Juliet Browne. Una studentessa modello e con una passione per il dibattito e la letteratura.
Quando si trasferisce insieme alla sua famiglia a Los Angeles è convinta che la sua vita sia sempre stata perfetta; un futuro brillante e degli amici tranq...
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Prima di andare a dormire chiesi a Aiden di darmi uno degli spazzolini di cui parlava suo pare e lui me ne diede uno. Andammo insieme in bagno per lavarceli. Dovetti ammettere che era più complicato di quanto credessi guardarlo lavarsi i denti nello specchio senza scoppiare a ridere.
Finimmo di lavarci per tornare in stanza. Prima di addormentarci però Aiden mi diede una sua maglietta bianca che aveva il suo odore. Cercai di non mostrare il modo in cui socchiudevo gli occhi ogni volta che ispiravo il suo profumo. Ci sdraiammo sfiniti sul letto: la mia mano sul suo petto freddo e il suo viso contro il mio.
Il giorno dopo mi svegliai sorprendentemente di buon umore. Mi stiracchiai da sdraiata e tastai sul materasso accanto a me per cercare il corpo di Aiden. Ma quando aprii gli occhi vidi le lenzuola vuote. Ero sola, nel suo letto.
Non l'avevo sentito alzarsi. Mi alzai in piedi per vestirmi e lavarmi, ma solo quando sciacquai i miei denti mi ricordai solo allora di avere portato solo la divisa da cheerleader. Non avevo alcuna intenzione di metterla a scuola-
Mi bloccai di scatto. Scuola! Lanciai uno sguardo sull'orologio sulla scrivania di Aiden e pensai di svenire quando lessi le 09:56. Mi portai le mani sulla bocca per non urlare per lo shock. Avevo appena saltato due ore di scuola. Mia madre mi avrebbe impiccata se lo fosse venuto a sapere.
«Ti prego... ti prego dimmi che non è vero», implorai tra di me.
Afferrai di corsa i primi pantaloncini che mi trovai davanti, anche se erano di Aiden. Me li misi e notai che mi stavano il doppio più larghi. Corsi il più veloce possibile al piano di sotto. Dove diavolo era Aiden?
Iniziai già a nutrire del disprezzo nei suoi confronti di prima mattina. Si era svegliato e non aveva neanche pensato di svegliarmi. Eppure sapeva quanto tenessi alla scuola.
«Aiden!», urlai a squarciagola per la casa ma non ricevetti risposta da parte di nessuno. Feci per indossare le scarpe quando la porta d'ingresso si aprì e Aiden mise piede in casa sua.
Mi voltai e lui mi fece un sorriso compiaciuto. Dove era appena andato? «Buongiorno», proferì calmo, posando le chiavi della macchina su un tavolino.
«Come hai potuto farmi questo? Non mi hai svegliata e adesso perderò tre ore di scuola!», esclamai furiosa.
Strinsi i pugni e gli diedi una spinta sul petto. Aiden non si scompose. Potevo intendere che faceva tutto parte di un qualche piano.
«Portami subito a scuola, Aiden!», gli ordinai con un dito puntato contro.
Rimasi perplessa non appena negò col capo. «Tu oggi non ci vai a scuola», annunciò sicuro.
Respirò a fondo per poi dirigersi in cucina con passo lento. Pensai che si trattasse di un incubo.
«Di che diavolo stai parlando?», domandai a denti stretti. Lo raggiunsi di corsa in cucina.