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Allontanai lo sguardo dal ragazzo tatuato a due ragazzi seduti sulla poltrone di fronte a Aiden e la ragazza accanto a lui, Casy

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Allontanai lo sguardo dal ragazzo tatuato a due ragazzi seduti sulla poltrone di fronte a Aiden e la ragazza accanto a lui, Casy. Fantastico.
Riconobbi Jamie. Stava prendendo un tiro da una sigaretta... o almeno mi sembrava. Quando sentii odore di erba capii che si trattava di una canna.

Si voltarono tutti verso di me. Abbozzarono tutti un sorriso meno che per Aiden. Concentrò il suo sguardo su un punto distante, ignorandomi.

«Ragazzi, questa è Juliet. Juliet questi sono Casy, Scott e Jamie», mi presentò Ken.

«Noi già ci conosciamo», rispose con un sorriso amichevole Jamie. Sorrisi anche se in modo più forzato.

«Fantastico. Fateci spazio.» Ken si mise a sedere su una poltrona e mi invitò a sedermi su di lui.

In un'altro momento non avrei mai obbedito a una tale richiesta, ma sentivo lo sguardo furioso di Aiden su di noi, così mi adagiai a gambe incrociate sulle sue cosce. E anche se non avessi accettato, non c'era altro posto sul divano.

Notai gli sguardi maliziosi che gli lanciò Scott. Ero voltata verso Jamie, ma sapevo che Ken rispose allo stesso modo all'amico. Stai davvero lasciando che ti tratti come un oggetto?

«Allora, Juliet, che ci fa una ragazza come te con un tossico come Ken?», chiese ridendo Scott. Casy scoppiò a ridere, ma si tappò la bocca quando lui le rivolse uno sguardo freddo.

Jamie passò a Scott la canna fumante e ne prese un tiro. Non mi piaceva il suo modo grottesco con cui mi aveva posto quella domanda.

«Vaffanculo, amico», gli rispose Ken.

«Stavo scherzando, Ken. Hai bisogno di bere, mi sembri teso.»

Odiavo le parolacce. Solo se scandite dalle labbra di Aiden mi parevano meno scurrili.
Scoppiarono tutti a ridere, meno che Aiden e me. Posai il mio sguardo su di lui, notando che stava fulminando con lo sguardo Scott.

La bionda acanto a lui masticava la gomma a bocca aperta. Disgustoso...

Ad ogni modo non sapevo cosa rispondere. Scott fece finta di niente. Mi porse la canna stretta tra le sue dita.«Ne vuoi un po'?»

Sentii il respiro bloccarmisi in gola. L'odore era talmente intenso da darmi la nausea. Mi guardarono tutti con curiosità. Aiden serrò la mascella.

«N... no grazie. Non fumo», rifiutai il più educatamente possibile.

«Dai solo un po'»,  mi incitò Ken. «È buona.»

«Non mi piace l'odore. Mi fa venire un po' di nausea, ecco.»

«Nausea?», ridacchiò Ken.

Non mi aspettavo che fumasse pure lui. Negai col capo, iniziando a sentire della rabbia nel petto. Sentivo il battito accelerare. Ken posò la sua mano sulla mia coscia.

Scott ridacchiò, ma tenne ancora la sigaretta davanti a me. «Guarda Aiden, un'altra noiosetta come te che non fuma erba stasera», esclamò divertito.

Spostai lo sguardo su Aiden per poi riportalo sul fumo davanti a me. Stavo iniziando a sentirmi male per l'odore.

«Coraggio, Juliet. Solo un tiro e ti lasceremo in pace», insisté Ken. Mi accarezzò la coscia il ché mi fece aumentare la nausea. «Fi-»

«Ha detto di no, coglione. Sei sordo o solo stupido!?», esclamò di colpo Aiden.

Si voltarono tutti verso di lui. Sentii sollievo nel sentire le sue parole. Notai come stava stringendo il bracciale del divano nelle mani. Potevo riconoscere l'osso della sua mandibola per quanto la stava stringendo.

Sentivo che avrei fatto di tutto per farglielo fare di nuovo. Ma perché con me e in quel momento? Non aveva una ragazza sotto braccio proprio in quel momento?

Scott scoppiò nuovamente a ridere e Ken mi strinse più forte a sé. Sentii la nausea diventare insopportabile.

«Scusate», mi concessi di corsa. Mi alzai dalle gambe di Ken e corsi di fuori, spingendomi contro i ragazzi.

Arrivai sul prato davanti all'ingresso della casa e presi un respiro profondo. Il battito si calmò piano. Non volevo stare lì. Volevo stare a casa sotto le coperte a leggermi con calma un libro. Ero delusa da Ken. Tutti i ragazzi che parevano essere per buoni alla fine erano sempre il contrario.

«Juliet.»

Mi voltai sorpresa non appena riconobbi la sua voce chiamarmi. Aiden mi venne incontro serio.

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