Sentii i miei polmoni riempirsi di gioia, nonostante sapessi che era semplice dire certe parole, che probabilmente neanche le pensava, ma quella sera non volevo rovinare nulla. Volevo godermi per quanto potesse essere breve le sue braccia che i tenevano stretta.
Mi scappò uno sbadiglio e facevo fatica a tenere aperti gli occhi, nonostante la sensazione di caos nel mio stomaco. Nonostante non fosse tardi mi sentivo come fosse mezzanotte passata, e Aiden se ne accorse, per poi divincolarsi e alzarsi in piedi.
«Devo andare a controllare la festa di là. Tu dormi», mi impose mentre scavalcò il letto e si rimise la sua maglietta.
Non volevo andasse di là, tornando da Britney e Casy che gli sarebbero sicuramente saltate addosso e i suoi amici avrebbero cercato di farlo allontanare da me. Sto iniziando a diventare davvero possessiva... E poi per cosa? Qualcosa che nemmeno possedevo?
Aiden notò la mia smorfia e incrociò le braccia divertito. Evidentemente gli piaceva il fatto che ero gelosa e avevo bisogno di lui. «Cosa c'è?»
Cercai di essere vaga, facendo spallucce e sdraiarmi verso la parte opposta a lui. «Niente, niente. Torna pure da Britney, sono sicura che sarà elettrizzata all'idea di farti un pompino.»
Rimasi sconvolta dalle mie stesse parole volgari, ma la mia gelosia era accecante e l'odio nei confronti di quella ragazza altrettanto. Invece Aiden rise per poi ributtarsi sul letto e prendermi per la vita per farmi voltare verso di lui e incontrare il suo sguardo divertito.
«Mi piace quando parli sporco», ammise malizioso e io incrociai le braccia al petto, nonostante mi stesse facendo arrossire, «e quando sei gelosa.»
«Non sono gelosa.»
«Certo, come no», ribadì sarcastico e si rimise in piedi. Mi lamentai nuovamente offesa, ma lui si voltò per mordersi con forza il labbro e scrutarmi con desiderio. «Tranquilla, piccola. Non mi farei toccare da nessuno se sapessi che ci sei tu nel mio letto.»
Si voltò per abbassare la maniglia e prendere un respiro profondo, e io rimasi in silenzio a guardarlo. Amavo il modo in cui mi poneva superiore alle altre, farmi sentire l'unica. E tu ci credi davvero?
Si lanciò uno sguardo alle spalle come per accertarsi che stessi rimanendo sul letto per poi chiudersi la porta alle spalle e venire subito acclamato dalle persone nel corridoio. Sbuffai per farmi cadere per la millesima volta su quel letto: avrei voluto essere in grado di alzarmi e accertarmi che tutte le ragazze in quell'appartamento tenessero le mani apposto, ma un'altro sbadiglio interruppe il solo pensiero.
Chissà cosa stesse facendo di là, con tutte quelle persone. Probabilmente c'erano ragazza che gli si stavano già buttando addosso e io come una stupida illusa me ne stavo buona sul suo letto. Continuai a tormentarmi con quei pensieri fino a che non mi addormentai ancora sotto l'effetto dell'alcol. Il suo profumo sulle lenzuola che mi beava.
Il giorno dopo mi svegliai con un mal di testa e una nausea che non sapevo si potesse provare. Aprii dolorante gli occhi, la stanza leggermente illuminata, ma quando tastai accanto a me per cercare Aiden sentii soltanto le lenzuola sotto il mio tocco.
Mi strinsi con forza la testa e mi misi a sedere, per poi guardarmi confusa intorno. Non mi ricordavo molto della sera precedente, solo che Aiden mi aveva fatta dormire sul suo letto e poi se n'era andato. Dov'è adesso? Probabilmente se ne è andato con un'altra. Dal suo appartamento?...
Scesi lentamente dal letto, lo stomaco sotto sopra, per poi aprire la porta e trovarmi nel corridoio. Il mio primo istinto di trovare il bagno e quando lo feci anziché cercare di liberarmi dell'alcol nel mio corpo, cercai uno spazzolino nel lavandino di Aiden e dopo averlo trovato iniziai a lavarmi i denti. Sto morendo.
Mi sciacquai la bocca per uscire dal bagno e cercare Aiden. Mi accorsi solo allora di avere una maglietta larga e i pantaloni che avevo messo prima di arrivare addosso. Mi portai la stoffa al naso per inspirare e capire immediatamente che si trattava di una di Aiden. Allora era tornato...
Attraversai traballante metà dell'appartamento in cerca di un riccio e notai che l'appartamento era già perfettamente pulito e ordinato, solo allora si notava l'arredamento moderno, proprio come quello della casa precedente di Aiden. Ma che ore sono?
Sentii un colpo di dolore alla testa, volevo soltanto addormentarmi di nuovo e svegliarmi solo quando il dolore e la nausea sarebbero passati. Mi bloccai di colpo non appena vidi Aiden apparire in salotto e fermarsi altrettanto di colpo non appena mi notò. Teneva un libro in mano e con l'altra si stava portando una tazza alle labbra.
Lo capivo dal modo in cui sorrise che non era neanche lontanamente distrutto dall'alcol quanto me, anzi, stava già vestito e i suoi capelli non erano più ribelli quanto la sera prima.
«Dovresti vederti in questo momento», ridacchiò, posò il libro su un comodino e avvicinarsi a me. Alzò una mano sul mio viso per poi passare il suo pollice sulle mie labbra, lasciandomi perplessa. «Ieri sono tornato con un pezzo di pizza in stanza e hai provato a mangiartela», si spiegò, «Hai ancora della farina sulle labbra.»
«Cos... cosa?», balbettai in imbarazzo e mi divincolai per correre in bagno e pulirmi. Stavo odiando il fatto di scoprire quella cose imbarazzanti da lui, chissà cos'altro avevo fatto.
Lo sentii ridere mentre mi seguì e io aprii il rubinetto per pulirmi nel riflesso dello specchio: sembravo un morto vivente con quelle occhiaie e il viso pallido.
«Ti senti bene?», mi domandò Aiden non appena si poggiò con le braccia incrociate alla cornice della porta, mentre io continuai a strofinarmi l'acqua sul viso e lo fulminai con uno sguardo, per fargli capire quanto stessi male.
«No», mormorai dolorante e riportai con una smorfia lo sguardo sul mio riflesso.
Aiden si scostò dalla sua posizione e posarsi dietro di me, tenne lo sguardo sul mio nel riflesso, mentre mi prese i capelli e li spostò tutti su un lato.
«Posso fare qualcosa per aiutarti?», domandò piano per lasciare un umido bacio sul mio collo e tenere lo sguardo fisso nel mio, divertito dal modo in cui boccheggiai a quel tocco.
«Non... lo so», bisbigliai.
Il malessere si affievolì non appena sentii il tocco delicato delle sue dita sfiorarmi l'avambraccio e poi il mio ventre sotto la maglietta, mentre rimase con lo sguardo fisso sul mio volto leggermente arrossato e lasciò degli umidi baci sulla mia pelle. Cristo...
«Voglio che tu dorma nel mio letto più spesso, Ju», mi sussurrò nell'orecchio e le sue dita mi sfiorarono sotto l'elastico delle mutandine, mozzandomi il fiato.
Strinsi i pugni e feci cadere il capo sulle sue spalle dietro di me. «Anche io», boccheggiai, mentre le sue dita scivolarono verso il punto più sensibile del mio corpo e lo sentii sorridere contro la mia pelle.
Non pensavo che nessun altro potesse farmi sentire quei brividi e quel calore con lo stesso tocco di Aiden, il modo in cui mi sussurrava parole così caste nell'orecchio.
Seguii i suoi movimenti nelle mie mutandine, causandomi di affondare le mie dita nelle sue ciocche e chiudere gli occhi.
Aiden invece non si scostò: «Ti voglio solo per me.»
Sentii le gambe tremare e la vista mi si annebbiò per un attimo, mentre mi poggiai al suo petto ad occhi chiusi. Aiden riprese le sue dita dalle mie mutandine per posarle sul mio ventre. Ascoltò sempre con le labbra pressate sul mio collo il mio respiro accelerato.
Diventavo un'altra persona con lui, sentivo di poter fare cose che nessuno potesse fare. Solo noi due. Lui ed io. Aiden ed io.
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Anarchia
FanfictionJuliet Browne. Una studentessa modello e con una passione per il dibattito e la letteratura. Quando si trasferisce insieme alla sua famiglia a Los Angeles è convinta che la sua vita sia sempre stata perfetta; un futuro brillante e degli amici tranq...