Juliet Browne. Una studentessa modello e con una passione per il dibattito e la letteratura.
Quando si trasferisce insieme alla sua famiglia a Los Angeles è convinta che la sua vita sia sempre stata perfetta; un futuro brillante e degli amici tranq...
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»Sì, Aiden. Sono sicura», lo presi in giro anche se avevo paura potesse sentire il mio battito accelerato. Farà davvero male come dicono?
Aiden si abbassò per poggiarsi sui gomiti, adesso mi sfiorava il naso col suo. Aveva il respiro accelerato il ché mi tranquillizzò: non volevo essere l'unica nervosa tra noi due.
«Come-come fai a essere così tranquillo?», gli domandai quasi di fretta. Rimasi con gli occhi incatenati ai suoi, velati.
Mi diede un bacio sul naso. «Non lo sono, piccola. Probabilmente sono più nervoso io di te», rispose e lo vidi sorridere. Mi fece fare lo stesso d'istinto, era contagioso.
«Ne dubito», risi con la voce tremante. Accarezzai la pelle della sua schiena e sentii della pelle d'oca formarsi. «Va bene, sono pronta.»
«Dimmi se devo fermarmi», mi disse e io annuii mordendomi il labbro in attesa. Lo sentii entrare e subito sentii una fitta di dolore. Gemetti piano e Aiden si bloccò. «Tutto bene?»
Non volevo fermarmi, volevo andare avanti, anche se faceva male. Solo sentire come gli si era spezzata la voce e aveva preso dei profondi respiri per il piacere che stava provando mi faceva voler continuare.
«Sì, sto bene», lo tranquillizzai. Lui prese la mia mano da sopra la schiena per spingerla contro il materasso e intrecciare le nostre dita. Ero lieta che lo avesse fatto perché mi fece sentire in qualche modo più protetta.
Riprese a muoversi lentamente e dovetti strozzare un gemito. Aiden affondò il suo volto nell'incavo del mio collo e mi diede dei casti baci sulla clavicola per tentare di tranquillizzarmi. Sentivo il suo respiro spezzarsi ad ogni suo movimento.
«Ti... amo», boccheggiò in un ansimo e io strinsi la sua mano più forte alle mia. «Cazzo... ti amo da morire.»
Nonostante il dolore era la sensazione più bella al mondo, essere completamente sua. Sentire il suo respiro affannato, la sua pelle nuda contro la mia. Affondò le sue labbra umide sulle mie per baciarmi nuovamente con una lentezza distraente e io mi sentii sporgere per essergli ancora più vicina.
Continuò a muoversi con delicatezza ma potevo sentire dal modo in cui affondò nuovamente il viso nell'incavo del mio collo che stava raggiungendo il limite. Il dolore non si era affievolito molto ma avevo smesso di gemere per quello.
Chiusi gli occhi per prendere con la mano che non era stretta nella sua i suoi ricci tra le mie dita. Sentivo un leggero bruciore ma il modo con in cui le labbra di Aiden mi sfioravano il collo mi distraeva.
«Ti amo... anche... io», mormorai con la voce roba. Aiden strinse la mia mano che premeva contro il materasso con più forza e lo sentii ansimare più rumorosamente.
«Sto... cazzo... per venire, Ju», boccheggiò e io gli diedi un bacio giusto sotto la mascella. Alzò il capo per incatenare nuovamente il suo sguardo al mio, continuando a muoversi senza distoglierlo.
«Va bene», disse tra i denti. Lo sentii irrigidirsi e espirare quasi come per sollievo. Chiuse per un istante gli occhi per poi riaprirli e portarli sul mio voi leggermente arrossato.
Si sporse per darmi un bacio sulle labbra poi uno sulla fronte. Quando uscì con un gemito da me mi sentii vuota, ma non mi dava fastidio come pensavo avrebbe fatto. Mi misi a sedere muta, ero ancora troppo sconvolta da quello che era appena accaduto per parlare. Come farò a tornare di sotto?
Mi sentivo più matura di prima, nonostante di me non fosse cambiato quasi nulla. Aiden prese il preservativo e lo buttò nel cesto accanto alla porta. Scosse la testa per muovere i ricci dalla sua fronte poi si voltò verso di me.
«Come ti senti?», mi domandò. Non pensavo me l'avrebbe chiesto, ma ero grata che l'avesse fatto perché significava che ci teneva.
«Sto bene.» Mi rialzai le mutandine per mettermi a sedere, provavo un leggero dolore, ma fortunatamente mi ero aspettata di peggio. Era sempre stata un'esperienza bellissima e in quel momento ero certa che nessun'altra sarebbe stata come quella con Aiden.
Ma poi mi venne il dubbio: lui era stato con altre ragazze, con molta più esperienza di me. Mi sentivo un'incompetente.
«Sei stata fantastica, piccola», mormorò e mi diede un bacio a stampo, sorrise. Arrossii, non pensavo assolutamente di essere stata neanche passabile.
Abbassai lo sguardo ma Aiden mi posò due dita sul mento per farmelo alzare. «Cosa?», mi domandò, il sorriso più debole di prima.
«Se devo essere sincera- non pensare male- ma... Non credo di essere stata neanche... decente in confronto alle altre con cui sei stato. Immagino che Britney fosse dieci volte meglio di me», mormorai fin troppo vulnerabile. Aiden sorrise quasi commosso.
Mi diede un bacio sulla fronte. «Non ho mai amato Britney. Questa volta era diverso... decisamente meglio delle altre», disse per tranquillizzarmi. Già non vedevo l'ora di rifarlo, nonostante il dolore.
Spero sia sincero. Si sdraiò sul letto e io lo seguii: distese un braccio per racchiudermi e io mi poggiai col viso sul suo petto nudo. Scrutai la "M" tatuata sopra al cuore.
«Riuscirai a camminare dopo, vero?», mi domandò con un ghigno e puntò lo sguardo sopra di noi.
Sospirai, sinceramente avevo paura di vedere. Se i miei genitori si fossero accorti che caminavo strano sarei morta. Smettila, hai quasi diciotto anni!
«Penso di sì. Non è così grave», ammisi a Aiden mi diede un bacio, travolgendomi con la sua dolcezza così rara. Il modo con cui tenne le sue iridi verdi sulle mie mi faceva sentire vulnerabile in un modo che non sapevo interpretare.