle scuse per il comportamento di Aiden. «Non è come pensi, Kendall...», mormorai delusa.

«A me puzza di cliché», borbottò arrabbiata però, sapevo che lo era con Aiden e non con me, e infatti mi strinse subito dopo in un abbraccio. «Scusa. Non sono affari miei, è solo che non averti vista per così tanto mi ha fatto preoccupare un po'.»

Si allontanò e mi prese per mano per trascinarmi verso l'entrata, di colpo sembrava lei avesse voglia di conoscere gli amici di Aiden, il ché sarebbe stata una novità. Non avevo alcuna voglia di stare con quelle arpie, ma volevo comunque tenere d'occhio quelle oche di Casy e Britney.

«Ma cosa è successo? Con questo Aiden, intendo», continuò fermandosi davanti alla porta, volevo sbuffare perché volevo raggiungere il prima possibile Aiden per controllare che non gli fossero già saltate addosso.

Aggrottai le sopracciglia: «Cosa intendi?»

«Bè... come mai sei finita con qualcuno come lui? Non mi dire che è per andare contro a tua madre», si assicurò e io dovetti negare col capo sconvolta.

«Cosa? No, no, no. È semplicemente... successo.»

«È successo?», domandò con evidente scetticismo, era chiaro che qualcosa non le piaceva e iniziava a irritarmi di dovermi sempre sentire dire che Aiden probabilmente non mi voleva davvero. «Non mi fido-»

«E non devi», la interruppi stavolta davvero seccata e aprii la porta d'ingresso per entrare, «Non ho bisogno delle tue critiche.»

Kendall mi seguì dispiaciuta e ci guardammo in giro per notare che la casa era semivuota. Si sentiva della musica rock con delle voci e delle risate provenire dal salone, di colpo mi era passata la voglia di stare lì e volevo solo andarmene.

Kendall mi mise una mano sulla spalle, notando il mio disappunto. «Non ti voglio criticare, Ju. Dai, sono venuta qui per stare con te, quindi cerchiamo di divertirci e non parlare di ragazzi.»

Le rivolsi un debole sorriso e annuii, ma di colpo comparve sulla soglia Scott, una birra in mano e una sigaretta nell'altra, e purtroppo non appena ci avvistò ci venne incontro a braccia aperte.

«Ju! Ma che piacevole sorpresa, non sapevo venissi stasera. E chi è questa bella signorina?», domandò con fare malizioso non appena si avvicinò e cercò di mettere un braccio sulle spalle a Kendall, ma quest'ultima lo fermò disgustata.

Avrei voluto saltare quella situazione e raggiungere subito Aiden e chiarire quello che era successo poco prima.

«Questa signora ha fatto dieci anni di karatè e quindi ti più spezzare le ossa una a una», ribadì annoiata Kendall e si poteva notare le sorpresa sul volto di Scott, ma tornò a sorridere subito dopo.

Kendall odiava quando ci si riferiva con signorina, dato che ormai non si usava più dato che si trattava dell'etichetta del patriarcato.

Prese un sorso dalla bottiglia e delle gocce di birra gli scivolarono sul mento, era evidente che Kendall avrebbe vomitato se non si fosse controllata.

«Scott-», mi voltai automaticamente verso la voce femminile alle mie spalle e incontrai subito lo sguardo di Casy. Rimasi con un groppo in gola non appena notai che indossava solo dei boxer e un reggiseno, ormai mi stava guardando con un ghigno poggiata con una mano al muro.

Perché è vestita così? Muoio solo all'idea di Aiden nella stessa stanza con lei, così seminuda.

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