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Passai la mattinata con il telefono posato sul banco e con lo schermo in alto, in attesa anche solo di un messaggio da parte di Aiden, ma nulla. Per distrarmi feci un salto in presidenza per sapere del colloquio con la Columbia (anche se non intendevo più andarci volevo farlo per sicurezza), ma mi dissero che mia madre aveva chiamato per annullarlo.

Sapevo che non avrei dovuto sentirmi male, ma pensavo che mia madre avrebbe combattuto almeno un po' per farmi cambiare idea al riguardo, eppure non l'aveva fatto. Segno che ci era davvero rimasta male.

Dopo la fine di scuola uscii dall'uscita principale insieme a Kyle, il quale mi stava raccontando dei suoi programmi per le vacanze. Il ché mi fece ragionare perché ero stata così concentrata sull'anno scolastico dal dimenticarmi completamente delle vacanze estive.

Sapevo che la mia prima opzione sarebbe stata tornare a Boston e avrei chiesto a Aiden di venire con me, se non si fosse appena comportato in quel modo subdolo.

«Mia madre ci porta in Francia. Abbiamo una villa vicino Parigi», mi spiegò Kyle con entusiasmo mentre scendemmo le scale. Stavo tenendo i libri in mano perché la mia borsa era già fin troppo piena.

«Che bella Parigi... volevo sempre andarci con Kendall. Sopratutto al museo del Louvre», gli raccontai. Un sorriso apparve sul mio viso solo a pensarci. Kyle si illuminò e arrivammo nel parcheggio delle moto, tra i quale bisognava passare per arrivare sulla strada.

«Non sei mai stata al museo del Louvre? È bellissimo, sopratutto la Monna Lisa. Ma questo era scontato... E tu che cosa farai quest'estate?»

«Non lo so pens-»

«Guarda guarda», sentimmo una voca maschile alle nostre spalle e ci voltammo per trovare Scott poggiato insieme a Sophia alla sua macchina. Quest'ultima mi salutò con un sorriso, ma io rimasi seria.

Ero certa che sapessero cosa fosse successo ieri sera e che Scott probabilmente voleva solo torturarmi. Kyle fece d'istinto due passi indietro quando Sophia si avvicinò per abbracciarmi e prendermi sotto braccio.

«Stai bene? Non ti vedo da venerdì», mi disse e io annuii in risposta. Sapevo dal modo in cui mi stava parlando che non sapeva nulla di Aiden, ma Scott al contrario sicuramente sì.

«Come sta il tuo ragazzo, Juliet?», mi provocò come previsto Scott e indossò un ghigno maligno, mentre Sophia lo fulminò con lo sguardo. Io cercai di restare il più calma possibile.

«Sta bene, grazie», risposi insicura. Non sapevo perché lo avessi detto, sapendo che lui era a conoscenza del fatto che non lo sentissi da l'altra sera.

«Qualcosa mi dice che non è finita bene tra voi ieri-»

«Scott!», lo rimproverò Sophia, ma lui rise soltanto, mentre il mio stomaco si chiuse. «Fatti gli affari tuoi.»

Non era finita male... lui gli aveva detto così? Decisi di lasciarmi vincere dalla curiosità, la rabbia e la gelosia.

«Tu sai perché stava con Casy ieri sera?», gli chiesi, pugnalando il mio orgoglio nel petto. Lui sorrise soddisfatto e si scostò per aprirmi la portiera del passeggero.

«So questo e molto altro», rispose con un tono preoccupante.

«Cos'altro?»

AnarchiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora