Aiden si voltò irritato verso l'amico, ma nonostante sbuffò non appena lo vide quest'ultimo si mise a sedere con un ghigno accanto a lui.
«Non è occupato vero?», domandò scrutandomi, ma io rimasi muta. Non mi fidavo affatto di Scott, ogni volta che ne aveva occasione ci provava a fare litigare.
Aiden scosse la testa prima di lanciarmi uno sguardo fuggitivo. Notai un'inquietudine nei suoi occhi ma li distolse prima che potessi chiedergli perché. Purtroppo Casy, Ken e Jamie ci notarono qualche istante dopo per raggiungerci a loro volta.
«Ciao Ju», mi salutò Jamie sorridente prima di sedersi accanto a me, io risposi altrettanto sorridente anche se facevo fatica. Ken e Casy erano evidentemente irritati di doversi sedere insieme a noi, ma lo fecero comunque, aggiungendo due sedie al tavolo.
Tenni lo sguardo fisso su Aiden, ma il suo era puntato in quello dei suoi amici con serietà. Scott invece continuò a scrutarmi calmo.
«Perché questa tensione?», domandò divertito non appena Aiden abbassò lo sguardo sul tavolo. Quest'ultimo fece spallucce ma io rimasi immobile. Jamie mi guardò preoccupato.
«Stai bene?», mi domandò a mezza voce.
«Sì», mormorai in risposta. Infilai le mani tra le mie cosce come facevo sempre quando mi sentivo a disagio.
Non capivo come mai Aiden si incupisse ogni volta che incontravamo i suoi amici. Si vergognava di me? Sentimmo il telefono di Aiden suonare, ma quando lo presi in mano per passarglielo e lessi che si trattava di suo padre lui me lo prese dalle mani con furia.
Sapevo che non era arrabbiato con me, ma evitò il mio sguardo comunque, invece incrociò quello di Ken. Continuavo a cercare di stare calma, ma come a casa sua, mi sentivo esclusa da una faccenda importante.
«Vado fuori», borbottò soltanto serio Aiden prima di scavalcare Scott e rispondere alla telefonata. Feci per alzarmi per andargli dietro ma Jamie mi bloccò facendo cenno col capo di "no". Come se fosse stato meglio per me.
Ripresero tutti a parlare ma io tenni lo sguardo su Aiden non appena uscì dall'ingresso della tavola calda con passi svelti. Aveva serrato i pugni e ora stava urlando qualcosa al telefono, mentre si dirigeva verso il parcheggio.
Perché i suoi amici sapevano cosa stava succedendo tra lui e suo padre e io no? Dovevo ammettere che mi sentivo ferita dalla sua sfiducia in me.
«Juliet?» La voce di Casy riportò la mia attenzione sul resto delle persone sedute al tavolo, mi stavano guardando tutti: alcuni con fare divertito, mentre altri irritati.
Scossi la testa come per svegliarmi. «Sì?»
«Non ti devi preoccupare per Aiden», mi canzonò lei con un sorriso fin troppo finto per essere sincero, ma io presi un profondo respiro per stare calma.
«Non mi sto preoccupano», ribadii ma quasi tutti risero, io invece rimasi seria a scrutarli. Potevo sentire un peso nello stomaco, in speranza che Aiden sarebbe tornato presto. Scott occupò il posto di Aiden, mentre gli altri ordinarono da mangiare.
«Sai, Juliet, il padre di Aiden ti stava cercando prima», disse Scott sempre ghignando, io lo guardai confusa. Mi puntai un dito contro insicura.
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Anarchia
FanfictionJuliet Browne. Una studentessa modello e con una passione per il dibattito e la letteratura. Quando si trasferisce insieme alla sua famiglia a Los Angeles è convinta che la sua vita sia sempre stata perfetta; un futuro brillante e degli amici tranq...