Sentimmo degli applausi provenire del salone, probabilmente il festeggiato aveva fatto il suo discorso. Non volevo più tornare alla festa, stavo fin troppo bene da sola con Aiden, nonostante sapessi che stavo lasciando Kyle da solo. Chissà cosa penserebbe di me se sapesse dove sono...
«Ju?», mi chiamò Aiden. Riportò lo sguardo dal soffitto al mio viso. Mi strinsi più forte a lui e lui sospirò.
«Hm?» Mi sfiorò il naso col suo, ma si fece più serio.
«Vieni in Inghilterra con me», propose sincero. Alzai il capo dal suo petto, non sapevo se dicesse sul serio. Avrà bevuto troppo.
«In che senso?»
«Dai, piccola. Sai in che senso. Vieni a studiare con me in Inghilterra. So che principalmente vuoi andare alla Columbia, ma volevo solo darti un'altra opzione... nel caso ne avessi bisogno, ecco...», disse Aiden, distolse lo sguardo come per paura delle sue stesse parole.
Davvero mi voleva con sé? Adesso che ci pensai l'idea di andare all'università superava di molto quella di andare alla Columbia ma come avrei fatto ad entrare a scuola? O a pagare la retta?
Mi misi a sedere a gambe incrociate per pensare e Aiden fece lo stesso di fronte a me.
«Non lo so, Aiden... non so neanche se mi prenderebbero», ammisi a mezza voce. Aiden si mise in piedi con un'energia insolita e afferrò la sua camicia.
«Quello non è un problema. Posso chiedere a mio padre di chiamare il rettore e convincerlo a farti avere un colloquio», rispose speranzoso.
«Un colloquio?»
«Sì. Gli deve un favore da anni e penso che darti almeno una possibilità possa contare come uno di questi.»
Cos'era questo bisogno improvviso di avermi con sé? E poi non avrei potuto chiedergli di prepara il padre per un favore, per me.
«Non lo so... probabilmente ti stancherai pure di me tra qualche mese», mormorai. Il suo sorriso gli morì sulle labbra e si bloccò.
«Semmai sarai tu a stancarti di me.» Risi per non piangere. Come se io fossi tra i due a poter fare a meno dell'altro...
«Credimi, piuttosto il contrario», lo contraddissi, ma Aiden inclinò il capo come per dire: potrei scommetterci tutto che invece è così.
Sapevo però benissimo che per me sarebbe stato impossibile rimpiazzarlo. Si abbottonò la camicia fino all'ultimo bottone e si mise il più possibile i capelli in ordine. Io rimasi immobile a osservarlo, non volevo ancora alzarmi per paura che potesse fare male. Che idea geniale perdere la verginità alla festa di compleanno del tuo ragazzo...
«Quindi ne parlo a mio padre?», mi domandò speranzoso Aiden. Si fermò con la mano sulla maniglia della porta. Mi stupiva il fatto che dopo l'accaduto di poco prima fosse disposto a parlarci.
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Anarchia
FanfictionJuliet Browne. Una studentessa modello e con una passione per il dibattito e la letteratura. Quando si trasferisce insieme alla sua famiglia a Los Angeles è convinta che la sua vita sia sempre stata perfetta; un futuro brillante e degli amici tranq...