Uscimmo dal parcheggio dopo esserci messi d'accordo per andare in spiaggia e aspettare che accendessero il falò. Non chiedi ad Aiden per quale motivo non me ne avesse parlato, sapevo che avrebbe preferito restare da solo con me.
Restai a scrutare la sua mano intorno alla mia, così più grande in confronto alla mia, e come me la accarezzò con delicatezza. Lo faceva come se fosse tutto ciò di cui gli importasse, mentre teneva lo sguardo con serietà sulla strada.
Avevo sperato che parlandomi del matrimonio si sarebbe calmato, ma non molto sembrava essere cambiato. Quando sentii il telefono squillare vidi che si trattava di Kyle, così risposi sorridente alla chiamata.
«Kyle!» Aiden si voltò per un secondo per poi riportare l'attenzione sulla strada. Lo sentii stringere con più bisogno la mia mano nella sua.
«Ju! Mi hai chiamato?»
«Sì, scusa. Volevo chiederti un favore ma si è risolto», gli spiegai per lanciare uno sguardo su Aiden accanto a me e sorridere lieta. Lui fece lo stesso. Si può amare una persona ogni secondo di più? Nonostante si sappia che è sbagliato?
«Ah. Meno male. Senti, stasera ti vedrò? Al falò intendo...«
Fui sorpresa che Kyle partecipasse al falò, ma preferii non aggiungere nulla al riguardo e risposi: «Sì, Aiden ed io stiamo già andando in spiaggia.»
Rimasi con lo sguardo sul profilo concentrato di Aiden, il modo con si mordeva il labbro quando si concentrava.
«Perfetto! Io sono già qui per aiutare Noah e gli altri. Allora ci vediamo tra un po'.»
«Fantastico! A dopo allora», risposi entusiasta prima di attaccare. Abbassai il telefono per sospirare sollevata. Non sapevo se mi sarei sentita mai più così in pace col mondo.
Non sapevo Kyle fosse in buoni rapporti con Noah o i suoi amici, ma ero contenta che lui ci sarebbe stato quella sera. Era una delle persone con cui avevo legato più di tutti (a parte Aiden chiaramente) e volevo passare quella festa al suo fianco.
«Cosa ha detto?», mi chiese Aiden senza distogliere lo sguardo dalla strada. Sorrisi contenta per poi poggiare la testa sul suo braccio e chiudere gli occhi in pace. Il suo profumo era una droga.
«Ha detto che ci aspetta in spiaggia. Come sono in genere questi falò?», gli chiesi curiosa e lo sentii sbuffare. Potevo dedurre che non gli piacessero molto.
«Sono sempre la stessa cosa: droga, alcol, sesso..»
«Una cosa leggera insomma», ribadii sarcastica. Non sapevo quando mi ci sarei trovata bene in un ambiente del genere, ma poi mi rivenne in mente che Aiden sarebbe stato al mio fianco.
Aiden rise. «Il mio amore ha scoperto il sarcasmo», mi prese in giro. Il mio amore?
Alzai il capo dal suo braccio per guardarlo con un sorriso beffardo. «Il mio amore?»
Aiden alzò gli occhi al cielo ma poi sorrise. Fece passare per due volte lo sguardo tra me e la strada. «Cosa?», domandò poi in... imbarazzo?
Aiden Houston che stava in imbarazzo? Non ci credo. Il mio sorriso si allargò fino alle mie orecchie. «Aiden Houston. Stai per caso arrossendo?», lo canzonai per posargli una mano sulla guancia arrossita, ma lui si scostò chiaramente ancora più in imbarazzo.
«Smettila o ti lascio per strada», mi minacciò fingendosi serio ma io dovetti solo ridere più forte. Avevo conosciuto l'Aiden arrabbiato, divertito e eccitato, ma mai quello imbarazzato. Penso sia il mio preferito.
Gli passai una mano tra i capelli ma lui sbuffo soltanto, leggermente più rosso di prima.
«Tranquillo, sei carino quando arrossisci», lo canzonai ma lui mi fulminò con lo sguardo.
Fortunatamente parcheggiò subito dopo, in modo che non ci fosse il rischio che mi lascasse per strada. Notai che era una spiaggia un po' isolata e era così presto che la sua macchina era l'unica parcheggiata.
Scendemmo in contemporanea dalla macchina, io sempre ridacchiando, quando lui mi puntò un dito contro con un sorriso.
«Adesso ti rimangi quello che hai detto», mi ordinò ma io scossi il capo ancora più divertita di prima. Si morse il labbro con forza mentre io feci spallucce innocentemente.
«Sennò che fai?», lo provocai allontanandomi in retromarcia dall'auto. Aiden alzò un sopracciglio con sfida prima di avvicinarsi e prendermi il viso tra le mani per baciarmi.
Mi dimenticai completamente che fino a un'ora prima stavamo litigando. Finivo sempre col dimenticarmene. Mi tranquillizzai a quel tocco, allacciando le mie mani intorno alla sua vita mentre seguii i suoi movimenti casti.
Il vento mi soffiava i suoi capelli sulla fronte e faceva contrasto con il calore delle sue labbra.
«Ti amo», sussurrò Aiden prima di riaffondare le sue labbra sulle mie e avvicinarmi con le mani sul mio viso a sé. E io mi avvicinavo a lui come se fosse ciò di cui necessitavo per sopravvivere.
Mi allontanai di qualche centimetro per sorridere, le sue iridi puntate nelle mie. «Quanto? Da uno a dieci?», risi e lui scosse il capo sorridendo. Era stupida come domanda ma volevo sapere tutto dalla sua prospettiva.
«Vuoi un numero?», mi domandò alzando le sopracciglia e io annuii mordendomi il labbro.
Aiden scosse il capo e io rimasi confusa a scrutarlo. «Piccola, non esiste un numero abbastanza grande per rispondere», spiegò sincero.
STAI LEGGENDO
Anarchia
FanfictionJuliet Browne. Una studentessa modello e con una passione per il dibattito e la letteratura. Quando si trasferisce insieme alla sua famiglia a Los Angeles è convinta che la sua vita sia sempre stata perfetta; un futuro brillante e degli amici tranq...