Juliet Browne. Una studentessa modello e con una passione per il dibattito e la letteratura.
Quando si trasferisce insieme alla sua famiglia a Los Angeles è convinta che la sua vita sia sempre stata perfetta; un futuro brillante e degli amici tranq...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Osservai l'auto uscire dal cancello e feci lo stesso. Non appena la vidi svoltare dietro l'angolo lasciai cadere quella lacrima che aveva minacciato di uscire nel momento in cui avevo sentito la voce di Casy.
Non sapevo dove stessero andando, ma probabilmente Aiden sarebbe finito con lo scoparsi Casy. Solo il pensiero di lui toccarla come toccava me mi faceva annebbiare la vista. Mi ero davvero fidata di quel maledetto ragazzo. Ero arrivata a fargli un... pompino perché pensavo di essere pazzo di lui. Cosa diavolo ti succede?!
Mi cercai di convincere che era solo una nuova esperienza, qualcosa dalla quale imparare. Con o senza Aiden, era una sua perdita.
Purtroppo non potevo negarlo a me stessa, ma ormai al pensiero di Aiden provavo solo odio. Non avevo mai odiato nessuno come lo odiavo in quel momento.
Arrivai a casa dopo mezz'ora. Avevo sperato che Aiden mi mandasse un messaggio per scusarsi o almeno dirmi dove era, ma non arrivò nulla.
Mi imposi continuamente di non pensare a lui, nonostante fosse difficile.
La strada sembrava decisamente più corta quando si stava in macchina. Continuavo a chiedermi dove fosse andato con preoccupazione, ma poi mi ricordai del modo in cui si era comportato davanti ai suoi amici.
Entrai in casa con una fame intollerabile. Andai in cucina per trovare mia madre con una tazza in mano. Solo nel momento in cui incrociai il suo sguardo mi ricordai di avere saltato per la prima volta la scuola. Dannazione.
Fortunatamente non mi sembrò arrabbiata. «Com'è andata a scuola?», chiese e io distolsi lo sguardo. Tamburellò con le dita sul piano.
Presi dal forno un pezzo di torta. «Bene», risposi vaga. Avevo paura che aggiungendo qualche bugia se ne sarebbe accorta.
Fece un verso sorpreso. «E questi vestiti? Sembri una senzatetto.»
«Lo so. Volevo solo stare comoda.»
«Anche un po' meno però, tesoro...»
Presi un bicchiere d'acqua. «Si, lo so. Ho esagerato.» Fortunatamente non si accorse che erano vestiti da uomo.
«Tesoro ti sei ricordata di studiarti per bene chimica, vero? L'ultima volta guarda come è finito il compito...», mi ricordò e portò la tazza alle sue labbra.
«Sì, ho studiato. Il professore ha detto che sono tra i migliori della classe.»
«Tra i migliori? Non la migliore?» Mi dovetti controllare dal non guardarla male.
Mi arresi. «Sì, mi dispiace. Sai che mi darò più da fare.»
Presi in bocca un pezzo di torta e la vidi sbiancare.
«Juliet, ma cosa stai facendo? Non sono neanche le sei del pomeriggio e già stai mangiando il dolce», sbottò sconvolta. Scrutò il pezzo di torta nelle mie mani come spaventata.