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Restammo per tutta la mattina in spiaggia

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Restammo per tutta la mattina in spiaggia. Aiden aveva deciso di farsi un bagno anche se non avevamo i costumi e io gli avevo subito detto di no. Ma poi mi aveva preso di peso e mi aveva buttato in acqua insieme a lui. Poi ovviamente eravamo rimasti un'ora in acqua a baciarci...

Per pranzo eravamo andati a mangiare in un chiosco sulla spiaggia. Mi aveva raccontato del pugilato e del fatto che in realtà amava quello sport. Quando gli avevo chiesto però per quale motivo l'avesse allora lasciato mi aveva risposto secco che suo padre lo soffocava e che non voleva più essere il suo burattino.

Sapevo che Aiden era sincero, ma non ero convinta che si trattasse solo di quello. Mi aveva subito chiesto del club di dibattito per cambiare argomento.

Dopo pranzo ci sdraiammo nuovamente sulla spiaggia, io poggiata con la testa sul suo petto, mentre lui mi spiegava il significato dei suoi tatuaggi. Mi mostrò le rondini sul suo braccio, insieme ai numerosi altri, ma capii che quello della rosa era ancora di gran lunga il mio preferito.

Per le cinque del pomeriggio entrammo in macchina. Avevo sentito ormai da tutto il girono il nervosismo crescere all'idea di quello che avremmo fatto appena arrivati a casa. E se l'avessi deluso? D'altronde come potevo pure compararmi alle ragazze con cui era stato.

Mise in moto la macchina e ci avviammo verso casa. Aveva la mano sulla mia coscia e questo scatenava un uragano di emozioni in me. Tenni il respiro non appena iniziò ad accarezzarmi con il pollice la pelle morbida. Sarei mai capace di togliergli il respiro come lui fa con me?

Restai in silenzio, persa nei miei pensieri. Cercai di spiegarmi come comportarmi non appena saremmo arrivati a casa sua. Avrei dovuto abbassargli subito i pantaloni? Baciarlo prima?

«Sei silenziosa. Non avrai paura per quello di cui avevamo parlato? La seg-»

«Sì, ho capito cosa intendevi», lo interruppi in imbarazzo. «E comunque no», mentii.

Parlava con così tanta sfrontatezza che mi faceva impazzire. Se mamma sentisse i miei pensieri...

Aiden sogghignò. Il suo pomo d'Adamo fece su e giù. Aumentò la pressione delle dita sulla mia coscia soffocandomi il respiro.

«Non devi avere paura con me. Puoi fare tutto quello che vuoi. Tutto», scandì quell'ultimo tutto con voce stranamente roca. Deglutii solo al pensiero delle cose che avrei potuto fare.

«E mi tratteresti ancora con rispetto?», chiesi con la voce spezzata dal respiro corto. Aveva un tocco magico. Chissà quante ragazze ha avuto per toccarlo...

Mi lanciò uno sguardo con un filo di rabbia. Per la prima volta dopo quella mattina. Sapevo di averlo offeso insinuando che potesse comportarsi in modo irrispettoso nei miei confronti.

«Guardami, Juliet. Se mai non dovessi portarti rispetto puoi darmi uno schiaffo.»

«Uno schiaffo?», domandai ridendo.

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