Davvero? Dannazione se era bravo con quelle parole. Feci per rispondere qualcosa quando delle voci ci interruppero.
«Juliet!», mi salutò entusiasta Kyle non appena mi riconobbe, teneva del legno nella mani e dietro di lui potevo riconoscere Sophia e Jacob.
Spalancai la bocca sorpresa per poi allontanarmi da Aiden e corrergli incontro. Sembravano passati dei secoli dall'ultima volta che avevo visto Jacob, infatti non appena ci abbracciammo mi ordinò più tardi di raccontargli tutto.
Aiden si era avvicinò con un po' di riservatezza solo per salutare Sophia con un bacio sulla guancia e Kyle con una stretta di mano. Era carino come cercava di andare d'accordo con il mio amico.
«Va bene. Allora già che ci siete potete pure aiutarci», esclamò sollevato Jacob prima di mettere in mano a Aiden dei ciocchi di legno. Quest'ultimo lo guardò perplesso, il ché mi fece scoppiare a ridere, ma dopo esserci scambiati un'occhiata sorrise pure lui leggermente.
Ci iniziammo ad avviare verso la riva della spiaggia.
«Io sono pronta a ubriacarmi ragazzi», ci informò Sophia con un ché di stufo, «è tutto l'anno che aspetto questo falò.»
«Come se non avessi bevuto pure tutto gli altri giorni dell'anno», la canzonò Jacob ma lei lo zittì.
«Era diverso.»
"In che modo?", le domandai curiosa ma lei alzò gli occhi al cielo.
«Adesso è in occasione di qualcosa. Capisci?»
«Mah.»
Kyle mi affiancò, mentre Aiden continuò a parlare con Sophia dell'organizzazione del falò.
«Sono stato accettato ad Oxford», disse trattenendo la felicità. Mi bloccai sorpresa per guardarlo a bocca aperta.
«Stai scherzando?»
Kyle scosse il capo euforico. «No. Mi è arrivata la risposta ieri-»
Gli saltai addosso per abbracciarlo con forza. Non potevo crederci: l'idea di avere Kyle solo a un'ora da me era elettrizzante. Avevamo già visto sulla mappa quando tempo ci avremmo messo con la macchina da Oxford a Londra e avevamo scoperto che era solo un'ora a mezza.
Mi allontanai da Kyle per riprendere i ciocchi di legno dalla sabbia. Gli altri ormai erano arrivati alla riva e stavano già ammassando la legna.
«Non hai idea di quanto io sia felice», ammisi. Kyle sorrise per poi farmi cenno di continuare ad avviarci. «Sono davvero fiera, Kyle. Complimenti!»
«Grazie. Tu, invece? Come è andata alla cena? Andrai alla UCL?», mi domandò speranzoso. Non appena annuii lo vidi fare i salti di gioia. Evidentemente non ero l'unica ad essere entusiasta dalla vicinanza della nostre università.
«Potremo incontrarci i fine settimana per studiare insieme», propose entusiasta e io annuii altrettanto euforica. Non appena raggiungemmo gli altri Aiden e Sophia ci rivennero incontro. Era chiaro che lei stava parlando di qualche suo dramma, dato che lui mi lanciò uno di quegli sguardi come per dire: salvami.
Quando ci raggiunsero Aiden mi prese sotto braccio e così gli parlai dell'ammissione di Kyle ad Oxford. Lui reagì con un'espressione impressionata e gli strinse la mano.
«Complimenti», si congratulò prima di stringermi più forte a sé. Kyle rimase evidentemente sorpreso dal suo comportamento ma lo ringraziò ad ogni modo.
Alzai lo sguardo verso Aiden. «Possiamo riunirci ogni fine settimana per studiare insieme», gli dissi ma lui rise soltanto.
«Sogna pure...»
«Come vuoi. Noi ci incontreremo comunque», ribadii fingendomi indifferente. Kyle mi sorrise lieto ma Aiden chiuse gli occhi in due fessure.
«Non è che provi a rubarmi la ragazza, eh?», lo prese in giro, anche se sapevo che c'era un filo di serietà nelle sue parole. Mi piaceva quando Aiden mi definiva la sua ragazza. Erano quelle volte in cui mi sentivo sua come lui era mio.
Kyle si bloccò per un attimo, mentre il moro ed io rimanemmo in silenzio a scrutarlo. Il mio amico si schiarì la voce. «Ehm... lo sapete vero che sono gay?»
Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva, Aiden fece lo stesso. Come potevamo, dopo tre mesi, non averne mai parlato. Ora si spiegano un po' di cose... Aiden era chiaramente stato zittito, così fui io a interrompere il silenzio.
«Veramente no», risi in imbarazzo. «Non me ne sono mai davvero accorta ad essere sincera.»
Kyle fece spallucce per poi tornare a parlare delle nostre università come prima.
Ci mettemmo d'accordo che saremmo andati a prenderlo di sabato alla stazione (Aiden all'inizio non era affatto entusiasta ma dopo qualche bacio ero riuscita a convincerlo) e il fine settimana dopo saremmo andati noi da lui. Per poi alternarci il più spesso possibile.
Per le otto ormai la spiaggia si era riempita dell'ultimo anno: il falò era enorme e avevamo appostato dei tavoli per poterci posare sopra bevande e alcolici. Aiden ed io passammo la prima ora per la maggior parte accanto al falò, io sopra le sue gambe, mentre scrutavamo le fiamme e parlavamo dei programmi per l'università.
Aveva proposto di intrufolarsi nella mia stanza ogni notte, come quella volta sul mio balcone, ma dovetti minacciarlo che se l'avesse fatto lo avrei denunciato. Lui però aveva risposto con un: «Tutti gli universitari lo fanno, Ju.» E lì non potevo contraddire.
Quando ci passarono davanti Casy e Scott ci incupimmo entrambi. Non volevo più avere a che fare con persone del genere e l'idea che tra qualche mese saremmo stati in due continenti diversi mi rendeva felice.
Casy mi squadrò da capo a piedi ma mi voltai verso Aiden per non farci caso. Lui però stava tenendo lo sguardo con Scott, come se si riuscissero a minacciare in quel modo.
«Stai bene?», gli domandai preoccupata non appena vidi a sua mascella serrarsi. Distolse il suo sguardo dal ragazzo per portarlo su di me e sorridere in modo forzato.
«Tranquilla», mi assicurò prima di prendermi le mani per allacciargliele intorno al collo, come se ne avessi bisogno. Sapevo che non avrebbe voluto parlarne, ma era più forte di me.
«Casy ha detto che tuo padre mi cercava prima. Sai perché?», gli chiesi ma lui distolse immediatamente lo sguardo. Rimase un istante in silenzio prima di spostarmi dalle sue gambe per alzarsi.
«Vado a prenderci da bere», disse soltanto prima di voltarsi e avvicinarsi al tavolo al quale Noah ormai lo stava acclamando.
Non mi piacque quel comportamento: intendeva darmi delle spiegazioni? O avrebbe ripreso a tenere segreti? Rimasi in silenzio ad aspettare il suo ritorno quando sentii qualcuno sedersi accanto a me. Mi voltai per vedere Casy con un bicchiere in mano sorridermi maligna.
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Anarchia
FanfictionJuliet Browne. Una studentessa modello e con una passione per il dibattito e la letteratura. Quando si trasferisce insieme alla sua famiglia a Los Angeles è convinta che la sua vita sia sempre stata perfetta; un futuro brillante e degli amici tranq...