Mi voltai per divincolarmi dalla sua presa e continuare a camminare verso casa. Ormai lo avevo perdonato troppo spesso così facilmente e non gliel'avrei data così vinta pure quella volta. Non capivo ancora per quale motivo non mi avesse detto nulla a proposito della sera precedente. E poi perché Scott sperava tanto nel portarmi da Jamie?
«Ju. Che fai?», sentii Aiden urlare, ma non mi fermai, così lo sentii raggiungermi di corsa e affiancarmi. Non lo degnai di uno sguardo ma continuò a caminare affianco a me. «Piccola, parlami.»
«Sono troppo arrabbiata per parlarti, Aiden. E non chiamarmi piccola», ribadii fredda. Lui sbuffò ma lo ignorai per non dargli importanza.
«Sono passato per casa tua stamattina e sei stata tu ad andartene-»
«Quindi adesso è colpa mia?», gli domandai sconvolta. Per la prima volta incrociai il suo sguardo e lui spalancò la bocca per correggersi.
«Cosa? No, no, Juliet. Volevo solo dirti che nonostante quello che è successo ieri ho cercato di chiederti scusa», disse, ma non smettemmo di camminare.
Ormai avevano passato la casa di un chilometro e non sapevo quando avrebbe smesso con l'esattezza di seguirmi: speravo dopo poco perché iniziavo a sentirmi cedere.
«Mi hai mentito, Aiden. Come sempre», ribadii dispiaciuta e lui si passò con forza le dita tra i capelli.
«Non apposta, però, Ju. Ma ti ho detto la verità-»
Mi bloccai di colpo per scrutarlo con attenzione e lui fece lo stesso. «Sei andato a letto con Casy?»
Erano secoli che volevo porgli quella domanda. Aiden parve più sconvolto di prima.
«Cosa? Jul- no! Come puoi pensare una cosa del genere?»
«Perché Scott mi ha detto che eravate scopamici o una cosa del genere», risposi arrabbiata e incrociai le braccia con forza al petto. «E sicuramente avrà provato a portarti a letto, come fa sempre.»
Odiavo l'idea di Aiden e Casy, sopratutto troppo vicini...
Aiden alzò gli occhi al cielo, evidentemente seccato dal comportamento del suo amico. "Ju, era molto prima di noi due, quando andavo a letto insieme, e, sì, ha provato a scopare ieri sera, ma ho rifiutato. Ovviamente.»
«C'è qualcosa che non mi dici Aiden», dissi sempre più insicura, mentre Aiden parve sempre più teso. «Ho un brutto presentimento...»
«Non devi.»
«Bè, è difficile se ti continui a comportare in questo modo.»
Mi posò una mano sull'avambraccio ma la distolsi, il ché gli fece serrare la mascella con forza. Si avvicinò di un passo per incatenare i suoi ai miei, un bisogno riflesso nei suoi.
«Ju, fidati di me», mi implorò. Mi fidavo di lui, l'avevo sempre fatto, ma allora perché doveva mentirmi in quel modo?
Decisi di tornare a casa da sola, tanto tra neanche cinque ore avrei dovuto rivederlo. Abbassai lo sguardo sulle mie braccia incrociate per poi voltarmi verso la strada.
«Ci vediamo stasera», lo salutai per incamminarmi e dargli le spalle.
Per fortuna non insistette, anzi, rimase immobile a scrutarmi mentre mi allontanavo. Sapevo che c'era qualcosa a tormentarlo, ma evidentemente non era disposto a parlarmene.
Dopo un'eternità (mi persi almeno dieci volte per le strade) arrivai a casa mia distrutta, non sapevo come avrei fatto ad andare a una cena che avrebbe segnato il mio futuro. Nessuno dei miei genitori era in casa, così salii senza intoppi in camera mia per riprendere a leggere Jane Eyre sdraiata sul mio letto.

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Anarchia
FanfictionJuliet Browne. Una studentessa modello e con una passione per il dibattito e la letteratura. Quando si trasferisce insieme alla sua famiglia a Los Angeles è convinta che la sua vita sia sempre stata perfetta; un futuro brillante e degli amici tranq...